Il Covid e la Casa dell’Io Sono

Ho passato il lockdown in casa da solo, in una situazione comoda e senza particolari problemi e preoccupazioni, ma comunque da solo, senza un contatto umano “in presenza”. Sono uscito una volta alla settimana per far la spesa e un paio di volte per andare in farmacia. Ma il confinamento e la solitudine non mi hanno pesato perché ero certo che avessero un significato per così dire “spirituale”, che fossero necessarie per voltare pagina ed entrare in una nuova realtà.
Durante il lockdown nel corso di una seduta a distanza con una cliente ed amica, sono entrato in contatto col pleiadiano Amer, che da allora mi ha accompagnato quotidianamente nel mio percorso di risveglio.
Da subito i fratelli stellari ci avevano detto che la Sardegna era protetta, che qui il coronavirus non avrebbe creato grossi problemi, e così è stato.
Con la fine del lockdown non è stato facile per me, come per tanti, riprendere a uscire, a ricostruire una nuova normalità. L’uscita dal lockdown è stato un processo graduale.
Poi da fine giugno è cambiato qualcosa. Ho sentito l’esigenza di sole, mare, natura, animali ed esseri umani, e ho ripreso a muovermi più liberamente. Ho girato un po’ nella nostra splendida isola, e mi sono accorto che un po’ dappertutto il pensiero della pandemia – che infatti in Sardegna praticamente non c’è stata – sembrava l’ultima delle preoccupazioni.
Poi nei giorni di Ferragosto ci sono stati i cosiddetti focolai in alcune discoteche della Costa Smeralda. In una regione che tra i mesi di luglio e agosto secondo le prime stime ha ospitato sette milioni di turisti (a fronte di una popolazione residente di un milione e mezzo), si poteva pensare che questo avrebbe portato a un riesplodere della pandemia nell’isola, ma questo non è accaduto e non ci sono segnali che possono far pensare che accadrà. E la stragrande maggioranza se non la totalità dei contagiati sono turisti o sardi che hanno avuto contatti con altri paesi.
Io ho vissuto due mesi estivi molto sereni e rilassati in una terra ospitale, amorevole, accogliente, guaritrice, dove la pandemia era solo un’eco lontana, e nella stessa terra altre persone si sono contagiate e alcune sono finite in ospedale. Come se nello stesso luogo abbiano convissuto due realtà differenti e opposte.

Ci sono tante cause della pandemia da coronavirus. Cause economiche e sociali. Manovre dei cosiddetti poteri occulti per sfruttare la situazione a proprio vantaggio, aumentando il proprio potere e la propria ricchezza. Impreparazione e spesso incapacità dei governi e delle istituzioni mediche. Ma tutte queste cose sono solo ombre cinesi proiettate su uno schermo bianco.
Nulla avviene nella realtà tridimensionale che non sia prima creato nei piani sottili dalla coscienza. Perciò quello che conta è capire perché la coscienza ha creato il coronavirus e il conseguente Covid-19.

L’altro giorno, con un appello abbastanza infervorato a condividere il più possibile le sue parole, Amer ha spiegato: «Il messaggio del Covid è questo: state a casa, tornate a casa vostra. E la vostra casa è la Casa dell’Essere, la Casa dell’Io Sono. La casa dell’Io sono è il proprio essere. La casa dell’Io Sono è l’essere, non il fare. È l’essere. Ognuno deve tornare a casa sua, in sé stesso.
«È questo che il virus vuole farvi capire. L’umanità ha necessità di comprendere che deve tornare a casa sua, nel proprio essere. L’umanità non vive a casa sua, cerca nella casa degli altri. E gli esseri umani poco vivono nell’amore di sé stessi, del proprio essere, e continuano a cercare fuori di sé, e non vivono il valore della propria casa. È questo il messaggio che porta il Covid, ma la gente lo rifiuta, non vuole ascoltarlo o non ne comprende ancora il significato. Per questo il virus continua a circolare e costringe le persone a restare a casa.
»

Capire cosa voglia dire tornare nella Casa dell’Io Sono non è semplice. Ne parlerò più approfonditamente in un prossimo post. Ovviamente non si tratta di un “luogo” ma di uno stato, a cui è possibile accedere solo ascoltando sé stessi in profondità, e riuscendo anche a “distanziarsi” dal rumore del mondo per potersi ascoltare. Se ci incamminiamo sul sentiero che ci riporta alla nostra casa, alla Casa dell’Essere, il coronavirus ha esaurito la sua missione e sparirà o diventerà un banalissimo virus del raffreddore. E chi ritorna nella Casa dell’Io Sono non lo fa solo per sé stesso ma lo fa anche a beneficio di quella purtroppo stragrande maggioranza di esseri umani che ancora sta cercando altrove la propria casa.

La Sardegna è una terra saggia, antica e generosa. Uno dei suoi talenti è aiutare le persone a ritrovare sé stesse, a fare delle scelte, a cambiare la direzione della propria vita. E forse i focolai nelle discoteche della Costa Smeralda (uno de luoghi più snaturati della nostra isola) aiuteranno un po’ di persone “in fuga da sé stesse” − che si siano ammalate, che siano solo risultate positive o che semplicemente si siano fermate a riflettere in attesa di un tampone poi risultato negativo, − a intraprendere il proprio viaggio verso casa.

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