L’ascensore verso Casa

WingMakers -The Grand Portal
WingMakers -The Grand Portal

Ho finalmente completato la traduzione delle 48 poesie dei WingMakers collegate alle 24 camere del sito Ancient Arrow e posso dedicare un po’ di tempo alla stesura di questo post, che cerca di fare il punto sullo stato delle cose, ovviamente come sempre dal mio personale punto di osservazione.
Siamo ormai a fine marzo. È iniziata la primavera, abbiamo appena festeggiato la Pasqua e le giornate si sono visibilmente allungate (complice anche l’arrivo dell’ora legale). Eppure continuo ad avere la sensazione che ancora l’anno non decolli, che il “vero” 2016 non sia ancora iniziato.
Questi mesi per me, e per la maggior parte delle persone che ho incontrato, sono stati piuttosto pesanti. Non posso dire di essere stato male – a parte alcuni fisiologici momenti di scoraggiamento – ma tutto è stato molto faticoso, come se avessi il freno a mano tirato.
Dall’inizio di febbraio ho dovuto affrontare la malattia di Nero – il gatto con cui condivido la casa – che è stato ricoverato per un infezione alla trachea e un grave edema alla glottide, forse di origine allergica. L’edema gli impediva di respirare bene e c’è stato un momento in cui sembrava che rischiasse di morire soffocato, tanto che hanno dovuto dargli l’ossigeno.
A quel punto l’ho chiamato durante una delle mie meditazioni e gli ho chiesto di rimanere ancora per qualche tempo, perché per me non era il momento migliore per separarmi da lui. Oltretutto mi son sempre augurato per lui una morte serena, mentre in quei giorni stava soffrendo molto, e non volevo che finisse la sua vita in quel modo. Nero ha capito la mia richiesta e ha accettato di restare. Dal giorno dopo – grazie sicuramente anche alla terapia di cortisone e antibiotici – Nero ha iniziato a migliorare e dopo una decina di giorni di ricovero e un paio di settimane di convalescenza è tornato in piena forma e ha ripreso le sue abituali scorribande diurne e notturne.
Grazie alla malattia il mio rapporto con Nero si è approfondito enormemente. Uno dei motivi per cui Nero è entrato nella mia vita è insegnarmi l’amore, e in questo aspetto la sua malattia mi ha permesso una sorta di salto quantico. Ma in ogni caso è stata molto impegnativa, psicologicamente, emotivamente e anche per i risvolti pratici.
La sua guarigione ha coinciso con un alleggerimento delle energie che mi ha fatto tirare un sospiro di sollievo, come se mi fosse stato tolto un gran peso dalle spalle. E da allora mi sento sicuramente meglio, più attivo e più fiducioso.
Ciononostante continuo a percepire un’energia che cerca di frenare il movimento e il cambiamento. E i recenti fatti di cronaca in tutto il mondo, dagli attentati di Bruxelles a quello di Lahore o dell’Irak, così come il dramma crescente dei migranti che pare irrisolvibile, sembrano riflettere questo stato di cose.
D’altra parte, i flussi di energia ad alta frequenza che continuano ad arrivare sul pianeta sono sempre più potenti, e questo provoca, per così dire, uno scontro energetico che inevitabilmente ci mette in difficoltà, come se fossimo tra l’incudine e il martello. È ancora molto difficile per la maggior parte di noi essere costantemente sintonizzati sulle nuove frequenze, per le quali i nostri corpi e le nostre menti non sono sufficientemente attrezzati e vanno dunque “revisionati”, e questo crea un effetto di dissonanza che si traduce soggettivamente in un senso di disagio e di incompletezza, se non in un vero e proprio malessere interiore. D’altra parte, il contatto con le nuove energie ancora una volta provoca l’emersione e la manifestazione di tutte le energie a bassa frequenza bloccate o non risolte. È come se stessimo scavando in strati sempre più profondi della nostra totalità. I nostri aspetti oscuri o sofferenti, anche alcuni di cui magari non sospettavamo l’esistenza, si rivelano perciò nella nostra quotidianità e spesso riescono ad avere, almeno momentaneamente, il sopravvento.
Questa è una grande occasione per ampliare ulteriormente la consapevolezza che abbiamo di noi stessi (di chi siamo realmente) e per portare a un livello più elevato il processo di integrazione delle parti oscure del nostro essere, che vanno comprese, amate e accettate per poter essere armonizzate nella totalità che ognuno di noi è.
Questo processo è meravigliosamente sintetizzato nella chiusa di una poesia dei WingMakers (Calda presenza) che recita «Quando tutti i miei dolori saranno riuniti attorno a me / in un cerchio ininterrotto, li fisserò con lo sguardo. / Dietro di loro attende un secondo cerchio, / ancora più ampio e molto più potente. / È il cerchio della calda presenza della vita / dopo che i dolori sono passati sotto la fonte delle ombre / e si sono trasformati, simili all’immobile crisalide / che partorisce angeli iridescenti.»

