Poesie dei WingMakers: Ancient Arrow Site – Camera 19

WingMakers – Dipinto della Camera 19 del sito Ancient Arrow
WingMakers – Dipinto della Camera 19 del sito Ancient Arrow

WingMakers − Poesie della Camera 19 del sito Ancient Arrow

(tradotte liberamente da Momi Zanda − il testo originale inglese si trova nella sezione
Poetry del sito www.wingmakers.com)

Facile da trovare

Ho spesso guardato dentro i miei cassetti
senza sapere perché.
Qualcosa mi sfidò.
Cercami e mi troverai,
ma quando acconsento
vengo confuso dai fuggevoli sentieri della memoria.
Le mani si immergono ma restano maldestramente vuote
come un bambino scappato da casa
che nessuno cerca.

So che c’è qualcosa che cerco
che si nasconde da me, così che io non possa pensare a ciò che mi manca.
Che però, e questo è il punto,
è troppo dannatamente potente per restare silente e quieto.
Inoltre, so che mi manca perché ne ho nostalgia.

Mi manca.
Qualunque cosa sia.
Qualunque cosa io desideri che sia non è quello.
Non può mai essere nient’altro che quello che è.
E perciò cerco nei cassetti e negli armadi senza un perché,
come un automa che è stato acceso
solo perché funziona.

Mi manca.
Vorrei che potesse trovarmi.
Forse dovrei stare fermo abbastanza a lungo perché ci riesca.
Ora c’è un interruttore.
Lasciamo che questa “cosa” potente cerchi di trovarmi.
Ma quanto a lungo dovrò aspettare?
E come la riconoscerò se dovesse trovarmi?

Devono esserci delle definizioni per questa condizione
che termina
nella fobia.
Dannazione, odio questo suffisso.
Tutto comincia con un senso di meraviglia
e finisce con un senso di vuoto.
Dio, vorrei che mi trovassi ora.
Mi infilerò in un cassettino
bene in vista.
Non mi seppellirò sotto le ricevute.
Sarò proprio in cima.
Facile da trovare.
Hai bisogno di me per qualcosa?
Spero di sì, perché io ho bisogno di te per tutto.

Chamber 19. Poem 1

Luoghi invitanti

Non mi sono mai sentito più smarrito
che nei luoghi invitanti.
Nulla mi spinge ad andare avanti.
Nulla costringe la mia bocca a parlare.
Nell’ignoranza profonda come una caverna, che somiglia all’oblio,
sono senz’anima nel sonno.
Dove sei, amato?
Non sai che ti aspetto?
Non comprendi il cuore di cristallo?
Le sue sfaccettature sono specchi per le nuvole
in mancanza di azzurro.

Paradiso invulnerabile con occhi rivolti verso il basso
e brucianti proiettili di vittoria che scorticano la carne
come una scure famelica,
perché mi hai seguito?
Ho bisogno di un mio pari non di un assassino.
Ho bisogno di un compagno non di un sovrano.
Ho bisogno d’amore non di comandamenti.

Non sono mai stato una
delle cose dimenticate.
Dio sembra trovarmi persino nei rotolacampo,
quando i venti ululano
e io divento l’osso a forchetta nelle mani
del bene e del male.
Perché mi cercano?
A cosa servo
se non posso diventare visibile a te?

Sai, quando mettono gli animali a dormire
i bambini aspettano fuori
mentre la lancetta salda il debito del dolore e dell’età.
Il padre o la madre compilano un assegno e quel giorno firmano due volte col loro nome.
Versano un diluvio di lacrime.
Sorridono ai loro figli
con cuori stretti che battono
di sbieco come un pendolo
del tempo.

E io vedo tutto questo e molto più.
Un piccolo animale i cui debiti saranno saldati.
I bambini stanno già comparendo, fuori,
e aspettano di essere rassicurati dal sorriso dei genitori.
La firma e il diluvio
non li vedono mai.

Nel santuario invernale
ho trovato solo te.
Aspetto segnali che mi traggano dal freddo
portandomi nel tuo fuoco,
e so che verranno
benché io rovisti in cerca della chiave.
Benché il mio cuore sia stato tradito.
Benché abbia appreso solo la divisione.
Mi ricordo di te
e della luce sopra la tua porta.

Chamber 19. Poem 2

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