Tempo sospeso

Tempo sospeso (Collage dell’autore – 2005)

In un mio recente post (2020: Affidarsi e permettere) in cui analizzavo sinteticamente i potenziali del 2020 scrivevo: «L’arrivo delle nuove frequenze non significa che la situazione globale migliorerà per incanto, anzi, ci sarà un contrasto sempre più netto tra le nuove frequenze e le vecchie energie che ancora imprigionano il pianeta. Questo genererà un crescente caos ed è probabile che si intensifichino gli eventi devastanti sia naturali (incendi, terremoti, alluvioni e via dicendo) che sociali (guerre, crisi economiche, epidemie, ecc.).»
Ma non avrei davvero mai immaginato la situazione in cui ci troviamo oggi. In quei giorni l’epidemia causata dal SARS-CoV-2 sembrava ancora un episodio lontano che riguardava più che altro la Cina. A distanza di poco meno di due mesi da quel post, ci ritroviamo in un’emergenza planetaria che sta stravolgendo l’economia e gli stili di vita prima di tutto dell’Italia − che anche questa volta fa da “nave guida” per l’Occidente – e poi mano a mano di tante altre nazioni.
Sulla rete si può trovare tutto e il contrario di tutto sull’epidemia di Covid-19 (così è chiamata la malattia causata dal virus), sia dal punto di vista materiale che spirituale. È molto probabile che il virus sia stato creato in laboratorio, forse specificamente come possibile arma batteriologica. Meno probabile che sia stato diffuso intenzionalmente, più facile che la sua diffusione sia stata un incidente. Secondo alcuni non c’è nessuna reale pandemia, o almeno non diversa da quella della comune influenza, e l’unico vero problema è l’inadeguatezza della sanità e il panico che artatamente viene diffuso. Per altri lo scopo della pandemia, vera o falsa che sia, è quello di poter sottoporre senza troppe resistenze l’intera popolazione planetaria a un obbligo vaccinale, con grandi profitti per Big Pharma e l’opportunità di iniettare insieme al vaccino altre sostanze dannose per la salute fisica e spirituale degli esseri umani. Altri ancora rimarcano il ruolo avuto nella propagazione del virus da stili di vita insostenibili, dall’alimentazione e dall’inquinamento.
Tutte ipotesi assolutamente legittime che andranno magari discusse e investigate ulteriormente a mente fredda, ma in questo momento sono convinto che, soprattutto per chi ha già iniziato consapevolmente un percorso di risveglio, sia necessario portare l’attenzione sulla condizione che oggi stiamo vivendo, a prescindere dalle reali cause che l’hanno prodotta.
Ci siamo ritrovati quasi all’improvviso in una sorta di limbo in cui la maggior parte dei nostri fondamentali diritti umani a cui siamo normalmente abituati sono stati sospesi. Con ragione, secondo il mio modesto parere, ma son stati sospesi. Non possiamo uscire di casa se non per stretta necessità. La maggior parte di noi è impossibilitata a lavorare. Non possiamo abbracciare e baciare i nostri amici e i nostri cari. Non possiamo andare a fare una gita o a passeggiare al parco. E la lista potrebbe continuare a lungo. Dopo la Cina, l’Italia sta facendo da apripista ma già si stanno allineando Spagna e Francia e piano piano la maggior parte dei paesi, se non tutti, seguiranno.
La mia convinzione è che sia stata la coscienza collettiva dell’umanità a richiedere questa situazione, e il fatto che sia stato un virus a produrla, e da dove provenga questo virus mi sembra tutto sommato secondario.
Siamo entrati in un tempo nuovo, un “tempo sospeso”.

