Sa Crabarissa: un radiotelescopio di pietra

In Sardegna, nei pressi di San Basilio, un comune a soli 35 chilometri da Cagliari, si trova il radiotelescopio più grande d’Europa (il 2° al mondo), il Sardinia Radio Telescope. Un radiotelescopio è un telescopio che, a differenza di quelli classici che osservano la luce visibile, è specializzato nel rilevare le onde radio emesse dalle varie radiosorgenti sparse per l’universo.

Ma in Sardegna, nel territorio di Austis, c’è un “radiotelescopio” ancora più potente, un radiotelescopio di pietra. Sa Crabarissa. Un tafone granitico alto 50 metri circondato alla base da rigogliosi boschi di lecci e sughere.
La leggenda vuole che una donna di Cabras (sa crabarissa, appunto) si innamorasse di un pastore di Austis e dopo che lui dovette rientrare al suo paese ne aspettò invano il promesso ritorno fin quando non decise di andare lei ad Austis per capire cosa fosse successo. Scoprì così che il pastore era già legato a un’altra donna, una sua compaesana, e sulla via del ritorno la crabarissa si pietrificò per il dolore.
Effettivamente appena la si vede frontalmente non si può non pensare proprio a una donna in costume sardo. Poi, vista da una prospettiva laterale è più simile a un uccello con le ali ripiegate, o forse meglio a qualche strano animale mitologico.

Quello che immediatamente però si percepisce è la sua forte presenza. La prima impressione è di trovarsi di fronte a una potente Guardiana del territorio o addirittura dell’intera Sardegna, ma personalmente mi è venuto subito da pensare che quello fosse un aspetto più superficiale e che quella “macchina megalitica” − come mi viene da chiamare le innumerevoli strutture di pietra costruite dagli antichi sardi (con la precisazione che sono convinto che le pietre abbiano una coscienza estremamente raffinata) – che quella macchina megalitica creata dalla natura, dicevo, avesse una funzione più nascosta e più sottile.
Dopo aver preso contatto, visivamente ed emotivamente, con quell’imponente monumento di pietra, siamo arrivati a un bosco su un versante della Cabrarissa (si poteva vedere tra gli alberi la sua testa di pietra).
Mi son sentito subito in un’oasi. Il caldo rovente della giornata faceva apprezzare ancor più quell’ambiente per così dire ovattato e la frescura offerta dagli alberi e dalle pietre.

Entrando in un contatto più profondo in quel punto energetico nutrito dalle pietre e protetto dagli alberi, devo ammettere che sono rimasto sorpreso dalla facilità e dalla potenza con cui quell’essere di pietra è in grado di metterci in connessione con energie e dimensioni di ordini superiori. Sicuramente il recente Reset collegato al lockdown ne ha ulteriormente amplificato la potenza di trasmissione. Se un telescopio osserva la luce visibile e un radiotelescopio capta le onde radio, Sa Crabarissa è sintonizzata su frequenze di ordini molto più sottili, ancora non conosciuti dalla scienza attuale. Ed essendo una macchina megalitica dotata di coscienza è in grado di creare un ponte a doppio senso tra questi ordini più sottili e quello in cui ci stiamo muovendo noi umani incarnati sul pianeta. E questo è molto benefico per il nostro corpo, la nostra mente e il nostro cuore.

Potrei raccontare a lungo molte altre cose, ma ho bisogno di un periodo di elaborazione e digestione di un pacchetto di informazioni che Sa Crabarissa mi ha trasmesso. Ci sarà tempo per parlarne.
La mia visita di giovedì scorso era in preparazione dell’escursione serale di sabato 22 agosto che abbiamo programmato con Massimo Bongini (prossimamente la locandina). Stay Tuned!

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