Voci dal non tempo: 7. La multidimensionalità

Un insegnamento dell’arcangelo Raffaele sulla multidimensionalità, tratto dal mio libro Voci dal non tempo

La multidimensionalità

Focalizzi la tua mente sulla prestazione e perdi di vista l’obbiettivo che sta dietro e muove la tua coscienza nei fotogrammi del tempo in cui sperimenti questa esperienza per te. Impropriamente credi che sia importante sapere o non sapere fare qualche cosa, ma questa non è l’esperienza che cerchi profondamente in questo momento. Ciò che muove la tua decisione e la tua scelta è la necessità di gestire contemporaneamente più dimensioni in te stesso, di stare per terra senza avere i piedi per terra. Questa duplicità della tua consapevolezza è ciò che ti disorienta in questo momento e che ti spinge a sperimentare una nuova e diversa modalità di muoverti in quella che tu chiami la tua esistenza ma che è soltanto un aspetto parziale di te. La multidimensionalità è uno stato dell’essere a cui si arriva quando si libera la coscienza e la mente dalle zavorre che ne impediscono il naturale dispiegarsi. Così questo è il passaggio che stai affrontando adesso, e si riflette in tutti i fotogrammi del tempo lineare in cui percepisci di muoverti. Non importa quello che sai o non sai fare, importa ciò che scopri facendolo, perché così conosci di te stesso un aspetto multidimensionale che usa più sensi e più modalità contemporaneamente. Se osservi tutto ciò che succede mentre fai, ottieni una lettura di te stesso nuova e migliore, e scopri la maestria che ti manca nello spaziare dentro a più dimensioni.
Se forzi la multidimensionalità e la dimensione rarefatta dell’essere dentro una concretezza, inevitabilmente l’attrito che ne consegue provoca dolore. Ma se lasci che la concretezza si allarghi nell’immaterialità, hai una sensazione di benessere e quello stato di appagamento in cui spesso vai nelle tue meditazioni. Così ciò che ancora provoca dolore nella tua esperienza è il forzare una dimensione occulta dentro un aspetto circoscritto in cui non può stare. Mentre è possibile il contrario. Ed è lì che tu puoi trovare uno stato di appagamento e benessere. Lascia che la dimensione della concretezza si dispieghi nell’immaterialità, perché lì è possibile e trova il suo appagamento. Ma se chiudi i tuoi canali sensoriali multidimensionali in un unico canale circoscritto dentro cui vuoi far convergere il tutto, questo non è possibile e provoca dolore. Apri invece i tuoi canali multidimensionali e permetti al tutto di esistere nella sua giusta dimensione che coesiste, contiene e comprende anche la dimensione circoscritta in cui ti muovi.
Cerchi sempre di comprimere il tutto in una logica circoscritta. Questo non ti fa bene e fa aumentare l’ansia perché compi un misfatto quando comprimi una poliedricità dentro un unico canale, che appartiene alla poliedricità ma che non può mai contenerla tutta, essendone soltanto un aspetto. Così, se allarghi la tua coscienza alla comprensione di questa molteplicità, trovi il giusto equilibrio e la giusta caratura. Spesso nella tua vita quotidiana ti muovi con maestria tra le dimensioni e lasci coesistere le tue consapevolezze multiple insieme. È questo quello che devi fare adesso.
L’abbandono di te stesso che sperimenti nelle meditazioni per adesso non trova ancora compimento in una dimensione materiale, perché non lo unisci alla consapevolezza della tua infinita maestria. Così mentre nell’immateriale ti permetti questo, nel materiale lo neghi a te stesso. E ciò rende impossibile un’esperienza di appagamento sensoriale. Concediti di esistere in questa assoluta maestria anche in questo punto concreto dell’essere, mentre ti abbandoni totalmente. Questo è ciò che fai nelle dimensioni più rarefatte della tua esistenza ma non succede in questa dimensione materiale dove tieni scisso l’abbandono e la maestria e difficilmente li fai convivere.

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