Conversazione con gli Elohim. 2

In uno degli ultimi post ho parlato delle anime compagne. Una delle mie anime compagne è il mio amico Maurizio. Ci siamo conosciuti quasi una trentina d’anni fa a una riunione buddista. Io praticavo il buddismo di Nichiren già da alcuni anni, lui aveva appena iniziato a praticare. L’ho “riconosciuto” a prima vista e da allora con alterne vicende la nostra amicizia si è approfondita, nonostante per carattere e per storia personale siamo due persone estremamente diverse, per alcuni versi quasi agli antipodi.
Maurizio è stato una delle mie prime “cavie” quando frequentavo la scuola di counselling a orientamento ipnologico e avevo iniziato a testare le mie capacità registrando alcune induzioni ipnotiche regressive. Da subito si era rivelato uno straordinario “visionario”. Qualche anno dopo gli arcangeli, con i quali io comunicavo da alcuni mesi, mi chiesero di metterlo in contatto con loro. Per un certo periodo abbiamo fatto un lavoro molto importante insieme. Dapprima io l’ho aiutato a perfezionare la sua capacità di connettersi alle entità di luce e a orientarsi in un mondo per lui allora quasi totalmente sconosciuto. Poi lui, che nel mentre stava venendo addestrato dalle entità di luce a diventare un guaritore energetico, ha iniziato a farmi una serie di trattamenti energetici che sono stati fondamentali per prendere coscienza di un “parassita” energetico con cui convivevo dalla nascita e liberarmene (come racconto nel mio libro L’unione dei mondi).
In seguito ognuno ha proseguito per la sua strada. Strade affini ma diverse e che non sempre riescono a incontrarsi, tanto più che lui nel mentre si è trasferito a Belluno. Ma quando torna a Cagliari per venire a trovare i suoi famigliari, se è possibile cerchiamo di vederci, e magari facciamo qualche lavoro insieme. Ogni tanto le sue guide gli dicono che deve farmi un trattamento energetico o che sono io che devo fargli una trance. Io mi fido ed accetto, e ne esce fuori sempre qualcosa di interessante e di utile per entrambi.
A inizio anno mi aveva informato che aveva la sensazione che dovessimo fare qualcosa assieme e così abbiamo programmato di incontrarci durante il terzo weekend di gennaio mentre lui era qua in città per alcuni giorni. Inizialmente avevo capito che dovesse essere lui a farmi un trattamento, ma invece quando finalmente venne a casa mia mi comunicò che dovevo essere io a fargli una trance. Nessuno dei due aveva la minima idea di cosa andasse fatto e decidemmo semplicemente di affidarci per vedere cosa sarebbe successo.
Mentre lui si sistemava nella poltrona relax io andai in bagno. Spesso è in questi momenti che precedono una seduta che mi arrivano informazioni su come indirizzare la trance. Anche in quell’occasione avvenne questo. Mi fu chiaro che nel corso della trance dovevo portarlo in un sito nuragico, più precisamente in un pozzo sacro. Pensai subito al pozzo sacro di Santa Cristina, che oltre che essere uno dei pozzi sacri meglio conservati e più potenti della Sardegna è anche uno dei suoi preferiti. Ma subito invece si sovrappose l’immagine del pozzo sacro di Santa Vittoria di Serri.
«Devi portarlo nel pozzo sacro di Santa Vittoria e metterlo in contatto con gli Elohim,» mi fu detto. L’informazione era forte e chiara.
Quella che riporto di seguito è la trascrizione, leggermente rielaborata e messa in “buon italiano” per renderla più comprensibile, della canalizzazione che ebbe luogo durante la seduta.

