Le ragioni dell’Anima

Il 2020 è finalmente alle spalle. Per tutti è stato un anno estremamente impegnativo, per tanti addirittura drammatico, e il sentiment generale a fine anno può essere sintetizzato in una frase: Affanculo 2020! (accompagnata idealmente dal gesto dell’ombrello). Anch’io l’ultimo dell’anno ho partecipato allo scambio di meme su WhatsApp che in vari modi esprimevano questo stato d’animo. Certamente ero contento che il 2020 fosse agli sgoccioli, ma devo confessare che il mio giudizio sul 2020 era ed è di tutt’altro genere.
Penso infatti che il 2020 sia stato un anno straordinario che verrà ricordato come uno degli anni più importanti e significativi di tutta la storia dell’umanità, e che dobbiamo essere grati per averlo vissuto. E no, non sono un masochista ma penso che anche un evento devastante come la pandemia tuttora in atto vada visto in un quadro più ampio. Credo che sia necessario che gli esseri umani – tanto più se si sono già incamminati in un percorso di risveglio – inizino a valutare gli eventi sia a livello individuale che a livello collettivo dal punto di vista dell’Anima. L’Anima ha delle ragioni che l’umano non capisce e perciò non accetta.
Immaginiamo un atleta che si prepari in vista delle Olimpiadi. Sicuramente non ha un compito facile. Deve allenarsi tutti i giorni duramente e non gli resterà molto spazio per la sua vita privata. Dovrà affrontare momenti dolorosi, frustrazioni e difficoltà di ogni genere. Ma tutto questo per lui − o per lei − non sarà certo una tortura. È frutto di una sua libera scelta e la sua motivazione è ben chiara ai suoi occhi e giustifica il suo impegno e le sofferenze incontrate lungo il percorso. Quando poi riuscirà a salire sul podio olimpico la sua gioia e la sua soddisfazione compenseranno ampiamente gli sforzi fatti.
Immaginiamo adesso lo stesso atleta che durante la notte cancella la sua memoria e ogni giorno si sveglia senza ricordare nulla di sé stesso e dei suoi propositi. Per tutto il giorno la sua mente e il suo corpo sono messi a dura prova senza che lui ne capisca il motivo dato che non ricorda che si sta allenando per le Olimpiadi. Le sue giornate diventerebbero una sorta di interminabili e insensate austerità. E anche il sonno sarebbe motivo di paura poiché non sa che durante il sonno recupera le sue energie e la mattina dopo puntualmente si risveglierà.
Questa situazione paradossale è simile a quella che vive l’umano. L’Anima ha deciso di allenarsi per le Olimpiadi ma l’umano lo ha dimenticato.
Fuor di metafora, l’Anima sceglie liberamente le esperienze che desidera fare per la propria evoluzione e il proprio arricchimento, e queste esperienze spesso per l’umano non sono affatto gradevoli. Anche la morte è vista dall’umano con paura. Ma quando l’Anima ha completato l’esperienza che voleva fare in una data incarnazione si ritira dal piano terreno attraverso la morte, e non importa se questa avvenga precocemente, magari dopo pochi anni di vita, o arrivi invece al termine di una vita lunga e soddisfacente.
L’umano nella sua vita desidera ciò che ritiene positivo e che lo fa star bene: la salute, l’amore, il benessere economico, la realizzazione dei propri desideri. Viceversa per l’Anima anche la malattia, la solitudine o la povertà sono esperienze significative che ha bisogno di fare per incrementare la propria saggezza. E ha bisogno di sperimentare anche il male, agito o subito. Tutto ciò le permette di imparare a gestire la dualità per arrivare a integrarne i due poli recuperando la propria originaria completezza portata però a un livello superiore.
Questo processo si dipana nel corso di molte vite, sulla Terra o in altri pianeti e dimensioni. Ma l’umano ne percepisce solo un piccolissimo frammento che corrisponde alla sua singola vita dalla nascita alla morte. È come se di un quadro di Caravaggio, che basa la sua pittura sul gioco tra luce e ombra, potessimo ammirare solo una piccola parte in ombra. Sarebbe impossibile capire di essere di fronte a una straordinaria opera d’arte, in cui però anche quella piccola parte in ombra ha una funzione essenziale per la bellezza del dipinto.
In questo senso l’oscuro 2020 ha svolto un ruolo essenziale nell’evoluzione della coscienza umana individuale e collettiva.
Ciò che è richiesto a ciascuno di noi è perciò di riconnetterci alla nostra Anima per poter osservare la nostra vita con gli occhi dell’Anima, che è in grado di vedere l’intero quadro e riconoscerlo come un’opera d’arte. In questo modo anche le sofferenze e le difficoltà acquistano senso e valore, e possiamo iniziare a dipingere insieme all’Anima le parti più luminose della tela.
Il 2021 non sarà certo un anno facile, soprattutto nella prima parte che sarà ancora dominata dalla pandemia con tutte le sue conseguenze, ma gradualmente consentirà di ritrovare leggerezza e serenità e di iniziare a raccogliere i frutti degli sforzi fatti nel 2020. I semi faticosamente piantati cominceranno a germogliare. Sta a noi curarli e coltivarli con fiducia e ottimismo. Nonostante le apparenze stiamo vivendo un momento unico e straordinario della storia dell’umanità e della storia della nostra Anima. Riconoscerlo − non solo con la mente ma soprattutto con il cuore − è il primo passo per poter vivere con gioia ed entusiasmo anche in questi tempi così travagliati.

 

Nota: per approfondire il tema di questo post può essere utile leggere (o rileggere) un messaggio dell’Arcangelo Michele che ho pubblicato a maggio del 2020: Un consiglio dell’Arcangelo Michele per le Anime antiche

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