A marzo è venuto a Cagliari per un weekend il mio amico M., di cui ho già parlato in alcuni post precedenti (Conversazione con gli Elohim. 1 e 2, Cardiofitness, Il superamento della vecchia energia).
Già dall’inizio dell’anno le nostre varie guide incorporee ci avevano detto che appena possibile avremmo dovuto incontrarci per canalizzare. L’unica indicazione chiara era che saremmo dovuti “tornare all’origine”.
Il risultato è stata una magnifica canalizzazione con l’arcangelo Michele – al quale ha dato voce il mio amico M. – che ci ha chiarito il punto del nostro percorso spiegandoci con semplicità e profondità quello che a suo parere andava fatto.
Ovviamente ho registrato la canalizzazione e dopo averla trascritta ne ho fatto una sintesi per renderla fruibile su questo blog, nella convinzione che ciò che l’arcangelo Michele ci ha spiegato non fosse solo per noi ma possa essere utile a tante altre persone che si stanno impegnando nel processo di ascensione personale e collettivo.

«L’arcangelo Michele mi fa sentire il plesso solare che è la sede del nostro potere personale. È da lì che noi possiamo iniziare a viaggiare. È come essere in una capsula attraverso la quale si può essere trasportati nel tempo e nello spazio. La vedo come un cono con tante sfaccettature di luce che sono le frequenze, le dimensioni, che però si riflettono l’una nell’altra. Il plesso solare fornisce la forza per viaggiare, il potere personale per fare il viaggio verso Casa, per scoprire l’origine. Perché se noi non scopriamo l’origine, non possiamo capire le altre realtà. Queste realtà si possono comprendere solo se si è in quella dimensione spaziotemporale dove in realtà il tempo non c’è. Perché è da lì che poi si decide il tempo. Cioè, appena si esce da quel non tempo, allora si decide quale è il tempo. Nel momento in cui si viene fuori da lì, da quella dimensione dove sì può osservare il tempo.
L’osservazione. Ecco perché fin dall’inizio vedevo un occhio. Attraverso questo occhio si può dirigere il tempo. Cioè, tornando lì, a Casa, al nostro corpo d’origine, attraverso l’osservazione possiamo dirigere. Perché emaniamo vibrazioni, frequenze, onde di luce, e quindi da lì possiamo dirigere il tempo. Dirigere il tempo significa andare da una parte o dall’altra. Quando c’è questa consapevolezza allora si può dirigere. Per dirigere bisogna essere in quello spaziotempo dove non c’è il tempo. Perché in realtà tutto accade là. Perciò quando prendiamo pieno possesso di noi stessi, si succedono un’infinità di vite, l’una dopo l’altra, perché le stiamo osservando nel momento presente. Dato che lì non c’è il tempo, non c’è un tempo lineare come lo intendiamo noi, si può osservare l’intera sequenza delle vite. Come se fossero l’una dopo l’altra. A questo occhio è permesso di osservare e di dirigere a seconda dell’esperienza. Questa sequenza infinita di vite le vediamo in modo quasi lineare. Quando si sposta lo sguardo, la vita è sempre una, si vede solo una vita in una sequenza dinamica, mentre per noi qui nel tempo lineare ci sono tante vite. Da lì si vede invece una sequenza dinamica. Come se niente fosse fermo, ma non lo è semplicemente perché chi osserva da Casa sta dirigendo continuamente questa sequenza dinamica, muove tutto. Quello che facciamo a Casa spesso entra in contrasto con la parte emotiva della nostra identità terrena, il secondo chakra, la sede delle emozioni. Perciò nasce un conflitto fra l’identità terrena e la parte che è a Casa. Di conseguenza tutto si ferma, inizia ad aggrovigliarsi. La sequenza dinamica anziché essere lineare a un certo punto si ferma e comincia a roteare. Dove noi non lasciamo passare il flusso, e quindi siamo noi che interrompiamo questo flusso. Allora ci basiamo su tutto ciò che ci accade. Ciò che ci accade crea un attaccamento e noi restiamo fermi, fin quando non capiamo. Ecco perché dobbiamo tornare all’origine, cioè a Casa: per capire che dobbiamo lasciar fluire questa energia. Se non la lasciamo fluire rimaniamo inchiodati in uno spaziotempo. Perciò dobbiamo liberare quella parte di noi che è bloccata, inchiodata. Quando lo capiamo la lasciamo andare, la lasciamo fluire.