Vorrei che in questo stato immateriale della coscienza in cui stiamo entrando, andassimo assieme in un posto in cui siamo stati anche fisicamente, il villaggio nuragico di Santa Vittoria di Serri. È pomeriggio inoltrato, nel villaggio non c’è nessun altro e noi andiamo verso il pozzo sacro e ti chiedo di entrare dentro il pozzo. Scendi le scale lentamente e ad ogni gradino entri in una dimensione sempre più elevata … ora sei dentro il pozzo … fermati qualche istante al centro del pozzo … con le braccia aperte giri su te stesso per collegarti e captare quell’energia … e poi ti chiedo di appoggiarti con la schiena alla parete del pozzo in piedi, con lo sguardo rivolto verso l’entrata, verso la scala che porta fuori. … Io resto seduto sul primo gradino in alto della scala, rivolto verso il pozzo per creare il polo che chiuda bene questo circuito, con l’aiuto del luogo e delle pietre, per entrare in contatto con l’energia degli Elohim, dei creatori, dei costruttori … fai ancora alcuni respiri profondi e poi ti chiedo semplicemente di lasciarti guidare da queste energie, di vedere se arrivano dei messaggi, delle informazioni, o se c’è qualche entità con cui vuoi metterti in contatto, e ti chiedo di iniziare a raccontarmi, a dirmi quello che succede, quello che senti, qualunque cosa, liberamente …

È come essere usciti nello spazio, in questa luce, e vedere la Terra.

Che sensazione hai in queste dimensioni? Come ti senti?

È come vedere la Terra che ha tutte queste corde. Ognuna corrisponde a una frequenza. E si intrecciano. E ci si può avvicinare oppure allontanare, e ci sono punti dove queste corde si intersecano, e dove parte una grande onda, una frequenza. È come se rappresenti il corpo, qualcosa di simile ai meridiani. Ecco, esattamente come i meridiani.

Che rapporto c’è fra te e queste corde della Terra, questi meridiani di energia?

Siamo identici. Più le corde sono elastiche, malleabili, più vibrano. È come se non ci sia nessuna rigidità. Ecco, non c’è nessuna rigidità nell’osservazione, e questo permette forse una vibrazione diversa. È come se tutto si muova. Osservare questo nella Terra in realtà è come osservare il corpo. Perché si sta osservando il corpo della Terra ma in realtà è uguale al corpo umano. Stesse identiche corde, meridiani, che devono essere anche accordati, sinuosi nel movimento, attenti alla vibrazione. Forse la cosa più importante è la vibrazione. Anche se c’è un punto da cui partono, però è la vibrazione che muove tutto. Quindi bisogna lasciare che il corpo vada, senza ostacoli, senza inganni. Lasciare semplicemente fluire. Allora poi si possono osservare i piccoli spazi. Ma per capire e osservare i piccoli spazi bisogna capire e osservare la totalità. Non so in realtà perché sto vedendo questo, però sento che è molto importante. Forse osservando così la Terra, quasi con distacco, si può osservare meglio il nostro corpo. È come se tutto sia, come dire, penetrabile. Anche il corpo diventa penetrabile, la materia diventa penetrabile. Questa materia è quasi fluida. Quindi è una materia penetrabile, fluida. È qualcosa di molto morbido, che cambia. E io sto semplicemente osservando. Ho visto degli ideogrammi, simili a quelli cinesi e mi chiedevo perché. Sembra che questa Terra che gira sia composta da numeri, come se ogni parte appartenga a un numero che poi è una frequenza. Quindi ogni parte non è insignificante. Ogni parte è un calcolo, tutto sembra un calcolo quasi matematico. Tutto è collegato, tutto. Adesso è come se la Terra giri e posso osservare attraverso questi numeri ogni particolare. A un certo punto è come se due linee si aprono e tu guardi il particolare, cioè entri ad esempio in una piazza. E vedi la gente. Poi cambi pagina, quindi altre due linee che si aprono, ed entri in un’altra città. È come se tutto sia determinato da questi spazi, da queste linee. In realtà è come una gabbia.

Continua a respirare, vai a sentire se c’è un motivo per cui stai vedendo questo, per cui ti viene data questa informazione. Che utilità ha per te, come applicarla.

Semplicemente bisogna uscire da questa gabbia. Perché a volte si ricade dentro questa gabbia. Si può viaggiare all’interno attraverso queste linee, che sono onde, frequenze. Bisogna semplicemente osservarlo con distacco. Semplicemente osservarlo. È come se il messaggio agli umani sia: dovete uscire da questa gabbia, se volete capire qualcosa. Altrimenti vivete dentro questa gabbia, tranquilli, sereni. Ma se volete fare esperienza della vostra vita dovete espandervi. Quindi un’espansione della coscienza permette di osservare una delle possibili variabili, dei possibili mondi, delle possibili esperienze. Ma l’esperienza più grande che possiamo fare è quella dell’amore. E non è dentro la gabbia che si può fare quest’esperienza. Perché all’interno di questa gabbia si può arrivare sino a un certo punto, ma non c’è soluzione di continuità e quindi nessuna possibilità di uscire dalla gabbia.

