Ferie di agosto

Come tante altre persone — e quest’anno molte di più che gli altri anni — ho deciso di passare il mese di agosto in città, a Cagliari, a casa mia.
Nell’aprile di quest’anno sono stato per due settimane in Perù, nella Valle Sacra e a Machu Picchu, e con quel viaggio ho esaurito le risorse annuali — in termini di denaro, impegno ed intenzioni – destinabili ai viaggi e alle vacanze. Ma anche se avessi voluto andar via per qualche giorno, avrei dovuto prima riuscire a sistemare Nero, il gatto da cui sono stato adottato un paio d’anni fa. In altre occasioni avevo lasciato le chiavi di casa ai vicini perché gli dessero un occhio, ma ad agosto solitamente vanno fuori città.
Insomma, il massimo che potevo star via era un paio di notti.
Preciso che Nero è un gatto libero e indipendente, di cui tanti nel vicinato si prendono cura. Io sono semplicemente la persona che lui ha scelto per avere un punto d’appoggio stabile. Quando vuole, entra ed esce da casa mia da una finestra interna al cortile lasciata socchiusa (o dalla porta, se io sono in casa e lui riesce a richiamare la mia attenzione miagolando), e da me trova sempre da mangiare e da bere, un po’ di coccole e di comprensione, e un posto tranquillo per dormire, sul tavolo o in poltrona (più raramente sul divano). Perciò lasciarlo solo per un paio di giorni, con una scorta di cibo e acqua a disposizione, non sarebbe stato un problema.
Così avevo programmato con delle amiche di partecipare, la notte del 14, a un bivacco nuragico in una tomba dei giganti, organizzato da un’associazione di Palau. Avevo partecipato altre due volte a un simile bivacco, in due diversi siti megalitici, ed entrambe le volte si era trattato di esperienze magiche e profonde. Perciò l’idea mi attirava molto. Alla fine però, per una serie di circostanze esterne sfavorevoli, siamo stati spinti a rinunciare.

Ed eccomi quindi in città. Per tutto agosto il mio lavoro è solitamente ridotto al lumicino, e comunque mi sono preso dieci giorni di stacco totale. Niente pensieri, niente obblighi, se non quelli legati alla routine quotidiana. Niente programmi da fare in anticipo. La condizione ideale per sprofondare nella bolla energetica dell’agosto 2012.
Caldo, tanto caldo, ovviamente. Da più di un mese quasi ininterrotto. Nemmeno l’ombra di un temporale estivo. Delle compassionevoli e benefiche maestralate di tre giorni che spesso a Cagliari spezzano l’afa all’improvviso, solo deboli e inefficaci tracce. Il maestrale non dura, e finché dura è rovente.
Ma questo è solo l’aspetto fenomenico, manifesto anche ai sensi fisici, di una bolla energetica nella quale siamo immersi. Per esperienza diretta posso parlare solo della mia città ma immagino che tanti altri luoghi si siano trovati  nella stessa situazione, ognuno con le sue specificità, perché sono convinto che questa bolla energetica riguardi tutto il pianeta.
Dall’inizio dell’anno le energie sono state tumultuose, com’era prevedibile nell’anno dell’Allineamento galattico. L’afflusso di energie a frequenze elevate è stato intenso e certamente benefico. Ma il corpo e la mente spesso non ce la fanno a tollerarlo. Sintonizzarsi su queste frequenze non è semplice, e facilmente si viene risucchiati dalle energie più dense che ancora infestano il pianeta e che continuano a emergere copiosamente per essere pacificate e trasformate. Mi riferisco in particolare alle energie dell’ansia, della preoccupazione e della paura, che quotidianamente vengono amplificate da (quasi) tutti i governi della Terra con l’entusiastica complicità dei mezzi di informazione e che purtroppo continuano a tenere imprigionata la maggior parte degli esseri umani in una condizione di malessere e di confusione, di cui spesso non si riesce nemmeno a capire la ragione.
Ma se cerchiamo di collegarci alle energie ad alta frequenza — con il silenzio, il respiro, la meditazione, la preghiera, il contatto con la natura e quant’altro — possiamo trovare la chiave di quello che sta accadendo nella nostra vita (e nel pianeta) e seguire il flusso, anziché continuare a cercare faticosamente di andare controcorrente, nell’inutile tentativo di restare aggrappati al passato e alle poche certezze che ancora ci permettono un’illusoria sicurezza.

Agosto è stata una pausa nel flusso, l’onda che si ritira dalla battigia e ritirandosi va ad ingrossare l’onda successiva. Un apparente rallentamento nel percorso di cambiamento in atto sul pianeta, che a me personalmente — grazie al fatto di aver compreso in tempo che non era il momento giusto per fare nuovi programmi o progettare il futuro — ha permesso di approfondire il dialogo con me stesso, di ricaricare le batterie e di purificare il campo energetico dalle tossine accumulate (tutti processi ancora in corso).
Adesso la bolla energetica di agosto si è finalmente dissolta. A Cagliari è tornato il maestrale. L’aria si è rinfrescata. L’energia ha ripreso a scorrere. La seconda luna piena di agosto, quella del 31, la cosiddetta Luna Blu, ha segnato potentemente il passaggio a una nuova fase che sicuramente avrà un’ulteriore accelerazione con l’equinozio di autunno, il 22 settembre.
Ovviamente ci saranno ancora dei residui dell’energia della bolla, e a livello individuale molti di noi dovranno ancora per un po’ leccarsi le ferite, integrare ciò che la bolla di agosto ha fatto emergere da dentro di noi, recuperare l’energia impiegata per riuscire a sopravvivere al gran caldo.
Ma oggi è il primo settembre. I giochi si riaprono. E il viaggio continua …

3 Risposte a “Ferie di agosto”

  1. Passato anche l’equinozio d’autunno, un’ analisi così lucida, e per me affascinante, della bolla d’agosto mi fa sperare che l’energia di ottobre sarà fresca e ricreativa.
    Grazie Momi.

  2. Io ad agosto sono riuscita a lasciare Roma per una settimana, per un Tour in Francia, che comprendeva anche Mont Saint Michel. Ho visto paesaggi bellissimi ma anche lì il caldo che credevo di aver lasciato a casa era un fantasma onnipresente, con le energie che hai efficamente descritto e che continuano a vagare con la loro voracità. La mia sensazione le riconduce a un silenzio che finirà davanti a qualcosa che dovremo affrontare senza vie di fuga.

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