Per accedere a questa consapevolezza fuori del tempo, ognuno può utilizzare i suoi mezzi, gli strumenti che ha a disposizione. Non c’è un modo preciso. Non c’è un unico modo che vale per tutti. Perché come c’è una via discendente, c’è una via ascendente. Ed è la consapevolezza di questa via ascendente che permette poi di ridiscendere. È come prendere un ascensore. Saliamo all’ultimo piano, poi guardiamo giù e ci rendiamo conto che non possiamo restare sempre all’ultimo piano, ma dobbiamo tornare giù. Salire all’ultimo piano ci è servito per osservare, abbiamo visto tutto quello che c’è, a trecentosessanta gradi, adesso torniamo giù e chiaramente abbiamo una visione diversa. Perciò dobbiamo andare a Casa, salire lassù, osservare e poi ridiscendere per liberare tutto ciò che impedisce a questo flusso di energia di scorrere per portarci a fare un’esperienza ulteriore. Quindi partiamo da giù e arriviamo su. Come ci arriviamo è relativo, ma è chiaro che per farlo dobbiamo essere investiti da un’onda di energia. Poi ridiscendiamo ed è allora che avendo acquisito questa nuova consapevolezza possiamo liberarci dal punto in cui eravamo inchiodati e lasciare che tutto si apra. Quando siamo liberi c’è libertà di espressione sia nell’identità terrena, nell’individualità, sia nella totalità. Perché attraverso i centri attraverso i quali ci esprimiamo, esprimiamo noi stessi. Ogni centro, che ha una sua coscienza, una sua consapevolezza, esprime la propria parte. È chiaro che nell’ascensione e nella discesa noi vogliamo esprimerci al massimo, e individuiamo nel cuore il centro dove le onde ascendenti e discendenti si incontrano. Ma non è che attraverso gli altri centri di coscienza non ci si esprima al massimo, o che gli altri centri siano meno importanti. Ad esempio, se uno entra in conflitto nella parte emotiva è chiaro che tutto il resto ne risente. Oppure, se alla radice l’energia non fluisce bene questo genera poi disequilibrio in tutti gli altri centri.
Noi (
si riferisce a me e al mio amico) siamo comunque a buon punto perché non siamo inchiodati, soprattutto alle credenze. Ci siamo lasciati alle spalle i rituali, abbiamo abbandonato tutto quello che può inchiodare una persona. Un esempio può essere la croce, che è uno dei simboli e delle credenze che tengono inchiodate le persone. Ma a questo punto dell’ascensione non servono più le credenze, gli attaccamenti, non ci può essere più niente, qualunque cosa in questo momento è inutile. Ed è il fatto di tornare a Casa che ci dà questa consapevolezza. Ci dà semplicemente la possibilità di osservare dove siamo fermi, inchiodati. Possiamo osservare le cose dall’alto e capire cosa dobbiamo liberare. Ma siamo noi, come identità umana, che dobbiamo fare il lavoro perché osservando da Casa vediamo il blocco, ne diventiamo consapevoli, ma poi è l’identità umana che deve liberarsi perché è lei che sta interrompendo il flusso che parte da Casa e attraversa tante vite, che sono un’unica vita, come un ascensore che si ferma in diversi piani ma è sempre lo stesso ascensore.
Sicuramente il nostro problema principale è quello emotivo. C’è un punto, al livello del secondo chakra, che poi genera anche problemi fisici in quella parte del corpo. Prima abbiamo parlato di aggrovigliamento. È come se noi fossimo uno strumento, un violino, e le sue corde si aggrovigliassero. In quel punto del secondo chakra si aggroviglia qualcosa ed è come se il corpo stesso a un certo punto perda la capacità di fungere da strumento e di emettere un suono. Noi emettiamo un suono, ma questo presuppone che in questa sequenza dinamica tutto fluisca.