Molto bene, adesso vai a sentire che tu sei contemporaneamente  dentro la gabbia e fuori ad osservare …

In pratica è come se mi permettano di osservare la Terra muovendola con un dito e osservando tutti i vari lati e percorsi. È come se vogliano dire: vedi, la mente blocca tutto, perché è limitata a quello spaziotempo. Ecco perché il cuore è così importante, perché così puoi spaziare. Semplicemente è collegato a un canale energetico, e quindi adesso ci sono altri flussi di energia, di luce. Sembra che vogliano farmi vedere la formazione della vita, come si forma la vita. È un pulsare, qualcosa che pulsa, pulsa, pulsa, pulsa nell’universo. È l’universo infinito. Tutto pulsa. Sento proprio questa pulsazione. È una sorta di battito del cuore, che si forma fuori e poi prende forma. C’è questa luce che a un certo punto diventa sempre più densa. Ed è interessante osservare che è come una nascita, che avviene però nell’universo. È la stessa cosa che avviene nell’utero, però questo avviene nell’utero cosmico. Qualcosa del genere. Un utero cosmico dove tutto sta prendendo forma. È una forma di vita che sta prendendo consistenza. E la cosa che contraddistingue questa formazione è questa energia, questa luce, questo amore che nasce. Come se nasca qualcosa nell’etere. Avviene proprio una creazione, una formazione. È strano, perché è una formazione che nasce dal niente. Semplicemente queste piccole, piccolissime particelle di luce sono coscienza. Hanno coscienza. Queste piccole particelle di luce vanno a formare tutto questo. Quindi nasce qualcosa. La formazione di qualunque cosa avviene così. Un pianeta, una stella, un essere: tutto nasce allo stesso modo. Pensa le forme che prende e prende anche quella forma, prende diverse forme. Ho l’impressione che quelle piccole particelle potrebbero essere le cellule. Ma sono coscienti, e formano delle cose incredibili. Nascono in un modo impressionante. C’è qualcosa di consapevole che opera in questo modo. Ma le formazioni sono diverse. Praticamente noi siamo quello.

Quello cosa?

Quella polvere, quella polvere di luce. E questo forma anche tutto il resto. Può assumere una forma o un’altra.

E cos’è che stabilisce la forma che assume?

La coscienza. È la coscienza che si espande. E continua a espandersi. È come un’onda che si sposta. Ma in realtà non è fisica. Vedendola così sembra tutt’altro.

Respira profondamente, allarga ancora la tua coscienza, entra in contatto, quasi in una fusione, col gruppo di entità che in questo momento è con noi, ci circonda, agevola e muove tutto questo che stai raccontando. Entra in contatto con la coscienza creatrice, e vedi se c’è qualche aspetto particolare che queste entità vogliono chiarire, o comunicarci.

È curioso, in realtà è come se ci abbiano già detto tutto. Mi stanno dicendo: dovete semplicemente praticarlo. Quello che sapete lo dovete praticare. Mi fanno vedere diversi livelli. Un livello, un altro livello, un altro livello, un altro livello. Ma tutto è fluido, dev’essere fluido, flessibile. Stanno dicendo che noi già sappiamo tutto. Sembra che su questo non ci sia ombra di dubbio. Lo sappiamo, ma dobbiamo anche viverlo, farlo. Che una parte di noi ci creda oppure no. Sembra che non siano interessati a questo, che ci crediamo o no. Dobbiamo semplicemente collegare tutte queste parti. Ora mi fanno vedere la colonna vertebrale che si illumina. È lì il segreto, dicono. Quando tutto si illumina ecco che dalla radice parte quest’energia e fluisce. Quindi è lì che bisogna lavorare, sul corpo. Bisogna lavorare sul corpo. Dicono che dobbiamo lavorare sul corpo. È inutile cercare altri mondi, il vostro mondo è il corpo, che lo capiate o no. È tutto lì, nella colonna vertebrale. Quando si illumina tutto, tutte le scale di questa dimensione, sino ad arrivare alla cima. Sono questi i livelli che vedevo prima. Sembrano simili a un serpente. Ma è l’illuminazione, quando tutto è collegato e si è passati attraverso questi stadi dell’evoluzione. È come se dentro ci sia già questa evoluzione, ma bisogna collegare tutti questi livelli.

