Segni e sogni

Nel breve saggio sulla creazione della realtà ho accennato alle sincronicità, ovvero quegli eventi apparentemente “casuali” che appaiono però in qualche modo collegati ad altri eventi pur non essendo ad essi legati da un rapporto lineare di causa ed effetto.
Nella quotidianità tendiamo a banalizzare queste occorrenze come “coincidenze” e perciò spesso ne perdiamo la pregnanza e il potere.
Gran parte delle arti cosiddette divinatorie sono basate sui principi della sincronicità. Le carte dei tarocchi disposte per una lettura, così come gli esagrammi dell’I Ching formati attraverso il lancio delle monetine, corrispondono, spesso in maniera sorprendente, alla situazione esistenziale del consultante. Questo accade perché tutto esiste in un unico campo di energia e lo strumento divinatorio – qualunque esso sia – permette di leggere questo campo e applicare quindi la lettura alla vita del consultante. Il campo ovviamente si modifica costantemente ed è per questo che una lettura fatta a distanza di giorni o addirittura di ore può dare risultati completamente differenti. Non è che una delle due letture sia sbagliata, semplicemente entrambe riflettono la diversità del campo in due istanti differenti.

Per molti anni, in un passato ormai lontano, mi sono dedicato alla studio e alla lettura dei tarocchi prima e poi dell’I Ching, e ho potuto verificare decine di volte la validità di questi principi. E a prescindere dalle mie esperienze di cartomante, tutta la mia vita è stata costellata da sincronicità spesso inverosimili, che non potevo certo liquidare facilmente come “coincidenze”.
Quando avevo poco più di vent’anni attraversai un periodo particolarmente buio in cui mi sentivo estremamente infelice, confuso e privo di direzione, e avevo la sensazione di essere imprigionato da qualche sorta di energia oscura e malevola. In quel periodo feci un sogno che mi incoraggiò molto: nel sogno mi veniva rivelata una frase che aveva il potere di dissolvere quella cappa di oscurità. Urlai quella frase talmente forte che mi svegliai, e il giorno dopo mio fratello, che allora dormiva nella mia stessa stanza, mi disse di piantarla di urlare formule magiche nel sonno perché lo avevo spaventato.
Al risveglio ricordavo perfettamente il sogno in tutti i suoi particolari, ma purtroppo non ricordavo quale fosse la frase. Non dubitai però che si trattasse di un sogno profetico e meno di un anno dopo un’amica mi parlò di “una frase giapponese per realizzare i desideri”. Quella frase era Nam-myoho-renghe-kyo, un mantra buddista molto potente che effettivamente mi permise di liberarmi di buona parte dell’oscurità che mi avvolgeva e cambiò radicalmente la mia vita.
Dopo avere iniziato a recitare Nam-myoho-renghe-kyo volli farmi un oracolo. Da anni ero affascinato dal buddismo zen e avevo un libretto che raccoglieva una serie di koan. I koan sono degli aforismi usati dai maestri zen per risvegliare i discepoli e nella stragrande maggioranza dei casi sono assolutamente privi di senso per la logica (come ad esempio “Qual è il suono di una mano sola che applaude?”). Decisi di usare quel libretto per sapere se la mia decisione di provare a praticare il buddismo di Nam-Myoho-renghe-kyo fosse una cosa buona. Mi concentrai e aprii a caso il libretto. Nella pagina scelta l’occhio mi cadde sull’unico koan di tutto il libro che avesse un immediato significato logico. Diceva: «Solo chi beve può sapere da sé se l’acqua e calda o fredda.» Il messaggio era inequivocabile. Decisi dunque di bere e iniziai a recitare quotidianamente Nam-myoho-renge-kyo, ottenendo miglioramenti visibili nella mia vita e iniziando a diradare l’oscurità che la caratterizzava. Parecchi mesi dopo comprai un’altra raccolta di koan e quando giunsi a casa la prima cosa che feci (un po’ compulsivamente, lo ammetto) fu di usare il libro per farmi un altro oracolo, con in mente la stessa domanda. Aprii a caso il libretto appena comprato e nella pagina scelta trovai immediatamente il mio oracolo, un koan che diceva: «Ora hai bevuto. Puoi sapere da te se l’acqua è calda o fredda.»

