Un tranquillo weekend di quarantena

Oggi mi toccava la spesa settimanale, così nel primo pomeriggio mi sono armato di guanti e mascherina per andare alla Città Mercato, a una fermata di metro da casa mia. La solita atmosfera da day after era addolcita dall’aria primaverile (qui a Cagliari oggi la massima era di 21 gradi) e dalle chiazze di fiori gialli e viola lungo strada. Il contrasto tra la primavera ormai esplosa, le strade quasi deserte, la fila per entrare al supermercato (per fortuna non lunga), formata di strani esseri umani tutti muniti di guanti e mascherine e rigorosamente distanti l’uno dall’altro, rendeva il tutto ancor più surreale. Dopo aver fatto la spesa, e le provviste di tabacco al tabacchino, sono andato alla fermata della metro e nell’attesa mi son goduto un altro quarto d’ora all’aria aperta. Alla faccia del distanziamento sociale, c’erano tre donne sui quarant’anni che con la scusa della spesa si erano visibilmente date appuntamento e chiacchieravano allegramente, senza più mascherina, bevendo birra con tanto di brindisi e selfie. Sull’altra panchina, due uomini attempati, anche loro arrivati ognuno per conto proprio, sedevano a fianco e facevano merenda. Più che irritarmi per il mancato rispetto delle regole anti Covid, questa scena mi ha fatto pensare che il bisogno di socializzare per gli esseri umani è insopprimibile, e che quella piccola e probabilmente innocua ribellione era il segno che il nostro confinamento sta durando troppo a lungo e deve avviarsi alla sua conclusione (spero vivamente che Conte e il suo team di virologi se ne rendano conto!).
Per nostra fortuna, come da tempo ci ripetono i Fratelli Stellari, la Sardegna è una zona protetta, come dimostra il numero di contagi che, nonostante il disastro degli ospedali e di alcune case di riposo per anziani nel sassarese, è rimasto comunque contenuto, anche a Cagliari che pure come città metropolitana ha più di quattrocentomila abitanti. Sarà per il clima, sarà per il nostro peculiare DNA, sarà perché volenti o nolenti prendiamo il sole per dodici mesi all’anno, sarà anche perché quando è iniziato il lockdown qui non era scoppiato ancora nessun focolaio, ma sono sicuro che davvero non dobbiamo preoccuparci e che anche nella “seconda fase” non succederà alcun disastro. Il che ovviamente non vuol dire che non dobbiamo rispettare le varie misure di prudenza e “distanziamento sociale”. A mio parere la fiducia va sempre abbinata al buon senso.
Quando sono tornato a casa mi sentivo pieno di energia e quasi euforico. E riflettendo mi sono reso conto che sono profondamente grato di vivere un’esperienza e un tempo così particolare come questo.

Siccome non vorrei sembrare un supereroe (e nemmeno un pazzo), mi sembra giusto dare qualche ragguaglio sulla mia situazione, che sicuramente è una condizione privilegiata rispetto a quella di una purtroppo ampia fetta di popolazione. Vivo da solo in una casa di proprietà non molto grande ma comoda e confortevole, ed essendo al piano terra ho a disposizione il cortile condominiale, in questo periodo quasi sempre deserto, per prendere un po’ d’aria e un po’ di sole quando ho voglia, o guardare di notte la luna e le stelle. Ho qualche piccolo risparmio da parte, e dei famigliari che in caso di necessità sarebbero in grado di darmi una mano. Essendo una partita IVA ho ricevuto il bonus del governo, che sicuramente verrà erogato anche per aprile e maggio. Sto iniziando a fare sedute a distanza e quindi il mio lavoro potrà gradualmente riprendere a ingranare anche a prescindere dal tempismo della fase due. Non devo preoccuparmi di famigliari molto anziani, visto che genitori, zie e zii se ne sono andati ormai da tempo. Non avendo un partner, sono abituato a star da solo e ho imparato a stare bene con me stesso. Come tutti continuo a coltivare i miei rapporti sociali tramite WhatsApp, telefonate e quant’altro, e questo rende per il momento sopportabile l’assenza di contatti vis-à-vis. E continuo il mio percorso spirituale in connessione coi Fratelli Stellari. Insomma, diciamo che la mia è una prigionia relativamente dorata, e questo indubbiamente rende più facile abbracciare una prospettiva luminosa. Ma credo anche che ognuno si trovi esattamente nella situazione più utile alla propria crescita e al proprio risveglio, perciò le mie riflessioni sono rivolte anche a quegli operatori di luce che si trovano attualmente in circostanze più difficili, ricordando che è la frequenza che crea la realtà, e che elevare le proprie frequenze permette di trovare una via d’uscita anche alle situazioni apparentemente più disperate.

