Poesie dei WingMakers: Ancient Arrow Site – Camera 8

WingMakers – Dipinto della Camera 8 del sito Ancient Arrow
WingMakers – Dipinto della Camera 8 del sito Ancient Arrow

WingMakers − Poesie della Camera 8 del sito Ancient Arrow

(tradotte liberamente da Momi Zanda − il testo originale inglese si trova nella sezione
Poetry del sito www.wingmakers.com)

Un’altra mente aperta

C’era un fuoco il cui fumo si addensava
e danzava come un fiume senza gravità
al rullio dei tamburi.

A volte avrei voluto guardare dentro il fumo,
che però si avviluppava rivestendosi
di un manto talmente opaco che riuscivo solo a piangere.
Divenne la maschera della sua consunzione.
Il sogno della sua nuova vita.
La vittoriosa pelle sempre cangiante
e tuttavia imperitura.
C’era un fuoco la notte scorsa
che annunciava notizie di un Testamento ancora più nuovo
che assorbe le lacrime, le menzogne, le parole abbiette e persino
le più profonde paure che serpeggiano nel voltagabbana.

Di solito sguscio via quando chiama.
Per me, è un fuoco troppo freddo,
come un mutaforma smarrito in un corpo
divorato dal tempo.
A volte potrei sognarlo vivo
ed esso risplenderebbe come un sole vibrante,
più duraturo di un sepolcro.

In tempi di quiete
parlerebbe come un codicillo di qualche sogno ad occhi aperti
che le parole non riuscirebbero a serbare.
«È venuto il tempo di alzare lo sguardo
dallo splendore del fuoco
e di proiettare la tua stessa ombra.»
Le parole echeggerebbero nell’oblio
come stelle perse nella scia del sorgere del sole.

In queste fiamme vedo
la mia consunzione opportuna e appropriata.
Nel suo fumo
vengo immagazzinato
come tanti barattoli in un ripostiglio.
Aspettando di fuggire.
Trascinando i piedi contro il pavimento.
Lottando per raggiungere la porta dentro questi barattoli d’aria sigillata.

Le storie fuggono dalla mano dello scrittore
e mi rincorrono come se solo io tenessi la loro veglia.
La loro vera anima.
Mentre in effetti queste storie non sono mai state raccontate.
Non hanno mai trovato parole
benché le cerchino incessantemente.

Le fiamme accecano la natura.
Investono la loro vita nella sua morte.
Ma la fine è sempre un inizio
verso un’altra fine.
E i sogni dell’indicibile
stanno sempre cercando un’altra bocca,
un’altra mano,
un’altra mente aperta.

A volte guardo l’errante espressione di speranza
e le chiedo di far arrivare le sue fiamme più profondamente nel mio cuore.
Di ardere di una chiara determinazione.
Di bruciare la crepa del folle
e di avvolgermi nella sua pelle di fumo.

A volte mi offro a tutte queste fiamme
e so che mi ascoltano.
Concependo il mio mondo.
La realtà si riunifica attorno alla loro eleganza
come una torre di vetro che racchiude un guscio d’acciaio.

A volte sento le fiamme che mi trasmettono
parole, note, toni.
Incanto.
Prodotti d’altro genere.
Piccoli crogiuoli di terra che bruciano così vividamente
da poter accecare le creature di fantasia del sole.

E a volte, senza nemmeno pensare,
io sbircio in queste fiamme
quando il fumo per un istante si dirada.
Là, dietro la maschera,
c’è il mio futuro.
Il nostro futuro.
Il futuro.
Il presente in un altro mondo.
In cerca di un’altra bocca,
di un’altra mano,
di un’altra mente aperta.

Chamber 8. Poem 1

 

Desiderio

Desiderio, quando le palpebre si aprono
sul più profondo stimolo racchiuso nelle tue labbra
e il bacio amoroso diventa la mia orbita.

Io mi struggo dal desiderio di averti con me,
così vicino che la nostra pelle possa fondersi insieme
rendendoci simili a due stoppini che condividono la cera di un’unica candela.
So solo che ciò che appartiene all’anima appartiene al desiderio e al dolore.
Mi spinge al margine,
sul precipizio dove guardando giù
vedo me stesso, inestinguibile,
che brama di essere consumato da te.

E in quel luogo splendente
lascia che mi distenda sul tuo cuore
a piena velocità, cieco e intento.
Lasciami dimorare in te fin quando non sia cosi abituato alla nostra unione
che essa diventi parte dei mie occhi.
Con piena memoria
possiamo ritornare a casa,
mano nella mano,
nella permanenza del desiderio.
Così parte dell’altro che l’altro non esiste.

Chamber 8. Poem 2

Una risposta a “Poesie dei WingMakers: Ancient Arrow Site – Camera 8”

  1. – Il fuoco che crea – Ti/Vi ho mai parlato del fuoco …!! Devi sapere che il fuoco di cui parlo e che ben conosco , non è un fuoco che brucia … E’ un fuoco freddo ma è di una bellezza e di una potenza meravigliosa ed inimmaginabile. E’ in tutti noi perché parte della nostra essenza . E’ il fuoco che ci ha plasmato , forgiato e creato . E’ il senza forma e il creatore della forma … E’ il fuoco della vita che vive … e che vive in eterno . Dobbiamo divenirne consapevoli ed imparare a sciogliere ciò che lo lega affinché possa essere vissuto e seguito in piena/totale consapevolezza e libertà. Ciao e buona giornata . Gaetano

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