Pochi mesi dopo avere iniziato a praticare il buddismo — ormai era estate — decisi di andare con un amico a trascorrere alcuni giorni nella sua casa al mare. Il pomeriggio prima di metterci in viaggio facemmo una passeggiata vicino a casa mia. A un certo punto vidi per terra, proprio davanti a me, una carta dei tarocchi coperta. Inevitabilmente mi colpì, anche perché era una carta praticamente nuova, pulita e senza un graffio o una sgualcitura. Sembrava messa lì a bella posta da qualcuno. Ovviamente la raccolsi e con un po’ di delusione vidi che si trattava del fante di spade, una carta che usciva spesso nelle mie letture e il cui significato “popolare” parla di un giovane sfortunato.
Nei giorni trascorsi al mare col mio amico si verificarono una serie di contrattempi e sfortune (compreso un incidente d’auto che sarebbe potuto essere disastroso ma dal quale uscimmo indenni, sia noi due che l’auto) ma io  continuai a recitare Nam-myoho-renghe-kyo con l’entusiasmo e la sincerità del neofita, e ogni cosa si volse in positivo. Al ritorno io e il mio amico decidemmo di fare una passeggiata prima di separarci, e nello stesso punto in cui avevo trovato il fante di spade c’era nuovamente una carta dei tarocchi, coperta, identica alla prima, apparentemente dello stesso mazzo. La raccolsi e con mio grande sollievo vidi che era il fante di ori, che nel significato popolare indica un giovane ricco e fortunato. Il mantra funzionava e l’universo aveva deciso di comunicarmelo in un modo adatto a un cultore dei tarocchi.
Pensare che tutte queste fossero “coincidenze” sarebbe stato assolutamente irrazionale, come credere che una scimmia battendo sulla tastiera di un computer possa scrivere casualmente la Divina Commedia!

Per raccontare tutte le sincronicità significative che hanno guidato il mio cammino nel corso della mia vita forse non basterebbe un libro. Anche recentemente sono stato gratificato da alcuni segni importanti.
Ai primi di giugno ho tenuto un seminario “sciamanico” basato sulle mie esperienze peruviane. La mattina sono andato in studio per allestire la stanza, e poco prima di arrivare al portone ho visto in terra, proprio davanti a me, una penna di uccello, probabilmente di un gabbiano. Era una penna nera in perfetto stato di conservazione. Non è un fatto straordinario trovare una penna di uccello per strada, anche in città, ma quella era particolarmente ben conservata e poi era esattamente sul mio cammino, e in ogni caso non mi era mai successo di trovare una penna proprio in quel punto. Trovare una penna d’uccello è un buon segno per uno sciamano, così l’ho considerato un augurio e ho raccolto la penna. Nel pomeriggio, uscendo da casa per andare al seminario, proprio davanti al mio portoncino trovai una penna identica alla precedente, ma più lunga. Era evidente che le mie guide incorporee volevano incoraggiarmi e rassicurarmi sui miei poteri sciamanici! Ho raccolto anche la seconda penna, e il seminario è andato benissimo, al di sopra delle mie aspettative.

Il mese scorso ero a pranzo da un’amica. Aveva piovuto tutta la mattina ma nel pomeriggio il sole aveva fatto capolino, così decidemmo di fare una passeggiata sulla spiaggia. Come altre volte aveva fatto, la mia amica mi chiese se Kryon avesse qualche messaggio per lei. Kryon è un’entità angelica molto elevata con cui sono entrato in contatto diretto dall’autunno scorso. Per non deludere la mia amica chiesi mentalmente a Kryon se avesse un messaggio per lei, e mi arrivò un messaggio in cui le suggeriva di usare nella meditazione i colori dell’arcobaleno per curare prima il corpo e poi lo spirito. Il messaggio era piuttosto complesso tanto che mentre parlavo avevo il dubbio di essermi inventato io quel messaggio pur di non deluderla, ma ormai quando canalizzo qualche entità ho imparato a non dar retta ai dubbi della mia mente e così completai la mia esposizione. Subito dopo lei alzò lo sguardo verso il cielo e richiamò eccitata la mia attenzione. Alla nostra destra su uno strato di nuvole c’era una sorta di arcobaleno globulare. Un fenomeno forse comune, ma che io non avevo mai visto. Era un cerchio iridato perfettamente disegnato in rilievo contro le nuvole. Il sole era spostato a sinistra rispetto al cerchio, ma gradualmente dalla destra del cerchio iniziò a penetrare una luce bianca (per me spesso collegata alla presenza di Kryon nelle mie meditazioni) che gradualmente assorbì tutti gli altri colori, e poi il cerchio si confuse con le nuvole. Dentro di me sentii che in quel modo, oltre che dare un segno importante alla mia amica, Kryon mi stava incoraggiando: «Fidati, non stai dicendo cazzate!», mi diceva.