E se vogliamo districare questo groviglio la chiave è la pace. La pace oltre il conflitto. Che ovviamente va creata dentro di noi. Quando c’è questa pace, quando abbiamo messo in pace, fatto questa pace, quando arriviamo a sentire questa pace, allora tutto fluisce. In genere molte persone la raggiungono nel momento del trapasso. Hanno tenuto troppo in tensione e in quel momento lasciano andare. La cosa importante comunque è questa, riuscire a non creare tensioni e a mantenere tutto in armonia. L’arcangelo Michele dice di non voler entrare in merito ai nostri problemi personali, terreni, perché sono semplicemente l’effetto di tutto questo, e parlarne ci farebbe entrare in un campo che in questo momento, a questo livello di energia non avrebbe senso. Perché tutto quello che c’è intorno poi funzionerebbe come una cassa di risonanza per i problemi. Si potrebbe paragonare un problema a un tunnel. Ci sei dentro ma poi lo attraversi ed esci dall’altra parte. Come quando attraversi un tunnel in auto. Entri e poi esci. Il tunnel c’è, ma noi siamo altro. Il blocco si crea quando il tunnel schiaccia tutto il resto. Per questo l’arcangelo Michele non vuole entrare in merito ai problemi, non perché li consideri un aspetto trascurabile ma perché parlarne porterebbe a una discussione infinita sul perché i problemi si creano soprattutto su questa Terra, sul perché la Terra è così, ecc. ecc. Entreremmo in una discussione infinita che poi porterebbe alla mente, ai ragionamenti. Invece quello che c’è nella nostra vita c’è perché fa parte di un’esperienza che accade qui sulla Terra. Punto. È semplicemente una parte. È una parte che può fermarci se prende il sopravvento e non ci permette di fare esperienza di qualcos’altro, a meno che non riusciamo appunto a districare questo groviglio, facendo fluire tutto e non curandoci di quello che c’è. Un problema è una bolla, però noi non siamo quella bolla, o non siamo solo quella bolla. La cosa importante è il flusso di energia in cui noi siamo. Se questo flusso è costante oppure no. Perché anche i problemi creano attaccamento, creano una credenza. Si inizia a credere nel problema, ad esempio una malattia, e arriviamo a credere che la malattia ci impedisce di fare altre esperienze. Ma è solo una parte, qui invece stiamo parlando d’altro.
Noi siamo scesi da Casa, ma se osserviamo le cose dal punto di vista di quando siamo a Casa, e vediamo la sequenza dinamica, solo allora possiamo capire perché nella vita terrena accadono certe cose, abbiamo certi problemi, perché siamo così come siamo. Altrimenti restiamo attaccati a quello che stiamo vivendo. Se guardiamo le cose solo dalla prospettiva umana sentiamo pesantezza, perché il solo fatto di pensare a un problema ci fa attaccare al problema e il flusso si interrompe. Ci attacchiamo, le emozioni si aggrovigliano e l’energia non fluisce. Ecco perché l’arcangelo Michele non vuole neanche entrare in merito a tutto questo. Perché farlo creerebbe un serie di condizioni che porterebbero l’energia a rallentare fino a fermarsi e poi diventare qualcos’altro.
Attualmente sulla Terra c’è così tanta confusione perché ci sono tante onde di energia, di luce che avvolgono il pianeta, ma se non c’è consapevolezza di questa energia si genera sconforto, rabbia, frustrazione. Sentimenti terreni. E questo serve semplicemente a capire cos’è l’umanità. Ma anche in questo caso non ci si deve attaccare a qualcosa. Non si possono guardare le cose da un vecchio punto di vista in questo momento, nel 2016. Non possiamo, non dobbiamo più guardare le cose dallo stesso punto di vista. Adesso la cosa importante è tornare a Casa. Più noi stiamo stabilmente a Casa, e quindi all’origine, più abbiamo chiara la situazione. Altrimenti rischiamo di essere coinvolti in quella parte dove si crea il groviglio.
Siamo entrati in un’altra fase e voi dovete svilupparvi e adattarvi anche fisicamente a un altro tipo di radicamento, diverso da quello precedente. È un radicamento che permette di espandere l’energia. Più vi radicate, più questa energia si espande.
L’arcangelo Michele dice che per oggi basta così, va bene così. Ci ringrazia per questo incontro perché ci mette in contatto con frequenze sempre più elevate che generano un’espansione che aiuta tutto. È il tutto che si espande. L’incontro non è benefico solo per noi ma anche per loro e per l’umanità. Perché quando si lavora a questo livello tutti ne traggono beneficio.
»

