Pulizie di primavera

Placer cubista (di Alejandro Arbinaga)

Avantieri è iniziata l’estate metereologica. La primavera che ci stiamo lasciando alle spalle non è stata una passeggiata tra uccellini trillanti e prati fioriti. È stata una traversata piuttosto difficile e impegnativa, e il clima anomalo non ha certo aiutato. Per chi è nel suo percorso di risveglio i mesi scorsi sono stati un tempo di purificazione e rilascio. Una sorta di “reset” che in un certo qual modo potremmo paragonare alle pulizie di primavera. Tutto ciò che ci è stato così utile e prezioso per difenderci dal freddo e dalle intemperie ora non serve più e va messo via.
Fuor di metafora, in questi ultimi mesi le energie erano favorevoli a un processo di liberazione e allontanamento da tutto ciò che non era più in sintonia con chi siamo ora e che quindi in qualche modo era diventato una zavorra.
Questo processo in alcuni casi può essere stato in parte doloroso, o comunque triste. A me è successo di rompere amicizie che duravano da decenni e che facevano parte della mia abituale rete di sostegno. Questo inevitabilmente ha suscitato in me dispiacere e anche un po’ di delusione, ma in ultima analisi sono solo stato “obbligato” ad abbandonare una zona di confort che come tutte le zone di confort limitava e condizionava il mio potenziale espressivo.
Talvolta quando un’amicizia, o un altro tipo di relazione, non è più armonica e si comincia a percepire una dissonanza verso l’altra persona la relazione termina in maniera naturale senza bisogno di conflitti o di rotture formali.
Altre volte purtroppo è necessario invece che succeda qualcosa di sgradevolmente eclatante per poter porre termine a un rapporto che non ha più senso portare avanti. In questi casi spesso è facile sentirsi feriti, o nutrire, magari senza rendersene ben conto, rabbia e risentimento. Ma se ormai si vive in due universi completamente differenti che non riescono a trovare un punto d’incontro, cercare di spiegare e di capirsi sarebbe solo una dolorosa perdita di tempo e di energia, e credo che la cosa più saggia da fare sia allontanarsi in silenzio, con un pensiero di benedizione per l’altro ma anche con la consapevolezza che quello che è successo ha avuto lo scopo di ripulire casa facendo spazio per il nuovo e di lasciare entrare l’aria fresca e pura della primavera. .

Più difficile, credo, è liberarsi di tutte quelle abitudini mentali che definiscono chi siamo, e cosa siamo o non siamo in grado di fare.
Lasciar andare tutte le energie a bassa frequenza incistate nel nostro campo energetico che ancora ci intossicano, e che magari sono state create in altri tempi e in altre identità, che possiamo riconoscere e integrare dopo averle curate.
Ad aprile, con l’incendio alla cattedrale di Notre Dame e la strage pasquale dei cristiani nello Sri Lanka la griglia energetica della Terra aveva subito un brusco abbassamento delle sue frequenze, cosa che ha reso il processo di rilascio più pesante del necessario, ma per fortuna si è riusciti a elevarla nuovamente e le connessioni con le altre realtà sono tornate forti e chiare.
Visto che questi abbassamenti spesso repentini della griglia terrestre continueranno probabilmente ancora per molti anni, solo alleggerendo le nostre vite, le nostre menti, i nostri cuori, lasciando andare ciò che non può più fare parte del nostro cammino e che ci appesantisce inutilmente, riusciremo a mantenere la nostra centratura e a potenziare la nostra connessione con le dimensioni più elevate.
In questo modo potremo espandere attorno a noi un’energia benefica e risanatrice a beneficio non solo nostro ma dell’intero pianeta.

Buona estate!

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