E come si fa a collegarli?

Amando. Amando anche quelli strati che sono nel buio, nell’oscurità. Hanno detto che bisogna amare tutto, perché siamo buio ma anche luce. Il buio, ecco perché la nascita all’interno dell’utero. Continuo a vedere la Terra con tutti questi filamenti. Mi dicono che è arrivato il momento di collegare tutto. Non potete più stare lì dove siete, dicono. Dovete per forza elevarvi. Ormai siete in uno stadio adulto. Uno stadio adulto dentro, interiormente. Quindi bisogna lavorare sul buio. Illuminando quelle parti ancora buie. Paragonano questo processo alla funzione del sole, che illumina il buio. A questo serve il sole. E dicono anche di non usare il cuore fisico, il cuore emotivo, che non vi porta da nessuna parte e fa solo affiorare in superficie  tutte le vostre ferite, i vostri dolori, le vostre mancate realizzazioni. Dovete andare al cuore spirituale, energetico. È da lì che parte tutto.

E come si fa a distinguere il cuore fisico, emotivo dal cuore spirituale?

Si arriva a un punto in cui lo si sente. Semplicemente il cuore fisico è una derivazione del cuore emotivo, e il cuore emotivo è una derivazione del cuore energetico. E bisogna collegarlo al cuore energetico perché altrimenti si vive nella separazione. Bisogna collegare tutto.

Bisogna collegare il cuore fisico a quello spirituale, energetico? Questo hanno detto?

Sì. Però dicono che bisogna partire dalla radice. È semplicemente una fase evolutiva, che fa parte dell’evoluzione che l’energia ha. È come se fosse una nuova creazione. È una nuova creazione da cui partire. Questa è l’origine. Questi frammenti di luce che tu vedi si mettono insieme, formano quello che sei, quello che siete, come formano un astro, o la Terra, formano il corpo fisico, coscienti di quello che fanno. La domanda è: ma chi è che gli dà l’input? Perché sembra che non ci sia nessuno in realtà, ma che per loro naturale disposizione questi frammenti vadano a unirsi. Vanno a unirsi per creare, come se fossero loro i creatori. Si crea tutti insieme. Una formazione. È così che si fa l’esperienza. Così si fa un’esperienza. L’esperienza non è terminata fino a che non si passa attraverso tutti gli stadi evolutivi. Come se dentro ci fossero già contenuti tutti questi stadi evolutivi. Ho l’impressione che siamo entrati in un’altra fase. E continuano a farmi vedere il corpo. La spina dorsale con tutte le vertebre. Bisogna prendere coscienza della coscienza. Bisogna fare un lavoro spirituale, energetico, per portare la coscienza alla coscienza. Quindi si porta la coscienza alla coscienza di sé stessa. Allora queste due cose si uniscono, e si apre un mondo. Si apre un mondo nuovo. Altrimenti si rimane nella coscienza ordinaria, e questo adesso non porta più frutti. Invece ora si sta formando una nuova coscienza. Questa che si sta formando è una nuova coscienza. È proprio nuova. È una nuova coscienza dove ognuno fa la sua parte. Quello che ho visto formarsi da quella polvere, da quei frammenti di luce è una nuova coscienza. È come se si stia formando un nuovo corpo, e quindi una nuova coscienza. Allo stesso modo in cui si crea, si forma qualcosa, si crea un pianeta, una stella, uno spazio, così si crea un corpo umano, e ora si sta creando, si sta formando, questa coscienza. È una formazione nuova. Ed è questa nuova coscienza che cambierà tutto. Perché questa nuova coscienza di per sé è una vera e propria forza. E se ci si collega a questa coscienza è come vivere in un altro mondo, perché la coscienza di per sé ti dà forza. Anzi, la coscienza è la forza. Ecco perché bisogna sviluppare la consapevolezza, per non rimanere nella coscienza ordinaria. Non è qualcosa che si creerà in futuro, si sta già creando. È lì  la vera forza, è da lì che possiamo attingere la forza. È lei che ci guiderà. Perché collegandoci a questa forza, a questa coscienza, dalla radice, permetteremo a questa forza di salire attraverso tutti gli strati. È l’evoluzione. È la strada maestra per l’evoluzione di questa umanità. Ma come è possibile percepirla? Imparando ad amare, dicono. Perché è così che ci si collega, anche se non sarà del tutto facile. Loro vogliono dire qualcosa su questa forza. Dicono che tutto dipende da questo. Questa coscienza è forza. È qualcosa che si sta creando e di cui facciamo parte. Ma è nuova. Eppure continuano a dire che noi già sappiamo, che lo abbiamo già sperimentato. Che per noi è più facile. E soprattutto dicono che dobbiamo essere onorati di far parte di questa nuova coscienza, perché non tutti possono capire. E non dobbiamo neanche stupirci che molti non possano capire. Dicono che quando noi saremo consapevoli di questa coscienza allora la espanderemo. Diventando questa coscienza possiamo emanarla. La emaniamo e basta. Ed è questo che dobbiamo fare, ripulendoci, ripulendo noi stessi.