Tornando al punto, questo è un momento di cambiamento radicale, e non solo per il pianeta ma per tutta la Galassia. Come ci stanno dicendo i Fratelli Stellari, anche loro stanno attraversando una profonda trasformazione, anche se in modalità diverse dalla nostra, adatte alle loro dimensioni più elevate. La prova che l’umanità terrestre sta attraversando sta modificando l’intero universo.
E Adamus Saint Germain (canalizzato da Geoffrey Hoppe) arriva a dire che il 4.4.2020 lo scopo dell’umanità e della creazione di questo pianeta è stato finalmente raggiunto, e la strada dell’Ascensione è stata definitivamente aperta (anche se non avverrà di colpo per tutta l’umanità ma nel corso del tempo, un essere umano dopo l’altro). Per questo sono profondamente grato di vivere in questo tempo.

Recentemente ho trovato molto interessante il punto di vista dei Portatori di Presenza (canalizzati da Paola Borgini) che da quando li ho scoperti alcuni anni fa ho sempre considerato molto illuminanti. Alla domanda «Le pandemie servono all’evoluzione dell’umanità?» rispondono così: «Non sono le pandemie che servono l’evoluzione dell’umanità, sono i risvegliatori di sogni quelli che servono a tutti quanti voi. Non tanto per evolvere (non è stata formulata proprio nella miglior maniera possibile questa domanda) quanto per accorgervi che siete VIVI!»
Spiegano che «il Covid-19 è il risvegliatore di un sogno! … Non è né buono né cattivo, non è né giusto né sbagliato, è semplicemente qualcosa che risponde alla vita nella sua verità, che fa un suo dovere, che fa qualcosa per cui è stato costruito.» E per sogno intendono non quello che facciamo quando dormiamo ma «il sogno del poeta che sogna il suo mondo, il sogno dello scrittore che immagina, immagina, immagina». Il nostro sogno crea la nostra realtà, e i Portatori di Presenza ci invitano a chiederci cosa stiamo sognando e a utilizzare questa occasione per cambiare il nostro sogno se quello che stiamo sognando non ci piace («le pandemie servono semplicemente a ricordarvi che avete la possibilità di sognare»).
Affermano anche: «Che voi siate l’untore, che voi siate il politico che decreta un decreto, che voi siate il virologo che afferma una verità scientifica a seconda o meno della trasparenza della sua capacità di pensiero, che voi siate un influencer nei social, che voi siate una persona che ha la sua importanza nell’opinione pubblica, che voi siate il fruttivendolo sotto casa che continua imperterrito ogni mattina ad aprire il suo negozio per darvi mele e cetrioli freschi… voi siete tutti quanti connessi! In ognuno di voi c’è l’uomo politico, in ognuno di voi c’è il medico, in ognuno di voi c’è il verduriere, in ognuno di voi c’è il vigilantes, e in ognuno di voi c’è colui che ha deciso di passare oltre. Amatele tutte queste parti di voi, amatele e riconoscetele e non combattetele, perché se state combattendo le forze dell’ordine che con le loro volanti pattugliano le strade perché siano rispettate le regole definite, be’ voi dovreste guardare quella parte di voi… e non stiamo qui a fare un lungo elenco, perché siete qua con la vostra maestria e noi stiamo parlando da Maestri ad ognuno di voi.»
E ci invitano anche a «liberare dal dramma, una volta per tutte, coloro che hanno deciso, attraverso questo risvegliatore di sogni, di ritornare nel sogno divino; e così liberate dal dramma tutti coloro che devono prendere decisioni, invece, riguardo a situazioni politiche, riguardo a situazioni economiche. Liberate dal dramma i medici, lasciateli andare nel fiume d’amore che sa trasmutare ogni cosa, tanto se voi avete deciso di vivere vivrete, e se voi avete deciso di morire morirete, non ci sarà la cura del miglior medico del mondo che potrà venire a salvarvi.»
Parole forti che sento estremamente vere.

Prima di mettermi a scrivere questo post sono uscito in cortile per fumare una sigaretta ed osservare il cielo, e con questi pensieri in mente mi son sentito in connessione con il tutto, ed era da un po’ che non provavo questa sensazione così intensamente. E ho sentito che dal mio petto si espandeva un amore profondo per tutte le persone che in questo momento stanno lottando e soffrendo, ma stanno anche, magari senza ancora rendersene conto, trovando il loro nuovo luminoso sogno. E ho avuto, almeno per un istante, la certezza che “tutto andrà bene”.

Nota: se volete leggere le canalizzazioni di Geoffrey Hoppe e Paola Borgini ecco i link: Shoud 8, Le pandemie servono all’evoluzione dell’umanità?

2 Risposte a “Un tranquillo weekend di quarantena”

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