Poesie dei WingMakers: Ancient Arrow Site – Camera 4

WingMakers – Dipinto della Camera 4 del sito Ancient Arrow
WingMakers – Dipinto della Camera 4 del sito Ancient Arrow

WingMakers − Poesie della Camera 4 del sito Ancient Arrow

(tradotte liberamente da Momi Zanda − il testo originale inglese si trova nella sezione
Poetry del sito www.wingmakers.com)

Un giorno

Un giorno
uscirò da questo bozzolo di carne
e mi alzerò in volo silenziosamente come un uccello d’oro,
con la grazia del fumo che si leva da una fiamma ormai spenta.
Non sognerò più di luoghi
nascostamente celati nella lontana fenditura del cielo,
dove i piedi non lasciano impronte.

Un giorno
camminerò nei giardini tenendo per mano
la mia creazione e il mio creatore.
Ci toccheremo per dirci addio
come amanti divisi dalla morte.
Resteremo abbracciati
fin quando al risveglio
saremo invisibili l’uno all’altro.

Un giorno
mi staccherò da quella parte di me
che è sempre presente
e danzerò con lei
come la luna si riflette sull’acqua.
La stringerò a me in un lungo abbraccio
che scandisce la perfezione
nell’inno del Custode dei Canti.

Un giorno
mi avvolgerò dentro di me
e sognerò di te
quest’osso di animale ricoperto di carne.
Bramerò di conoscere nuovamente la tua vita.
Protenderò le braccia verso di te
come tu ora protendi le tue verso di me.
Che magia!
La grandezza di agognare l’ignoto!
Ciò che è
raggiunge sempre il sé
che si cela dietro le apparenze.
Che sogna sé stesso sveglio e addormentato.
Che sa che entrambi i lati della tela son dipinti,
e aspettano l’altro
per fondersi di nuovo.

Chamber 4. Poetry 1

L’assente

Affrontando un’altra sera senza di te
mi separo da me stesso
nel moto delle nuvole,
nel moto della terra che ruota su sé stessa
come la lava rotola verso il mare.
Eppure quando torno dal mio sogno
tu sei ancora lontano da me ventitré passi;
un bouquet dell’abisso.

Se guardo verso est penso a te
che attendi quietamente
che io con le mie mani
ti stacchi dalla matrice
a colpi pacati di martello.
Con le spalle intatte, libere dalla desolazione,
puoi nuovamente aprire gli occhi
scintillando gli animali iridescenti,
le ardite vibrazioni del tuo fiorente spirito.

La tua immagine è al centro della mia tavola.
Ti guardo alla luce delle candele
dietro cui le finestre, buie nella loro immensità,
non fanno che ingrandirti.
Rendendoti più di ciò che ho perduto.

La notte vado dentro il tuo corpo
per sentire la presenza del tuo cuore che batte
qualcosa d’oro
intessuto da un altro mondo.
Puoi percepirmi quando lo faccio
benché io per te sia invisibile,
se non per un riflesso nello specchio.
Con la coda dell’occhio
puoi vedermi danzare il corpo.
Puoi vedermi danzare la mente.
Puoi vedermi danzare le incarnazioni della mia assenza.

Chamber 4. Poetry 2

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