7 Risposte a “L’ascensore verso Casa”

  1. Tutto gira intorno al tuo perno, il cerchio si espande come le onde gravitazionali.
    La tua casa è come un centro di ruota e tuoi raggi sono raggi di vita.
    Leggendo questo tuo scritto mi viene in mente la canzone “volo magico” di Claudio Rocchi. Certo che se riesco a salire nel piano più alto la prospettiva di quello che riesco a vedere è sicuramente migliore, è neccessario però possedere una buona vista allora invidio i rapaci. Adiosu.

    1. Alcune canzoni di Claudio Rocchi hanno nutrito il mio misticismo adolescenziale e quella che citi (La realtà non esiste, Volo magico era il titolo dell’album) era una delle mie preferite.
      Buona ascesa!

    1. La tua è un’ottima domanda ma la risposta è un po’ troppo complessa per lo spazio di un commento.
      Mi limito a dire che, per quello che credo io, quando si entra in uno stato non ordinario di coscienza – attraverso la trance, la meditazione, i rituali, la danza, la musica ritmica, le piante maestre, ecc., ecc. – è possibile connettersi e comunicare al di là dei sensi fisici con la coscienza di tutti gli esseri, umani e non umani, corporei ed incorporei.
      Tutti gli umani sono in grado di farlo, ma come per ogni cosa i risultati dipendono dalla pratica e dalla predisposizione.
      Cercherò di approfondire l’argomento in un prossimo post.

      1. grazie mille… io ho 3 anni di esperienza con l ayahuasca e con il san pedro… e da 6 mesi ho iniziato a meditare… però probabilmente ho aspettative.. nel senso che cerco qualcosa fuori dall orsinario … vicino alle sensazioni di una cerimonia.. e ovviamente dal momento che ce un aspettativa non accade nulla… come dovrei mediatare secondo te.. semplicemente concentrandomi sul respiro?la mia mente si affolla di pensieri di ogni tipo ..e dopo sei mesi ancora non risesco a trascendere la mente..

  2. Ascolta o uomo che dice a te la fonda mezzanotte . Dormivo , dormivo . Da un sonno profondo mi destai. Or son sveglio . Come è profondo il mondo . Più fondo di quel che il dì pensava . Grande la sua pena , profondo il suo dolore . La pena dice passa il dolore resta ma il piacere vuole profonda, profonda eternità , vuole profonda , profonda Unità/Unicità/Totalità. Dal meraviglioso Oltre uomo F. Nietzsche . Quando si comprenderà chi fosse in realtà Nietzsche si avrà una migliore e superiore comprensione della realtà. Gaetano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.