Anime compagne

La morte della mia amica Marisa, di cui parlo nel post precedente, mi ha stimolato un’ulteriore riflessione su un argomento su cui da diverso tempo sentivo l’esigenza di scrivere qualcosa sul blog. Ripensando agli anni trascorsi assieme mi sono reso conto di quanto io e lei siamo stati importanti l’uno per l’altra. Io le avevo fatto conoscere il buddismo di Nichiren e il relativo mantra, Nam-myoho-renge-kyo, aiutandola così a trovare un sentiero luminoso e benefico che lei ha continuato a percorrere fino al termine della sua vita. Lei mi è stata vicina e mi ha sostenuto (e sopportato) in molti periodi bui della mia vita, quando sprofondavo nel buco nero della depressione e le mie sofferenze esistenziali diventavano quasi intollerabili. Anche nel lavoro siamo stati un reciproco sostegno, riuscendo da giovani inesperti a coordinare (io solo per pochi anni, lei fino all’anno scorso o giù di lì) le attività di una cooperativa di bibliotecari che ha dato lavoro a un po’ di persone e ha conquistato apprezzamento e rispetto nel settore. Pur ogni tanto tra inevitabili litigi e malumori, l’uno compensava i difetti dell’altro mettendo nel contempo a disposizione le proprie peculiari esperienze e capacità, e in questo modo si riusciva a creare una sinergia vincente e produttiva. Sicuramente se non ci fossimo incontrati le nostre vite sarebbero state meno ricche, e sono sicuro che anche lei condividerebbe questa affermazione. La nostra amicizia è stata un’enorme fortuna.
Partendo da queste considerazioni mi sono reso conto una volta di più che la mia vita fin dai primi anni è stata ricca di questo genere di fortune.
In realtà devo confessare che fin da ragazzino (e parlo di quando avevo dodici anni) ho dedicato moltissime energie alla ricerca di un’anima gemella. Ricerca totalmente infruttuosa e che spesso si è rivelata emotivamente devastante. E questo spesso ha messo in ombra la presenza costante di quelle che nel titolo di questo post chiamo “anime compagne”.

Nel mondo della New Age e dell’esoterismo c’è stato spesso un gran discutere sulla differenza tra anime compagne, anime gemelle, anime della fiamma gemella e quant’altro. Discussione interessante e rispettabile ma che esula dal mio discorso e dal mio attuale schema di pensiero.
Nel pensiero comune e per come la intendo io in questo post, l’anima gemella è quella persona che ti completa, spiritualmente, emotivamente e fisicamente. Per questo buona parte degli esseri umani mettono la sua ricerca al centro della propria vita, a prescindere da quello che poi attuano come stile di comportamento nelle relazioni. A seconda del nostro orientamento sessuale cercheremo la nostra anima gemella in una persona del nostro sesso o del sesso opposto. E la speranza che nutriamo è quella di trovarla e di vivere con lei “finché morte non ci separi”, e possibilmente anche dopo.
Solo in tempi recenti sono arrivato alla comprensione, per anni solo teorica, che l’anima gemella che io stavo cercando in realtà sono io, o meglio quella parte della mia anima, del mio essere, da cui ho accettato di separarmi quando ho fatto la scelta di venire a lavorare qui su questo pianeta. Di conseguenza ho capito che per mettere fine alla ricerca dovevo iniziare a cercare solo dentro di me, ricontattare quella parte di me stesso ed integrarla, e lo sto facendo.

Le anime compagne invece sono per me quelle persone con cui a un certo punto della tua vita senti una risonanza, un’affinità. Scopri che c’è un linguaggio comune che permette di comunicare, una sintonia che permette di fare assieme delle esperienze belle e importanti. Le anime compagne sono quelle con le quali condividi un pezzo di strada basando il cammino sull’amore e il rispetto reciproci.
Qualche volta il pezzo di strada può magari durare lo spazio di qualche minuto. Mesi fa mi è successo di incontrare sul bus un uomo tra i quaranta e i cinquant’anni, piuttosto male in arnese e con un braccio ingessato. Mi ha chiesto un’informazione, in un discreto italiano parlato con un accento che sembrava francese, e dopo che gli ho risposto mi ha invitato a sedermi accanto a lui in uno di quei pochi sedili abbastanza larghi da poter ospitare due persone. Ci siamo messi a chiacchierare per alcuni minuti e mi hanno colpito la sua raffinatezza e la sua cortesia. Tra le altre cose, mi ha detto di essere giordano, e di avere lavorato per quindici anni come guida turistica a Petra. Quando me lo disse la sua voce risuonò di un comprensibile orgoglio e di un profondo amore. Petra è una delle mete che ho in testa da tempo quando voglio fantasticare di un mio prossimo viaggio. È un luogo affascinante e sicuramente carico di energie. In quel momento ho sentito una particolare risonanza, come se quell’incontro avesse anche la funzione di indicarmi con forza un luogo che prima o poi voglio visitare. E ho riconosciuto in quell’uomo appena incontrato e che probabilmente non rivedrò più un’anima compagna che voleva lasciare un segno nella mia vita nei pochi minuti prima della fermata a cui dovevo scendere.

In altri casi le anime compagne percorrono insieme a noi lunghissimi tratti di strada, che possono pure durare l’intera vita, anche quando magari non ci si vede per anni, ma ogni volta che ci si rincontra si ritrova la stessa intimità e comunanza di sempre.
Come ho detto all’inizio, sotto questo aspetto la mia vita è stata incredibilmente ricca e generosa, fin da quando ero bambino. Sono sempre stato circondato da anime compagne che hanno condiviso con me parte della loro luce (e della loro ombra, quando era utile). Ho sempre trovato delle persone sintonizzate con quelli che in quel momento erano i miei interessi e il mio percorso. E per tentativi ed errori (talvolta molto dolorosi ma sempre estremamente istruttivi) ho sviluppato la capacità di entrare facilmente in risonanza con le anime compagne che incontro. E anche questo blog è un piccolo luogo che mette in comunicazione delle possibili anime compagne, che condividono un pezzetto di strada fosse solo per la durata di un post o di un commento.
Com’è naturale, tra le centinaia di anime compagne che ho incontrato nel corso della mia vita — grazie anche all’associazione buddista in cui sono stato attivo per quasi trent’anni — tra queste centinaia, dicevo, alcune ovviamente rivestono un ruolo più importante e più duraturo. Parlo ovviamente degli amici che condividono la mia visione della vita, magari da un’altra prospettiva e con diverse sfaccettature, ma in sintonia con la mia. Parlo delle vecchie anime che stanno iniziando come me a prendere coscienza di loro stesse, di chi realmente sono. E la vicinanza e il sostegno di questi amici sono davvero preziosi —  anche se in tanti periodi magari possono essere solo spirituali.
Benché le nostre strade negli ultimi anni si fossero in parte separate, Marisa era uno di questi amici, e sono convinto che continuerà ad essere un’anima compagna anche adesso che è momentaneamente “andata a cambiarsi nell’altra stanza”.

2 Risposte a “Anime compagne”

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