Viaggio in Perù. 1: Il Serpente Piumato

Nel mio 2012, almeno fino a oggi, l’evento sicuramente più significativo, non solo dal punto di vista esteriore, è stato il mio viaggio in Perù.
Visto che l’ultimo mese dell’anno è alle porte, mi sembra inevitabile fare un primo bilancio di quel viaggio, e il mio modo di fare bilanci passa spesso dalla scrittura. La mia scrittura infatti è rivolta principalmente a me stesso, per dirmi delle cose, per capire più a fondo, per lasciare che oltre alla mia parlino insieme altre “voci”, voci che talvolta hanno un nome e talvolta no. Poi, ovvio, la mia speranza è che chi mi leggerà possa a sua volta trarre un beneficio da ciò che scrivo, o anche solo possa trovare un momento di riflessione o di distensione nella lettura.
Ma torniamo al Perù, e in particolare a Machu Picchu, che era la meta principale del mio viaggio. Fin da adolescente sono sempre stato attratto dalle antiche rovine inca di Machu Picchu, e ho sempre avuto il desiderio di visitarle, ma non era più un pensiero cosciente ormai da molto, come se avessi sempre saputo che un giorno questo desiderio si sarebbe comunque avverato e che quindi era inutile metterci l’attenzione. Né in questi anni vi ho rivolto pensieri particolari. Pensando a un viaggio, l’anno scorso avevo in mente semmai l’Egitto. Luogo di potere e di magia, ma anche un po’ più vicino, un po’ più accessibile rispetto al Perù.

Come racconto anche nel mio sito, all’inizio del 2012 ho letto un messaggio di Kryon canalizzato da Lee Carroll a Lima, in Perù, nel novembre del 2011. In questo messaggio Kryon spiegava che nel 2012 la kundalini del pianeta (che in gran parte del Sud America chiamano il Serpente Piumato) si sarebbe spostata iniziando a srotolarsi nel Sud America da sud verso nord, e che il centro della kundalini, il nuovo chakra del cuore del pianeta, si sarebbe trovato esattamente a Machu Picchu, che Kryon definisce “la capitale del saggio femminile divino sul pianeta”.
Kryon è un’entità angelica molto elevata che dal 1989 comunica attraverso alcuni canali “autorizzati”, il più noto dei quali è l’americano Lee Carroll. Da alcuni anni seguo con interesse i suoi messaggi, che mi hanno aiutato nel mio percorso evolutivo, e ho letto alcuni suoi libri. Nell’ottobre del 2011, inaspettatamente, ho avuto un contatto personale con Kryon che da allora è intervenuto spesso nelle mie meditazioni e in particolare mi aiuta e mi sostiene nel mio lavoro con gli altri. Perciò la lettura del suo messaggio mi ha particolarmente colpito. Avevo già letto da tempo del previsto spostamento della kundalini (ne parla anche Drunvalo Melchizedek nel suo libro Il Serpente di Luce). Lo stesso Kryon ne aveva già accennato in precedenza. Ma questa volta mentre leggevo, come spesso succede coi messaggi di Kryon, sentii che quel messaggio era rivolto personalmente a me (anche a me, ovviamente), come se Kryon mi stesse dicendo: «Tu fai parte di questo cambiamento. Devi andare là. Questo è il momento».
Aveva ovviamente ragione. La sincronia era perfetta. Avevo un po’ di soldi da parte grazie alla vendita di una casa di famiglia. Il mio lavoro mi permette di prendermi le “ferie” abbastanza agevolmente. E soprattutto era (è) il 2012, il nanosecondo dell’eternità in cui avviene un cambiamento quantico che interesserà tutto l’universo.

