Merry Christmas

Domani è il solstizio d’inverno. Natale è alle porte. Come ormai è largamente risaputo la festa della Natività cristiana è stata sovrapposta alle varie feste “pagane” che nel mondo antico celebravano il solstizio e la nascita della divinità solare. Insieme al Capodanno, il Natale fa perciò di questo periodo dell’anno un momento di transizione e di cambiamento. Di rinascita.
Ma al di là dei suoi significati simbolici ed esoterici, nella società occidentale il Natale è per eccellenza la festa della famiglia. Come recita il detto popolare, «Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi».
Personalmente, finché sono stati vivi i miei genitori credo di non aver trascorso un solo Natale lontano dalla famiglia. Certe volte non ne avevo la minima voglia, e l’atmosfera famigliare non sempre era del tutto allegra e festosa, ma alla fin fine era un sacrificio accettabile che ero disposto a fare visto che mia madre in particolare ci teneva molto a riunire la famiglia in quell’occasione. Dopo la sua morte, e poi quella di mio padre, mi sono sentito finalmente esentato da quell’obbligo.
Al di là di come ognuno vive il Natale, sicuramente però questi sono giorni in cui si è facilmente portati a riflettere sulla propria famiglia, quella che si ha o quella che non si ha, e che magari si vorrebbe avere. E l’obbligo di festeggiare il Natale spesso mette in risalto tensioni e insoddisfazioni in ambito famigliare che magari nel resto dell’anno tendiamo a nascondere sotto il tappeto.
L’altro giorno con una mia cliente abbiamo parlato proprio di questi temi, e poi, nel corso di una meditazione, l’arcangelo Raffaele ha detto la sua sulla famiglia. Le sue parole mi hanno molto colpito e perciò — dopo averle leggermente rielaborate per renderle fruibili a chiunque — ho deciso di pubblicarle su questo blog.

«Gli arcangeli spiegano che questo luogo in cui ti hanno condotto è il Tempio della Famiglia, il tuo Tempio della famiglia. Ti accompagnano all’interno del Tempio, nel sancta sanctorum, che è una piccola sala circolare col soffitto a cupola, una cupola di vetro colorato che filtra i raggi del sole. Al centro di questa saletta circolare c’è una sedia, una sorta di trono, e tu ti siedi là. In realtà questa è una sala della memoria, dei ricordi. L’arcangelo Raffaele ti spiega che ci sono tante famiglie, ogni essere umano ha tante famiglie. Il sentimento della sacralità della famiglia, che tu senti nel profondo del cuore, è assolutamente apprezzabile e rispettabile. Ma quello che intrappola voi umani terrestri, in quest’epoca così come nel passato, è la visione unilaterale, monolitica, lineare, ingabbiata in un unico tempo, che vi fa credere di avere una sola famiglia, quella all’interno della quale siete nati, e poi eventualmente quella che costruite quando siete diventati adulti. Ed è questo il veleno, questa visione unilaterale, non la famiglia in sé. Per questo Momi, sia nel suo lavoro su di sé che, quando è il caso, nel lavoro con gli altri, sta sottolineando la necessità di resettare il proprio lignaggio famigliare. In realtà ciò vuol dire, più precisamente, resettare questa unilateralità, questa visione monodimensionale, limitata, ingabbiante. La comprensione di avere tante famiglie, di far parte di tante famiglie, permette di scegliere liberamente di volta in volta in ogni circostanza con quale delle famiglie ci si sente più in sintonia, più in risonanza. E questo sentire può cambiare nel tempo, e non leva niente a tutte le altre famiglie. Nel piano della coscienza non ci sono gelosie o possessi, che sono invece delle peculiarità proprie di questa vostra realtà chiusa, ingabbiata e manipolata. Fai un respiro profondo mentre ascolti queste parole, lasciale penetrare nel tuo cuore come gocce di un balsamo curativo. Perché davvero la comprensione di questo che ti sto dicendo può curare tante delle sofferenze umane. Tu sei un epigono di una famiglia tradizionale, con la sua storia, con la sua nobiltà e con delle regole che si sono costituite, costruite nell’arco dei secoli, dei millenni. Molte di queste regole erano utili, funzionali nei tempi in cui sono state stabilite e portate avanti. Tu hai sicuramente un debito — debito non nel senso di dover ripagare qualcosa — ma sicuramente qualcosa ti è stato dato da questa famiglia, da questo lignaggio, ed è giusto esserne grata. Tu però sei appunto un epigono, non vivi più in quel tempo, hai lasciato quella realtà, quella comunità. Quindi ora non c’è motivo di avere sensi di colpa, semplicemente non puoi cercare di onorare gli obblighi di quella famiglia, di quella comunità, dal momento che non ne fai più parte. Devi avere il coraggio di andare oltre e scegliere altre famiglie di cui fai parte. In questo modo lasci anche più liberi i membri della tua famiglia terrena che sono già andati via da questa dimensione. Anche in questo caso non si tratta di rinnegare un legame o un affetto, ma di andare oltre. Respira profondamente. Per approfondire questo percorso è importante ritrovare la consapevolezza e il contatto con altre famiglie di cui fai parte in altri mondi e in altre dimensioni della coscienza. Per ora ti chiediamo solo di riflettere su queste parole che l’arcangelo Raffaele oggi ti ha detto, in questo Tempio della Famiglia, in questo sancta sanctorum, per ritrovare altre tue famiglie, per impostare in maniera diversa i rapporti con quelle di cui fai parte nella tua attuale dimensione terrena. Per arrivare a capire che alla fin fine l’unica vera famiglia sei tu. La famiglia a cui è dedicato questo tempio sei tu. E quindi è giusto iniziare a comportarti verso te stessa come faresti con i tuoi famigliari. Con te stessa devi essere una madre, un padre, una figlia, un figlio. Un marito e una moglie, un amante. Con questo nuovo atteggiamento troverai più leggerezza, e tutte le altre famiglie saranno un riflesso, una manifestazione di questa tua famiglia, diciamo così, interna. Non c’è nulla di particolarmente difficile da capire a livello logico nella cose che ho detto, ma è molto difficile invece capirle interiormente, profondamente, con il cuore, con il corpo, con la vita. È un movimento, è un cambio di frequenza che ti invitiamo a fare. Perciò ora l’unico consiglio è di riascoltare diverse volte a distanza di giorni, di settimane questo che io sto dicendo, e di goderti queste vacanze, queste feste invernali, riposando per tutto il tempo di cui hai necessità e mantenendo il più possibile il contatto con te stessa, con la tua interiorità, così da affrontare in maniera aperta, ottimista e luminosa l’inizio del nuovo anno, che è pur sempre una cesura importante che può aprire nuovi percorsi, nuove prospettive. Nel mentre che venivano pronunciate queste parole, all’interno di questo tuo Tempio della Famiglia sei stata abbracciata e rigenerata da me e dagli altri arcangeli, dalla nostra luce, dalla nostra gioia, dal nostro potere. Quindi non ci resta che augurarti buone feste.»

Buon Natale, Merry Christmas, Bon Noël

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