Transition

Transition - Arcturian Code by Janosh
Transition – Arcturian Code by Janosh

Per quanto cerchi di restare centrato su me stesso e di mantenere il giusto distacco dagli eventi apparentemente scoraggianti che continuano a manifestarsi nel pianeta, è inevitabile percepire il marasma che ci circonda attualmente, in Italia e nel mondo.
Il cammino verso una condizione di pace, armonia e benessere sembra estremamente accidentato, ed è facile pensare che forse le speranze di una Nuova Era siano state soltanto un illusione, che davvero l’umanità abbia perso la strada.
E anche restando concentrato sul mio percorso personale i momenti di pesantezza sono tanti. Il 2016 è un anno 9 (2+1+6=9), e il 9 è il numero del completamento, ma a poche settimane dalla fine dell’anno ben poco sembra aver trovato la propria felice conclusione. Sia a livello personale che a livello collettivo dominano l’incertezza, l’instabilità e la confusione.
Questi ultimi mesi per me sono stati particolarmente intensi. Ho approfondito il lavoro su me stesso alla ricerca della soluzione di alcuni aspetti della mia vita che sembrano refrattari al cambiamento, ma nonostante queste soluzioni mi appaiono spesso vicinissime, a portata di mano, ancora non riesco a portarle a manifestazione. Non che sia scoraggiato, visto che i cambiamenti nella mia percezione di me stesso e della realtà sono continui e spesso sorprendenti. Ma a tratti la stanchezza si fa sentire, ed emerge la sensazione che qualcosa mi sfugga. In questi momenti ho la sensazione di essere intrappolato in un gioco ripetitivo e senza via d’uscita, un po’ come il personaggio di Solo (interpretato da Diego Abbatantuono), nel film Nirvana di Gabriele Salvatores. Solo è il protagonista di un videogioco che ha capito di essere un personaggio virtuale in un mondo finto, dove dovrà ripetere all’infinito le stesse azioni, e chiede al creatore del videogioco di liberarlo da quella schiavitù e di cancellarlo definitivamente.
Per fortuna, queste sensazioni non mi impediscono di andare avanti seguendo la mia voce interiore e cercando di mantenere la fiducia nel mio potere e nella mia capacità di creare per me la realtà che desidero.

Una serie di lavori che ho fatto ultimamente con l’aiuto di alcune persone che l’universo mi ha fatto incontrare (in particolare Francesca Erriu coi suoi trattamenti di Quantum Healing e Satya Veronique Charmont, una channeller molto dotata che permette di dialogare col proprio Sé Divino) mi hanno confermato che la causa principale delle mie difficoltà è il mancato radicamento sul piano fisico. Per quanto da anni stia lavorando su questo − e mi senta molto più radicato e “terreno” di un tempo − ancora il mio rapporto con la fisicità è spesso problematico, e soprattutto mi viene difficile mantenere sul corpo e le sue esigenze la stessa attenzione che ho, ed ho sempre avuto, per le dimensioni più rarefatte della mia coscienza.
Per di più, come le mie guide incorporee anche recentemente mi hanno ricordato, più le proprie antenne percettive si elevano e si espandono nelle dimensioni non fisiche della coscienza, più è necessario essere radicati nella realtà fisica e fortificare il corpo, se si vuole mantenere un buon equilibrio e godere di un soddisfacente benessere psicofisico. La metafora è quella di un albero che per svettare verso il cielo ha bisogno di solide e ampie radici. Un albero alto e possente con radici deboli e poco sviluppate facilmente si indebolirà e verrà sradicato da un forte vento.

Nonostante queste difficoltà in questi ultimi mesi, come ho già accennato,  l’espansione della mia coscienza ha subito una notevole accelerazione. Diversi aspetti del mio essere per così dire “ultraterreni” sono entrati nel campo della mia consapevolezza, e questo si sta comunque riflettendo nella mia quotidianità, in particolare nel mio lavoro con la trance, sia nei seminari che ho tenuto a ottobre e novembre, sia nelle sedute individuali. E uno dei frutti sarà anche il nuovo studio in cui mi trasferirò entro gennaio dell’anno prossimo, un luogo più adatto di quello attuale per lo sviluppo del mio lavoro, dove avrò una stanza più grande che mi permetterà di fare con più regolarità dei lavori di gruppo.
Insomma, se dovessi definire con una parola il periodo che sto attraversando, il termine più adatto è “transizione”. Attualmente nel nostro pianeta coesistono più realtà che ancora si intersecano e interferiscono tra loro, e di momento in momento le nostre scelte, i nostri pensieri, i nostri comportamenti e il nostro assetto energetico stabiliscono su quale di queste realtà si focalizza la nostra attenzione e la nostra consapevolezza. Diventare sempre più consapevoli di questo processo ci permette di scegliere attivamente la realtà in cui vivere.
Come l’altro giorno ci ha spiegato Gundrum, il mio maestro sciamano incorporeo: «È in atto un cambiamento nell’energia a livello planetario. Le vostre antenne interiori sono sintonizzate su questo cambiamento e questo comporta un cambiamento dentro di voi e fuori di voi, che è la stessa cosa. Si sta creando uno scollamento nelle energie che voi non percepite perché leggete il mondo secondo un parametro lineare. Ma il mondo non è lineare ed esistono più mondi a seconda della frequenza in cui vi muovete e che voi emettete. Poiché le frequenze che voi emettete sono cambiate, tutti voi vi state spostando dentro una dimensione ulteriore della realtà, e state lasciandovi alle spalle la dimensione precedente. Transitare in questa nuova dimensione comporta un radicamento pari all’estensione dell’antenna psichica celeste. E questo è lo sforzo che tutti voi state facendo per muovervi nella nuova energia all’interno della quale vi state spostando e state transitando.»
Non è facile restare costantemente sintonizzati sulla nuova realtà che come umanità stiamo creando sul pianeta, e spesso i problemi, le difficoltà e il caos che in questa transizione sperimentiamo nella nostra vita individuale o nel panorama planetario ci portano a venire risucchiati dalla vecchia realtà. Ma la consapevolezza di essere i Maestri della Nuova Energia ci aiuta a restare centrati su noi stessi anche in mezzo alle turbolenze interiori ed esteriori.

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