Però nella mia vita ho viaggiato poco, e mai da solo (a parte in Italia, dove mi sono mosso spesso anche per vari impegni legati alla mia formazione professionale). A 55 anni alcune cose che non si sono mai fatte o si sono fatte poco e male, rischiano di succhiare troppa energia se ti forzi a farle quando non ne hai veramente voglia. Io non avevo voglia di visitare il Perù per così dire “alla ventura”, non me la sentivo. Così ho cercato su internet qualche viaggio organizzato, ma che avesse un’intenzione particolare, un intenzione di tipo spirituale e più precisamente sciamanica. Volevo incontrare uno sciamano peruviano ed essere guidato da lui nella comprensione delle energie del Perù, e in particolare di Machu Picchu.
Fui subito attratto da un’associazione che organizza seminari in Perù, in Valle Sacra (Cusco e Pisac). Undici giorni culminanti in una visita a Machu Picchu con uno sciamano del luogo come guida. Sono entrato subito in contatto, ho trovato un’ottima accoglienza, e mi son sentito subito “a casa”, anche perché  — sebbene ovviamente la lingua del seminario fosse l’inglese — qualcuno degli organizzatori parlava italiano, e questo avrebbe alleggerito almeno un poco i problemi legati alla mia scarsa dimestichezza con l’inglese parlato. Per di più il seminario era basato su quattro cerimonie con l’Ayahuasca e il San Pedro, le due principali piante maestre utilizzate in questo momento dagli sciamani peruviani, insieme a Mama Cuca, la pianta della coca. Devo confessare che da giovane ho avuto alcune esperienze di questo genere (chiamiamole psicotrope, per usare un termine occidentale), ricavandone un vissuto molto gratificante e un’accresciuta conoscenza di me stesso e del mondo. Da allora mi è sempre rimasta l’attrazione per questo tipo di esperienza, e mi sarebbe piaciuto ripeterla non, com’era stato nel caso delle mie esperienze giovanili, in una cornice urbana o comunque occidentale, ma in un contesto appunto “sciamanico”. Ora mi si presentava l’occasione di fare questa esperienza in Perù, dove alcune di quelle piante vivono naturalmente da sempre, e con la guida di uno sciamano del luogo. Insomma, pur con le inevitabili titubanze dovute a una scelta fatta solo tramite internet, mi convinsi che quella era l’associazione giusta per il mio viaggio e in pochi giorni decisi che avrei partecipato a uno di quei seminari. Come date scelsi dal 21 aprile al 1 maggio. Non tanto vicine da costringermi ad affrettarmi con i preparativi, ma neanche troppo lontane. Sicuramente, pensai, era un viaggio che dovevo fare nella prima parte del 2012. Dato che c’erano ancora venti giorni prima della scadenza delle iscrizioni, pur dando per certa la mia partecipazione al 99%, mi riservai del tempo per la decisione finale. Volevo essere pienamente sicuro della mia scelta. Ne parlai agli amici, per prima cosa. Sia per avere il loro sostegno energetico e coinvolgerli nel viaggio, sia per essere sicuro di non rinunciare poi all’ultimo momento, sapendo che dopo avere annunciato la mia intenzione di andare in Perù mi sarei sentito impegnato a concretizzarla, visto che mi secca molto non tenere fede a quello che dico. La loro reazione positiva mi convinse che era il viaggio “giusto”. Così diedi la conferma, pagai la prima rata del seminario e … venni quasi immediatamente colto dal panico. Non era tanto il seminario che mi preoccupava (a parte il problema della lingua), ma il viaggio per raggiungere la Valle Sacra. Come ho detto ho viaggiato poco, anche se fin da ragazzino ho comunque preso decine di aerei in Italia. E qualche volta ho volato anche all’estero, per Amsterdam, o Bruxelles o Tokyo. Ma in quei casi non ero da solo. Avevo perciò previsto che l’idea di dover prendere da solo quattro aerei (Cagliari-Roma-Amsterdam-Lima-Cusco), sbarcando in due aeroporti internazionali probabilmente caotici e forse sterminati, col mio inglese parlato che è rinchiuso nello sgabuzzino più o meno da una decina d’anni, col tempo magari troppo stretto tra un volo e l’altro — mi avrebbe messo ansia. Ma pensavo, o forse speravo, che ciò avvenisse nei normali limiti di una comprensibile leggera preoccupazione. Invece si trattava di panico vero e proprio. Non sto parlando degli attacchi di panico propriamente detti, che non ho mai conosciuto direttamente e che sono in qualche modo un’altra cosa. Io mi sentivo perfettamente padrone di me stesso, ma contemporaneamente percepivo una paura diffusa, che allora pensavo esagerata e immotivata e la cui presenza invece aveva un significato ben preciso e importante. Compresi abbastanza velocemente che quella paura doveva essere pacificata, trasformata. Che questo era uno dei compiti del mio viaggio, e che dovevo iniziare a lavorarci da subito. Mi resi anche conto che mi avrebbe fatto piacere viaggiare con qualcuno, prima di tutto per condividere un’esperienza, ma anche per affrontare insieme gli aspetti pratici, gli eventuali intoppi o difficoltà. Molto spesso le cose si affrontano meglio e con più leggerezza se si è in due. Sicuramente io sarei stato più tranquillo. Ma il mio partner avrebbe dovuto essere speciale, in sintonia con le mie frequenze. E in ogni caso il mio obbiettivo in quel momento era un altro: dovevo pacificare la mia paura e diventare cosciente di essere perfettamente in grado di affrontare quel viaggio anche da solo. In quel frangente gli arcangeli mi sono stati di grandissimo aiuto. Mi hanno incoraggiato ad andare. “Andrà tutto nel migliore dei modi. Sarà come viaggiare su un tappeto volante, anche per quanto riguarda le cose concrete relative al viaggio” mi dicevano. In questo modo mi hanno aiutato a trasformare l’energia a bassa frequenza della paura che mi stava avvolgendo e a vedere la realtà sotto un’altra luce.

