Movimento retrogrado

Ieri è iniziata l’estate, e da qualche giorno anche il clima sembra essersi sincronizzato, sebbene per fortuna nella mia città il caldo non sia ancora eccessivo. La sera, all’aperto, è ancora utile avere con sé una giacca leggera o un maglioncino di cotone, e l’umidità è tollerabile. Insomma, si respira.
Come tutti abbiamo visto, l’inizio della prima stagione calda della nuova era ha mostrato, come tante altre cose, la sua eccentricità. Qui a Cagliari gli anni scorsi l’estate meteorologica iniziava già da fine maggio, se non prima. Quest’anno fino a pochi giorni fa la maggior parte delle sere, e anche qualche giornata, sembravano autunnali.
L’entrata della nuova energia continua ad accelerare e potenziarsi, e le turbolenze prodotte da questa accelerazione stanno causando malessere e problemi a molte persone, sia interiormente che nei fatti che succedono. E anche nel corpo, che spesso manifesta sintomi più o meno seri, e in molti casi senza cause apparenti. Pure il ritmo del sonno subisce i contraccolpi di questo squilibrio. A me sta capitando spesso di ritrovarmi completamente sveglio verso le sei e mezzo del mattino, e a quel punto mi alzo anche se ho dormito solo cinque ore (abitualmente vado a dormire tra l’una e le due) contro le mie abituali sette ore e mezzo. La cosa strana è che poi nel corso della giornata non ne risento affatto e non sento il bisogno di recuperare il sonno perduto.
Insomma, tutto sembra squilibrato e fuori controllo.
Io per il momento (e qui incrocio le dita!) sto riuscendo a cavalcare l’onda, e questi ultimi mesi sono stati molto intensi, impegnativi e ricchi di eventi esteriori e interiori, ma anche nel complesso fluidi e leggeri. Il flusso di energia mi fa sentire vivo e creativo, e guardo al futuro come a un interessante campo di possibilità indefinite. Ho anche iniziato a elaborare il mio prossimo libro (che ha già un titolo: Voci dal non tempo: frammenti di un insegnamento multidimensionale). Come ho già accennato in altri post, da circa sette anni ho iniziato a canalizzare numerose entità incorporee, da solo ma anche insieme a un’amica. Nei nostri incontri io guidavo la trance e ponevo le domande precedentemente concordate, e lei dava voce alle varie entità che di volta in volta venivano a rispondere. Ogni sessione veniva registrata e poi da me diligentemente trascritta. Per diversi anni abbiamo canalizzato con una certa regolarità, mediamente un paio di volte al mese. Poi c’è stata un’interruzione di parecchi mesi e dall’estate scorsa abbiamo ripreso a canalizzare più saltuariamente, quando ne sentiamo l’esigenza e i nostri impegni ce lo consentono. A tutt’oggi le nostre sessioni di canalizzazione superano il centinaio. Circa un terzo del materiale è già stato sfruttato per la stesura del mio libro L’unione dei mondi, dei due terzi restanti una parte è inutilizzabile perché troppo frammentaria o troppo personale, ma la parte che resta è una miniera di insegnamenti sul tempo, l’identità, la multidimensionalità, il corpo, la sessualità, i rapporti  tra spirito e materia, l’abbondanza, la manipolazione, l’alimentazione e via dicendo. Rileggendo per uso personale alcune di queste vecchie canalizzazioni, mi sono reso conto che, per quanto di difficile lettura e di ancor più difficile comprensione, esse racchiudono degli insegnamenti attualissimi e a mio modesto parere troppo preziosi per restare celati, e perciò ho iniziato a selezionarli e rielaborarli per ricavarne un libro, col beneplacito dell’arcangelo Michele, che in risposta a una mia precisa domanda in merito mi ha detto recentemente: «Il progetto della multirazzialità che stiamo insieme portando avanti trova felice espressione nella compilazione di un testo scritto che così raggiunge i cuori di molta gente. Ancora nei vostri fotogrammi di tempo e nella vostra cultura il mezzo scritto è un medium utile per far circolare le comprensioni, e così avere qualche cosa di scritto permette ai nostri colloqui di trovare il giusto compimento e dà al progetto la necessaria diffusione e visibilità.»
Racconto questo per giustificare il fatto che, totalmente assorbito e intrigato da questo lavoro, da quasi un mese e mezzo non ho trovato il tempo e l’ispirazione per scrivere sul blog. È tempo di rimediare.