Da quando, ai primi di maggio, sono tornato dal Perù, ho capito che era il momento di iniziare a scrivere un nuovo libro. E già da tempo avevo in mente di aprire un blog per condividere le mie esperienze con chi sia interessato a esplorare la coscienza e la spiritualità libero da preconcetti e da dogmi. Ma come sempre mi accade quando decido di riprendere a scrivere, per mesi ho continuato a rimandare. Avevo una mezza idea di utilizzare le ferie di agosto per mettermi al lavoro, ma il caldo e la bolla energetica mi hanno fatto desistere. A fine agosto durante una meditazione si è presentato l’arcangelo Gabriele. Come ho accennato nel mio profilo (Chi sono) da alcuni anni sono entrato in contatto con i quattro arcangeli principali, Michele, Raffaele, Uriel e Gabriele. Ormai molto spesso comunicano con me tutti e quattro assieme e uniscono le loro energie alle mie per aiutarmi nel mio percorso evolutivo, ma mentre ognuno dei primi tre per lunghi periodi aveva lavorato con me anche individualmente per aiutarmi ad affrontare e trasformare specifici aspetti di me stesso, l’arcangelo Gabriele molto raramente si era presentato da solo e, per dirla con un linguaggio umano, non ci conosciamo molto bene, e non ho grande familiarità con la sua energia e le sue frequenze. Perciò sono rimasto un po’ stupito che si facesse avanti. Il suo messaggio è stato molto semplice: «Se vuoi ti guido io nella scrittura del nuovo libro e del tuo blog,» mi ha detto. Bingo! Non aspettavo altro, perciò ho accettato subito con entusiasmo la sua proposta. Non solo ero felice di avere un mentore così autorevole nel mio lavoro di scrittura, ma ero anche contento che ci fosse l’occasione di conoscerci meglio (dal mio punto di vista umano, intendo, visto che in altri livelli di coscienza siamo fratelli spirituali eternamente uniti, e ci conosciamo benissimo!).
Pochi giorni dopo mi ha chiamato un’amica per propormi una gita nel weekend. La meta che aveva individuato era una zona della Planargia e del Montiferru, due regioni contigue della Sardegna che non conoscevo e che ho trovato davvero splendide. Una delle “attrazioni” che mi propose per allettarmi era una chiesa dedicata a San Gabriele Arcangelo nel delizioso paesino di Sagama. Non potei non restare colpito da quell’ennesima “coincidenza”. Dovunque si vada, in Sardegna, si trovano chiese e chiesette più o meno importanti, antiche e moderne, dedicate all’arcangelo Michele. Ma nel corso dei numerosi giri che ho fatto in questi ultimi anni in tutta l’isola non mi era mai capitato di trovare una chiesa dedicata all’arcangelo Gabriele. Così ho accettato e siamo andati a Sagama. La chiesa di Sagama dedicata a San Gabriele Arcangelo, edificata nel Seicento, è bella e imponente, anche se purtroppo era chiusa e non abbiamo potuto visitarne l’interno. Davanti alla chiesa mi sono raccolto alcuni istanti in meditazione, e Gabriele ha rinnovato la sua promessa e mi ha rassicurato. Pochi giorni dopo il mio blog era online.
Poi, rileggendo la “storia” dell’arcangelo Gabriele mi son reso conto che non solo Gabriele annuncia a Maria la nascita del Cristo, ma aiuta anche Daniele a interpretare le sue “visioni”, ed è sempre lui che detta a Maometto i versetti del Corano. E su Wikipedia ho scoperto che alcuni cristiani in Sudamerica lo considerano il patrono degli scrittori. Coincidenze? Ognuno, ovviamente, è libero di pensarla come vuole.

5 Risposte a “Segni e sogni”

  1. Grazie Momi…segni e sogni di un viaggio in cui l’acqua e la parola scritta assumono grande significato, quasi fosse un divenire rivelante;)))

    1. Carissimo Momi, anche per me che sono ignorantissima in questi campi, le tue esperienze sono sembrate molto interessanti e come dire, mi intrigano. in bocca al lupo per il libro, spero di vederti presto. un abbraccio Pina

  2. Che bello questo articolo sulla sincronicità!! Grazie Momi per questo tuo blog (e ovviamente grazie all’arcangelo Gabriele), c’è tanto bisogno di condividere questo tipo di informazioni e di poterne finalmente parlare insieme!!!! … è un passo in più verso un mondo migliore 🙂

  3. Grazie, Momi!
    In questo particolare momento, come sai, sono alle prese con la dualità e la separazione come costanti della mia esistenza e prendo sempre più coscienza che la vera vita è al di là di questo. La semplicità del tuo linguaggio è preziosa per chi cerca un contatto con la dimensione di unicità ma che ancora si dibatte, come me! Le sincronicità (che per tutti noi sono davvero infinite, se le cogliamo!) sono le prove più evidenti di questa dimensione ricca e ben popolata verso la quale tutti noi tendiamo, e la tua naturalezza nel parlarne ci incoraggia! Un abbraccio, maria elena

  4. Ciao.. Vorrei saperne di più sul rapporto che hai con l Arcangelo Uriel.. Poiché mi intriga come personaggio .. Grazie ciao

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