Elezioni e dimissioni

Anche se l’era è cambiata e la Terra e l’umanità sono entrati in una nuova dimensione della coscienza, il “vecchio” mondo ancora esiste e non ha senso cercare di cancellarlo o di ignorarlo. Ci vorrà parecchio perché la nuova realtà cominci a manifestarsi e a prendere forma a livello globale e, come dice Kryon, “la vecchia energia è dura a morire”. Perciò, se vogliamo migliorare le nostre condizioni personali, interiori ed esteriori, e iniziare a vivere nell’armonia e nel benessere è giocoforza trovare nuovi modi di relazionarci al vecchio mondo, comprendendo meglio le dinamiche energetiche in atto ed evitando di cadere nelle solite trappole che le varie elite al potere sono abilissime a tenderci.
Per noi italiani in questo periodo le elezioni sono sicuramente un buon banco di prova. Dico subito che da diversi anni la mia scelta (dopo la caduta dell’ultimo governo Prodi) è stata l’astensione, con l’eccezione delle elezioni  comunali di due anni fa, in cui ho sentito il desiderio di sostenere un candidato interessante — giovane e, credo, pulito — come Massimo Zedda, che effettivamente è poi diventato sindaco di Cagliari, il più giovane sindaco di un capoluogo di regione. Per il prossimo appuntamento elettorale non ho ancora deciso cosa fare. Forse continuerò con la linea del non voto, ma è anche possibile che scelga invece di sostenere Rivoluzione Civile alla Camera e Sel al Senato. Deciderò all’ultimo momento, in base alle mie risonanze. Non dico questo per fare propaganda elettorale (sarebbe fuori tema in questo blog), ma visto che in questo post voglio parlare delle elezioni mi sembra giusto, per eliminare possibili ambiguità, dichiarare prima di tutto le mie posizioni “politiche”, per quanto secondarie e poco rilevanti esse siano.
Ma non è questo il punto. Il punto è individuare i meccanismi energetici che stanno dietro la macchina elettorale.
Ci viene fatto credere che le elezioni siano il momento cardine della democrazia che dà ai cittadini l’opportunità e la libertà di scegliere come e da chi vogliono essere governati. Ma a mio modo di vedere, le cose non stanno esattamente così. Non credo che i cittadini nel momento del voto siano davvero liberi, a meno che non siano in grado di individuare le manipolazioni a cui sono sottoposti e soprattutto non si rendano conto che l’effetto del loro voto è prodotto in minima parte dal nome o dal partito indicato sulla scheda e per il resto, invece, dall’intenzione e dalle frequenze energetiche con cui viene dato.
Chi ci manipola (che spesso sta dietro le quinte e non appare in prima linea) conosce benissimo il funzionamento delle energie, e per mantenere il proprio status e il proprio potere più o meno occulto fa di tutto per stimolare negli esseri umani le energie a bassa frequenza della preoccupazione, della paura, dell’odio e del conflitto.
Se diamo uno sguardo alle elezioni della cosiddetta “seconda repubblica” possiamo renderci conto che almeno da vent’anni gli italiani votano spinti sopratutto da queste energie e da queste emozioni. Si vota “il meno peggio”, magari “turandosi il naso”, per paura delle tasse o dei comunisti, per odio verso Berlusconi o verso la sinistra, immersi in un clima estremamente conflittuale, preoccupati di “cosa succederà se vince …” (ognuno può riempire i puntini a suo piacimento!). Siamo spinti a votare quasi sempre “contro” e mai “a favore”. La favoletta del voto utile è un’ottima strategia che contribuisce a questo clima: devo votare Bersani (e non Ingroia o Grillo) contro Berlusconi (se no si rischia che vinca di nuovo lui). Devo votare Berlusconi (e non Monti o Giannino) contro la sinistra (se no i comunisti tornano al potere e ricominciano a mangiare i bambini).
In questo modo continuiamo a dare potere a ciò che non vogliamo. Infatti secondo il preciso e inderogabile funzionamento della legge dell’attrazione la nostra realtà manifesta ciò a cui pensiamo costantemente, ciò su cui siamo focalizzati, anche se ci pensiamo proprio perché non lo vogliamo e ne abbiamo paura.
Come — pare — diceva Madre Teresa di Calcutta: non andrò mai a una manifestazione contro la guerra, ma se mi invitate a una manifestazione a favore della pace verrò volentieri.
In definitiva, manovrati inconsapevolmente da questi meccanismi manipolatori, ci colleghiamo alle energie pesanti ancora (apparentemente) dominanti sul pianeta e il risultato, al di là degli esiti elettorali, è il mantenimento di uno stato di malessere individuale e collettivo che poi inevitabilmente si manifesta e si ripercuote nella politica, nella società e nella nostra quotidianità.
È come se vivessimo immersi in una cappa di smog energetico che noi stessi contribuiamo ad alimentare.
Anche in questo caso è necessario diventare adulti. Smettere di credere che le soluzioni possano venire dall’esterno (dalle elezioni, da questo o quel partito, dall’Europa o da Obama, dal gratta e vinci o dall’abolizione dell’Imu), capire che l’unico vero potere che abbiamo è quello su noi stessi e che dobbiamo partire da lì per creare una nuova realtà. In altre parole, possiamo prima di tutto smettere di alimentare le energie a bassa frequenza che costantemente ci vengono proposte e scollegarci dal meccanismo che le produce e le stimola. Per fare questo è necessario non lasciarci coinvolgere dai “drammi” collettivi, per quanto gravi possano sembrare, restare centrati su noi stessi, ripulirci costantemente dalle emozioni “indotte” e dalle energie pesanti, e mantenere un sano distacco. Dopodiché possiamo serenamente andare (o non andare) a votare chi ci pare. Può darsi che il nostro voto anche così non serva a molto, o che alla fine vinca la parte che non abbiamo scelto, ma in questo modo sicuramente avremo dato il nostro piccolo ma fondamentale contributo a ripulire il campo energetico nel quale siamo immersi e che informa e condiziona la realtà. E sono convinto che questo sia uno dei compiti principali che gli “operatori di luce” sono chiamati a svolgere per accelerare, per quanto possibile, la transizione verso la nuova Terra.