Già da parecchio avevo sulla punta della lingua un post su Beppe Grillo e il Movimento Cinque Stelle (ad esso allude il titolo del post!), ma finora ho preferito mordermi la lingua perché questo non è un blog politico e scrivere di politica espone facilmente al rischio di essere risucchiati da vecchie faziosità e vecchie energie. Ma, come ho detto in un mio post “preelettorale” (Elezioni e dimissioni), la cosa importante a mio parere è guardare oltre i fatti che succedono per comprendere meglio le dinamiche energetiche sottostanti. Ed è questo che voglio provare a fare.
Dal punto di vista dei fatti, criticare oggi Grillo e il suo Movimento è un po’ come sparare sulla Croce Rossa. Non metto in dubbio l’impegno e la buona fede di gran parte dei deputati e senatori Cinque Stelle (mi rifiuto di chiamarli “cittadini”, termine che evoca fastidiosamente la Rivoluzione Francese, che con tutto il rispetto è sfociata come sappiamo in un bagno di sangue aprendo poi la via  all’impero napoleonico e alla successiva Restaurazione; capisco che rifiutino di essere chiamati “onorevoli”, termine poco egualitario e quasi sempre immeritato, ma deputato e senatore sono semplicemente degli indicatori di funzione, proprio come ragioniere o idraulico o avvocato, dunque perché non usarli?).
In ogni caso, a parte l’impegno dei singoli deputati e senatori, che probabilmente porterà comunque pochi risultati concreti visto che non hanno i numeri per far approvare le loro proposte di legge, il Movimento finora non ne ha azzeccato molte, e il titolo di maggior merito acquisito dopo le elezioni — la proposta di Rodotà come Presidente della Repubblica unita a una mano tesa al PD per una collaborazione paritaria basata su nomi e proposte condivisi — l’ha ben presto stracciato Grillo stesso, dopo la batosta elettorale alle amministrative, con un post arrogante e offensivo al quale Rodotà, col suo ineccepibile stile, ha preferito non rispondere.
Al di là poi di torti o ragioni che non mi interessa indagare, le varie epurazioni e il conseguente clima da “psicopolizia” — termine usato da una deputata cagliaritana Cinque Stelle — che si è creato all’interno del Movimento non possono che contrariare chiunque non abbia un forte gene integralista nel suo DNA: il fine non giustifica i mezzi. E la pretesa da parte di un movimento di imporre ai propri aderenti una fedeltà acritica a una supposta “ortodossia” (l’interpretazione della quale è inevitabilmente legata a gerarchie più o meno esplicite e a gradi di potere: tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più eguali degli altri, come insegna Orwell) è purtroppo un dato diffuso e comune a organizzazioni di vario genere (politiche, religiose e persino di volontariato), che a prescindere dalla bontà e dalla sincerità del loro intento non può che portare — come la storia insegna — a fanatismi, complotti, conflitti interni, lotte di potere, inquisizioni, cacce alle streghe, guerre di religione e scismi. Con buona pace della “mission” originaria che ha portato le persone ad aderirvi.
Già tutto questo fa poco sperare sulla possibilità che il M5S riesca davvero a cambiare in meglio le sorti politiche, economiche e sociali dell’Italia, e basterebbe secondo me — al di là di altri ragionamenti — a spiegare il flop delle amministrative e la caduta libera, nei sondaggi, del numero dei potenziali elettori del Movimento.

Fin qui l’analisi — inevitabilmente molto stringata — dei fatti. E i fatti indicano chiaramente che le energie che li muovono sono vecchie energie: le energie del conflitto e della separazione. L’idea di essere gli unici detentori della verità, gli unici che possono fare la differenza, gli unici in grado di cambiare il mondo e di salvare l’umanità — in altre parole l’esclusivismo, in qualunque modo e su qualunque piano, politico, religioso o di altro genere, esso si manifesti — racchiude l’energia della separazione. Separa noi stessi — gli eletti che stanno dalla parte della ragione — da tutti gli altri, che sono i nemici da combattere o da convertire, e che comunque, poiché non la pensano come noi, non hanno capito, vivono ancora nell’illusione. L’esclusivismo ci tiene imprigionati nella dualità e nel giudizio — giusto o sbagliato, eretico o ortodosso, buono o cattivo — che ne costituisce il principale collante. Crea il conflitto tra noi e gli altri, e l’energia del conflitto, una volta attivata, si incrementa da sola in una spirale senza fine, portando a combattere prima i nemici esterni (nel caso del M5S la vecchia politica e i partiti) e poi i nemici interni (i dissidenti). E le vecchie energie son tanto più potenti quanto meno si è consapevoli della loro esistenza e del loro funzionamento. Purtroppo perciò Grillo è destinato a fallire miseramente nel suo intento — che non dubito sia sincero — di cambiare l’Italia, a meno che non inverta il suo “movimento retrogrado”, che la nuova energia non può assolutamente sostenere, imprimendogli una nuova direzione o, meglio, lasciando che trovi da sé stesso liberamente una nuova direzione, senza diktat e senza cacce alle streghe.
Paradossalmente (e spero che questa considerazione non mi faccia passare per un partigiano delle larghe intese) il Pd e il Pdl sono più in sintonia con la nuova energia nella loro ricerca di una seppur temporanea unione, con l’attenzione certosina ad accordarsi su ciò che non è “divisivo”. La buona notizia è che la loro unione è soprattutto di comodo e di facciata, e le divisioni tra loro (e soprattutto quelle al proprio interno) sono talmente tante che le larghe intese probabilmente non riusciranno a durare per più di qualche anno.
Aggiungo che comunque il fatto che la nuova energia sia un’energia non dualistica, che promuove l’unione e non la separazione, non significa ovviamente che d’ora in poi non ci si possa o non ci si debba più separare (da un partner, da un lavoro, da una città, da un amico con cui non abbiamo più molto da dirci, da un’idea politica che non ci sta più bene, da una fede religiosa con cui non ci sentiamo più in risonanza, persino da una parte vecchia di noi stessi). La discriminante per capire se si è in sintonia con la nuova energia oppure no, credo sia la modalità con cui avviene la separazione, e ciò che produce in noi. Se ci si separa nel rispetto dell’altro, senza giudizio e senza entrare nel dramma e nel conflitto, la nuova energia agevolerà il processo, aiutandoci a lasciarci alle spalle morbidamente ciò che non è più in sintonia con le nostre frequenze, e alla fine ci sentiremo più leggeri e più liberi, e in maggiore armonia con noi stessi e col mondo (anche con ciò da cui ci si è separati).