Va bene, allora adesso ringraziamo gli Elohim, i creatori, di averci aperto questa nuova visione, e ti chiedo di ritornare nel pozzo sacro. Ci ricolleghiamo con le pietre, con la terra, per radicare queste nuove conoscenze, e anche per assorbire dalla terra il suo nutrimento, così necessario per reggere queste frequenze così elevate. E mentre sei nel pozzo ti chiedo di ascoltare se l’Arcangelo Michele, l’energia che noi chiamiamo così e che sempre ha fatto da guida per noi, ha qualche ultimo messaggio o istruzione per te o per me o per entrambi. Ascolta qualunque cosa lui voglia dire.

Dice che sa che lo amiamo, ma che noi ora siamo andati oltre. Così dice. Dice che siamo andati oltre e che lo sappiamo benissimo. Essere andati oltre non significa essere persi, senza una guida, ma vuol dire avere la consapevolezza di essere noi la guida. Questo dice l’arcangelo Michele. E precisa che è semplicemente un’assunzione di responsabilità: smettere di cercare in lui la guida ed essere noi la guida di noi stessi.

Molto bene. Lo ringraziamo comunque per la sua luce, e adesso ti chiedo di uscire dal pozzo risalendo la scala. Anch’io mi alzo. Usciamo dal villaggio. Ti chiedo di fare ancora alcuni respiri molto profondi per ristabilizzare il campo energetico e sintonizzarlo nuovamente su questa realtà in cui siamo, e adesso io conterò fino a tre e al mio tre sarai del tutto sveglio, potrai riaprire gli occhi e tornare qua …

Un paio di giorni dopo, prima di ripartire Maurizio trovò il tempo per farmi un trattamento. Alla fine del trattamento si ripresentarono gli Elohim per dire che ormai noi eravamo entrati in contatto col loro livello di frequenza e che era importante che espandessimo quelle frequenze attorno a noi per permettere anche ad altri di agganciarsi e creare la stessa connessione. Per questo motivo ho deciso di pubblicare questo post. L’esperienza che ho avuto a Santa Vittoria e la canalizzazione fatta con Maurizio potrebbero sembrare frutto di presunzione, se non addirittura di una “inflazione” dell’ego, e non nego che ho dovuto vincere un bel po’ di resistenze prima di decidermi a renderle pubbliche. Ma il messaggio che sta arrivando da più parti dall’altra parte del velo è che non è più il tempo di tentennare, di dubitare o di nascondersi dietro false modestie. Gli esseri umani sono esseri divini e creatori ed è tempo di rivendicare il nostro lignaggio e il nostro potere. Ma di questo parlerò più ampiamente in un prossimo post.

Una risposta a “Conversazione con gli Elohim. 2”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.