Un segno tangibile, a livello mondiale, che questa transizione sia davvero iniziata l’ho letto nelle recenti dimissioni del Papa. Fatto assolutamente straordinario, mai accaduto in tempi moderni, sicuramente poco prevedibile, anche se di possibili dimissioni del Papa si era già parlato fin dal 2011. E si era parlato anche di un complotto che avrebbe dovuto eliminarlo entro il 2012, ovviamente smentito immediatamente dalle gerarchie vaticane.
Complotti a parte, e fermo restando che — visti i numerosi scandali e intrighi di potere interni alla Curia e allo Ior (la banca vaticana) che sono emersi in quest’ultimo anno — non è irragionevole pensare che la decisione del Papa non sia motivata soltanto dal venir meno delle forze, mi sembra indubbio però che queste dimissioni siano un primo chiaro segnale — quasi un simbolo — della graduale perdita di potere della vecchia energia. Personalmente, pur non essendo cristiano e mantenendo da tempo verso la Chiesa quello stesso sano distacco che più sopra ho consigliato nei confronti delle elezioni, non appena ho appreso la notizia ne ho gioito.
Confesso che un tempo vedevo Ratzinger come il fumo negli occhi. Ne avevo seguito le gesta da molto prima che fosse eletto Papa. Ero informato del suo estremismo intollerante contro l’amore e le relazioni omosessuali. Sapevo che in qualità di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (ex Sant’Uffizio, ex-Inquisizione) aveva emanato personalmente le direttive che imponevano una gestione esclusivamente interna alla Chiesa (leggi: occultamento) dei casi di pedofilia tra il clero. E lo consideravo una sorta di eminenza grigia particolarmente reazionaria del precedente Papa. Dopo la morte di quest’ultimo, durante il conclave ritenevo la possibile elezione di Ratzinger come il peggiore dei mali, tanto che ricordo che subito dopo la sua proclamazione mia madre, cattolica convinta e praticante, mi telefonò per cercare di tranquillizzarmi, essendo a conoscenza delle mie preoccupazioni. «Aspetta di vedere quello che farà,» mi aveva detto per incoraggiarmi. «Magari non sarà poi così male.»
In effetti alla fin fine mia madre aveva ragione, visto che tutto sommato nei suoi quasi otto anni di pontificato Ratzinger non ha fatto particolari nuovi danni, e forse addirittura, seppur obtorto collo e in molti casi involontariamente, ha contribuito a far emergere parte dell’oscurità celata nella Chiesa, accelerandone in qualche modo il declino. E devo confessare che in fondo in fondo sono arrivato a provare addirittura una certa tenerezza per questo vecchio tedesco d’altri tempi con i suoi buffi copricapi, le sue mantelline d’ermellino, le scarpette rosse di Prada. Ma ho sempre avuto chiaro che era e resta comunque un fiero rappresentante della vecchia energia.
All’epoca della sua elezione, però, non ero ancora entrato in contatto con gli Arcangeli. Tantomeno con Kryon. Se avessi potuto leggere i suoi messaggi mi sarei tranquillizzato molto prima.
Il 10 aprile del 2005 infatti, più di una settimana prima dell’elezione di Benedetto XVI al Soglio Pontificio, in una canalizzazione tramite Lee Carroll Kryon spiegava:

«Il conclave dei cardinali è prossimo a riunirsi per scegliere un nuovo papa. Ma qual è il potenziale basato sull’energia della votazione? Che cosa succederà? Vi darò due potenziali di ciò che potrebbe avvenire nei prossimi giorni, perché il vostro futuro dipende sempre dal libero arbitrio. Non c’è alcuna entità che vi possa parlare del futuro, dal momento che è totalmente nelle mani dell’umanità, che ha il libero arbitrio. Tuttavia, osservando l’energia del momento, ecco ciò che vediamo: (1) o avrete un papa temporaneo ad interim soltanto per un breve periodo di tempo [rapportato al precedente], che condurrà ad un papa radicale; o (2) avrete direttamente il papa radicale. In un modo o nell’altro, col tempo avrete come Papa un uomo che farà cose che scuoteranno l’istituzione ecclesiastica.
Lasciate che vi illustri alcuni dei potenziali di quello che il papa radicale potrà fare: la religione che egli guiderà ha dottrine che non si “accordano” più con ciò che l’umanità vede intorno a sé. Egli dovrà assolutamente affrontare questo problema, perché altrimenti le persone raffinate lasceranno la chiesa. Ci saranno alcuni che potranno persino chiamarlo “l’antipapa”, perché andrà contro la tradizione iniziando un processo di venerazione della Vergine Maria più profonda di quanto sia accaduto con ogni altro papa e onorerà  conseguentemente le donne all’interno della Chiesa elevandole a posizioni più elevate, persino al sacerdozio.
Parlerà di pianificazione familiare iniziando un processo che lentamente porterà a giustificarla agli occhi di Dio (ci vorrà un certo tempo) e questo verrà da colui che “siede sulla sedia” (ex cathedra) così ché possa cambiare la dottrina di tutta la Chiesa. A causa di ciò, egli correrà dei pericoli e dovrà essere protetto costantemente. Affronterà anche concretamente il problema della pedofilia del clero dicendo cosa fare con i preti che abusano dei bambini. State a vedere. Ma anche se adesso verrà eletto il papa “temporaneo”, questi preparerà la scena per il papa radicale che verrà. Perché è questo che c’è nell’aura energetica di quello che potremmo chiamare il potenziale futuro di questo grande evento. La terra possiede il libero arbitrio e può andare in qualsiasi direzione, ma vi ho appena dato i potenziali di quel che c’è qui e ora.»

Beh, non ci sono dubbi che Benedetto XVI corrisponda al primo tipo di Papa descritto da Kryon, ed è anche vero che il suo pontificato, proprio come previsto da Kryon e senza neppur bisogno della sua morte, è durato un tempo breve, in relazione al lunghissimo pontificato di Giovanni Paolo II. Adesso quindi, dal prossimo Conclave, secondo Kryon, dovrebbe uscire il Papa radicale. E meno di un anno fa, il 3 marzo del 2012, Kryon è tornato sull’argomento, anche in questo caso con una previsione “azzeccata”. In quell’occasione ha detto infatti:

«Presto perderete un Papa. Io non ho l’orologio. Presto, per noi, può significare qualsiasi cosa per voi. Colui che prenderà il suo posto potrebbe sorprendervi, perché, in quel momento del tempo la sua istituzione religiosa sarà in modalità di sopravvivenza. Vale a dire che sempre meno persone saranno interessate al sacerdozio, sempre meno giovani saranno interessati alla Chiesa e il nuovo papa dovrà attuare dei cambiamenti per mantenerla in vita. Ciò significa che la Chiesa resterà, ma con uno sguardo più moderno su ciò che c’è realmente di fronte a voi in una nuova energia. Non sarà il crollo della Chiesa. Sarà invece una ricalibratura del culto che si armonizzerà con la divinità interiore. Sarà una situazione in cui tutti vincono. Il nuovo papa avrà tempi difficili, dato che la vecchia guardia ci sarà ancora. Potrebbe addirittura esserci un tentativo di assassinarlo, perché la vecchia energia è dura a morire. State a guardare. Sarà un cambiamento del modo in cui funzionano i sistemi spirituali, un riallineamento che risuonerà con una verità più forte definita dagli esseri umani più che dai profeti. State a guardare questi cambiamenti. A quelli di voi che sono profondamente legati alle dottrine tradizionali e pensano che tutto questo sia oltraggioso oltre che impossibile, consegno il nuovo Papa in arrivo.»

Woow! Che splendido scenario! E visto che dopo appena un anno la previsione di Kryon che presto avremmo perso il Papa si è puntualmente realizzata, sono incoraggiato a credere, o almeno a sperare, che anche il resto delle sue previsioni si realizzerà. Magari con un Papa africano o, meglio ancora, sudamericano, visto che il Sudamerica è il nuovo chakra del cuore del pianeta, il luogo da cui parte la nuova armonia tra le energie femminili e maschili. Staremo a vedere e, in ogni caso, prima del prossimo equinozio di primavera avremo il nuovo Papa. Al vecchio Papa, che ha avuto il merito di comprendere e accettare che la vecchia energia si è indebolita e ha perso irrimediabilmente le fondamenta e le radici del suo potere, auguriamo una serena vecchiaia di riposo e preghiera nell’appartato convento Mater Ecclesiae, sul Colle Vaticano. Vecchiaia che sarà sicuramente confortata dal suo amato e fidato padre Georg.

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