Da diversi anni gli Stellari, in particolare i Siriani, ci hanno parlato della necessità di un “reset” dell’umanità. E hanno reso chiaro che l’entità di questo reset sarebbe variata a seconda dell’evoluzione di coscienza degli esseri umani. Nel caso peggiore ovviamente, se l’umanità nel suo complesso si rivelasse incapace di un significativo e radicale cambio di rotta, il reset implicherebbe una totale distruzione dell’attuale civiltà umana e di gran parte dell’umanità. Il SARS-CoV-2 fornisce l’occasione per un reset meno catastrofico e distruttivo. Da un lato le conseguenze della pandemia stanno iniziando a scardinare il sistema economico criminale e disfunzionale che da decenni ha dominato il nostro pianeta e che, volente e nolente, chi tiene in mano i fili della politica e della finanza dovrà modificare radicalmente. Dall’altro i singoli individui saranno costretti in un modo o nell’altro a mettersi a nudo di fronte a sé stessi, una volta spogliati delle loro sicurezze e delle loro abitudini.
In questa condizione di confinamento forzato nelle proprie abitazioni, ben vengano i canti e gli applausi collettivi sui balconi, i video e i meme divertenti su WhatsApp, la rete di relazioni tenuta viva attraverso i vari social, i disegni incoraggianti con fiori e arcobaleni. Siamo esseri umani e abbiamo bisogno anche di queste cose, di sentirci vicini e solidali per affrontare una prova particolarmente difficile e che non si esaurirà certo in un paio di settimane. Ma la speranza è che per buona parte di noi – mi rivolgo in particolare, ripeto, a chi ha già iniziato un percorso di risveglio − tutte queste cose presto diventino solo un aspetto secondario delle nostre giornate per lasciar posto al “vuoto” e al “silenzio” che sono il necessario crogiuolo di un reale e profondo cambiamento.

Personalmente, come ho raccontato anche in altri post, già dall’anno scorso ho intrapreso un percorso di cambiamento identitario, che ha implicato la rottura di amicizie trentennali, la necessità di abbandonare uno studio a cui sono affezionato (cosa già decisa anche se per il momento rimandata per ovvi motivi fino al superamento dell’emergenza), il vacillare di diverse certezze. E recentemente nel giro di una settimana il mio gatto Nero, che fino a poco tempo prima era in ottima forma, si è ammalato gravemente e ha lasciato questo piano di realtà. Da alcuni mesi avevo percepito che se ne sarebbe andato entro quest’anno, ma non mi aspettavo così presto e con così poco preavviso. Solo adesso ho capito che lo ha fatto proprio in previsione di questa situazione, che sarebbe stata molto deprimente per lui, abituato ad andare in giro per il rione e ad essere viziato e coccolato dai vicini, e più complicata per me con la sua presenza, tanto più nel caso di una malattia meno grave ma prolungata.
In parole povere sto subendo un benefico – seppure in alcuni momenti doloroso − reset che sta permettendo al vecchio di svanire rapidamente creando così il vuoto necessario alla nascita di un nuovo me stesso, di una nuova creazione, di un nuovo tempo.
Quella che è stata spesso chiamata la “fine dei tempi”, in particolare in relazione al punto di svolta del 2012, non indicava la fine del mondo ma piuttosto la fine del tempo lineare e limitante in cui il pianeta e l’umanità sono stati finora rinchiusi. Ora si stanno aprendo tanti tempi potenziali, e l’umanità dovrà scegliere se proseguire in un tempo di distruzione e conflitto o se scegliere un nuovo tempo di armonia ed evoluzione. Questa scelta ovviamente dipende dalla coscienza dei singoli esseri umani. Perciò il compito individuale dei cosiddetti “operatori di luce” e di creare nella propria coscienza un nuovo tempo di apertura e di amore (per sé stessi, per gli altri, per la Terra, per la vita) così da contribuire a creare una massa critica che possa condizionare favorevolmente le scelte dell’umanità intera. Questo tempo sospeso è una preziosissima occasione per farlo, e non importa quanto durerà, l’importante è attraversarlo con fiducia, leggerezza e anche con un po’ di umorismo, che non guasta mai.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.