Un ultimo punto che mi sembra indicare che Grillo e il suo Movimento sono inquinati dalle vecchie energie (e mi scuso se mi dilungo ancora in un post già eccessivamente prolisso) è la totale mancanza di senso dell’umorismo e soprattutto di autoironia da parte di Grillo e dei suoi seguaci. Può sembrar strano dire questo di un comico (e un comico straordinariamente geniale e divertente) ma il vero umorismo implica la capacità di ridere di sé stessi, mentre l’umorismo di Grillo è sempre rivolto agli altri e alle situazioni esterne a lui — che si tratti dell’avversario del Pdmenoelle Bersani-Gargamella o del punto G della “dissidente” Federica Salsi — mai a sé stesso o alle situazioni che lo riguardano. Ancor più marcatamente, le esternazioni dei “cittadini” del M5S autorizzati a parlare non solo sono totalmente prive di autoironia e di senso dell’umorismo, ma nella loro supponente seriosità dimostrano spesso la totale assenza del senso del ridicolo.
La mancanza del senso dell’umorismo e dell’autoironia e il prendersi troppo sul serio sono tratti che spesso purtroppo vanno a braccetto con l’integralismo e col fanatismo, e sono quasi sempre segno di ristrettezza di vedute e di chiusura mentale. Le mie guide incorporee (che hanno un profondo senso dell’umorismo ma mancano invece totalmente di “politically correctness”) si sono spinte a dire: «Niente è veramente serio di ciò che esiste. Tutta la totalità è poco seria. La serietà è sempre un limite alla comprensione. Nessun essere veramente illuminato può essere serio. Così ricorda che ciò che è serio è spesso una prigione.»
E questo implica che bisogna saper ridere — con giocosità e leggerezza — di qualunque cosa, ma prima di tutto appunto di sé stessi. Con buona pace del Grillo parlante (che forse è Beppe Grillo e forse — con riferimento al proverbiale personaggio di Pinocchio — sono io, che mi ostino “seriosamente” a discettare su tutto dall’alto della mia presunta saggezza!).
Un ringraziamento a chi è riuscito a leggere fin qui, e buona estate.

3 Risposte a “Movimento retrogrado”

  1. Ciao Momi,
    l’autoironia chi sa farla bene è colui o colei che ha identificato il proprio essere col proprio testimone si è liberato dalla maggior parte delle proprie paure e non teme di apparire ridicolo, non avrebbe senso identificarsi con i pensieri e azioni……… si va oltre. A parer mio più che movimento retrogrado lo definirei vintage, rispolverare il vecchio per approcciare il nuovo, ma come dici anche tu, la nuova era si basa su nuove prospettive percettive, cosa che questo movimento ha colto nelle persone che vi hanno aderito e che pare di non poter sostenere, la nuova energia non funziona demolendo gli altri ma unendosi con… , dove però ogni persona è “costretta” ad assumersi le proprie responsabilità, soprattutto di crescita della propria consapevolezza.
    Nuova (Era)= voce del verbo essere con.”imperfetto”. Volgiamo alla perfezione???
    Ciao Filippo

    1. Ciao Filippo, grazie del tuo commento. Sì, secondo me volgiamo alla perfezione. O forse siamo già perfetti e dobbiamo solo ricordarci di esserlo …

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