Il giorno dopo che questo processo di pacificazione venne completato una mia amica mi mandò una mail in cui mi diceva che voleva parlarmi di un progetto di viaggio. Per una serie di motivi non l’avevo ancora informata del mio viaggio in Perù, anche se avrei voluto farlo, perciò pensai che volesse propormi di seguirla in qualcuno dei suoi progetti che già tempo prima mi aveva ventilato. La invitai a casa mia per discuterne e informarla che avevo già programmato un viaggio in Perù, ma lei era stata già informata del mio progetto da un amico comune, e mi chiese se il mio viaggio era una cosa che avevo deciso di portare avanti da solo o se invece mi avrebbe fatto piacere che lei mi accompagnasse.
Ci conosciamo da una ventina d’anni. Anche lei sta seguendo tra le altre cose dei percorsi di tipo sciamanico. Il giro dei siti megalitici in Sardegna un po’ di anni fa l’ho iniziato con lei, al Pozzo sacro di Santa Cristina e a Su Romanzesu, e da allora abbiamo fatto diverse escursioni nuragiche insieme, tanto che alcuni dei siti più belli tra quelli che ho visitato me li ha fatti conoscere lei. Per di più era una donna. Io stavo andando a Machu Picchu anche per imparare qualcosa in più sulle energie maschili e femminili e sulla loro nuova armonizzazione che lo spostamento della kundalini della Terra implica. Avere al mio fianco un’energia femminile evoluta e compatibile con le mie frequenze era un dono del cielo. In poche parole avevo trovato il partner ideale per il viaggio, e lo avevo trovato solo quando avevo smesso di pensarci e avevo realmente capito che potevo andare anche da solo senza problemi.
A quel punto il tempo stringeva. Bisognava fare i biglietti, il passaporto … c’era poco più di un mese per programmare il viaggio, con tutti i suoi risvolti burocratici e organizzativi. E in tutto questo soprattutto bisognava trovare il tempo per terminare la preparazione spirituale e attivare la comunicazione con il Perù per avvertirlo del nostro arrivo, così da essere correttamente connessi una volta giunti là. In ogni caso, il viaggio era iniziato.

(Se volete leggere il messaggio di Kryon sullo spostamento della Kundalini della Terra cliccate QUI)

4 Risposte a “Viaggio in Perù. 1: Il Serpente Piumato”

  1. ciao, letto e pianto mentre scorro con lo sguardo del cuore le tue parole e le tue foto…sono rientrata un mese fa dal Perù, non riesco a parlare con nessuno del mio viaggio e leggerti mi ha dato un’idea su come potrei farlo. E’ possibile scriverti in privato? ti ringrazio..

  2. io sono tornato a dicembre dal peru… dopo avere avuto esperienze bellissimissime con madre ayahuasca…e forse sto riuscendo ad uscire ora da una depressione post ritorno assurda..e tutt ora nn sto benissimo..
    ciao momi w la nostra magica isola… oggi vado a monte arci..vorrei un ossidiana bella grande… !!!!!!!

    1. Fantastico! Son contento che il tuo incontro con Madre Ayahuasca sia andato bene. Dopo un viaggio così la depressione “post-partum” è quasi fisiologica. Fossi in te più che una depressione la considererei una salutare “incubazione” necessaria per elaborare e digerire le informazioni ricevute e i cambiamenti in atto. Accettala serenamente e vedrai che passerà naturalmente, con l’aiuto di “Mamma Sardegna”. Un abbraccio, e un saluto a Monte Arci (io invece domani andrò a visitare i menhir di Sorgono e il nuraghe Nolza di Meana Sardo)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.