Alta pressione

Mi sono reso conto che da ben due mesi non scrivo un post. Fin dall’apertura di questo blog avevo avvertito i futuri lettori di non aspettarsi alcuna regolarità nella pubblicazione, che avrebbe seguito l’estro e la voglia del momento (vedi La linea di Atlantide), ma due mesi senza scrivere nulla sono davvero troppi.
In realtà, già dai primi di aprile avevo diversi post “sulla punta della lingua”, ma ho continuato a rimandare il momento di prendermi un paio d’ore per elaborarli. Una giustificazione è che, dopo un 2013 passato per la maggior parte in una sorta di “incubazione”, questa prima parte del 2014 è stata invece per me caratterizzata da un ininterrotto susseguirsi di impegni e di cose da fare, sia in ambito lavorativo che nella sfera personale. Devo notare con molta soddisfazione che nonostante il mio carattere meditativo (i.e.: pigrizia congenita) me la sto cavando molto bene e ogni tanto mi stupisco io stesso del mio efficientismo. Sto cavalcando abbastanza abilmente l’onda della nuova energia e nella maggior parte dei casi le cose, per così dire, si fanno da sole, grazie anche alla sincronicità pianificata di cui aveva parlato Kryon in una delle canalizzazioni date in Italia (vedi La Nuova Era è in arrivo), che si sta puntualmente verificando nella mia quotidianità.
Ma non essendomi ancora del tutto abituato a questo nuovo ritmo degli eventi, quando ho un paio d’ore libere ho spesso bisogno di scaricare la mente, di prendermela comoda, e la scrittura di un post sarebbe un ulteriore impegno che ho poca voglia di assumermi.
Una seconda motivazione, collegata a questo nuovo ritmo che ha preso la mia vita, è che il tempo sembra volare. Così i due mesi che sono trascorsi da quando ho pubblicato l’ultimo post nella mia percezione son durati al massimo un paio di settimane.
Oltretutto, questi ultimi venti giorni sono stati, temo un po’ per tutti, particolarmente impegnativi. Come molti avevano previsto fin dall’inizio dell’anno, nel periodo tra aprile e maggio la spinta della nuova energia è aumentata esponenzialmente, suscitando inevitabilmente la disperata reazione della vecchia energia e creando una pressione quasi insostenibile.
Il periodo è stato caratterizzato anche da diversi fenomeni astronomici e astrologici. Il 15 aprile c’è stata un’eclissi di luna, il 29 un eclissi di sole, e nel mezzo si è creata la Grande Croce Cardinale, una figura formata da quattro pianeti disposti a quadrato sui segni Cardinali (che corrispondono alle quattro stagioni e ai quattro elementi). I pianeti in questione sono Plutone in Capricorno, Urano in Ariete, Giove in Cancro e Marte in Bilancia. La Grande Croce è una figura per sua natura di grande potenza e altrettanta criticità, essendo formata da quattro quadrature e due opposizioni, che determinano una tensione estrema tra le forze in gioco. È un po’ come una molla che viene caricata al massimo e poi scatta con violenza quando viene liberata. Intorno al 22/23 aprile la Grande Croce ha assunto il massimo della sua potenza, con tutti gli aspetti sul grado 13 dei quattro segni. Il 13 è il numero del cambiamento, della morte e della rinascita. Morire a sé stessi per diventare qualcosa di nuovo attraverso una rinascita.
Non credo sia solo una casualità che questo particolare evento astrologico abbia coinciso col periodo pasquale, durante il quale i cristiani celebrano la morte e la resurrezione del Cristo (e forse non è una casualità neanche il fatto che la Pasqua cattolica e quella ortodossa, solitamente celebrate in domeniche diverse, quest’anno cadessero lo stesso giorno, cosa che avviene molto raramente). E un mio amico mi ha fatto notare un’altra strana coincidenza legata alla chiesa cattolica: il 27 aprile è stato il giorno dei quattro papi, due morti e canonizzati (Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II) e due vivi, Francesco e Benedetto XVI. Un’altra Grande Croce.

Personalmente, ho percepito l’energia di questo periodo come una pressione fortissima dall’esterno, unita a forti tensioni ed elettricità nell’aria. Forse perché mi ero preparato dall’inizio dell’anno ed ero perciò consapevole dell’arrivo di questo movimento energetico, sono riuscito a non lasciarmi trascinare da questa tensione, a non assorbire l’ansia e il nervosismo che serpeggiavano nell’ambiente, e pur in molti momenti con una certa fatica, sono rimasto centrato in me stesso e ho continuato semplicemente a cavalcare l’onda della nuova energia, mantenendo la fiducia che tutto sta andando esattamente come deve andare.
L’effetto di questa enorme pressione a livello individuale è di far emergere nella nostra vita tutto ciò che deve essere cambiato, trasformato, abbandonato. Ogni cosa che non è compatibile con le frequenze elevate verso cui stiamo andando deve manifestarsi per essere vista e lasciata indietro. Questo può anche essere molto sgradevole, doloroso, destabilizzante o scoraggiante, ma si tratta di un movimento estremamente positivo, una sorta di ulteriore purificazione che alla fine porterà un accresciuto benessere e una nuova leggerezza.
Già dal 10 maggio le cose dovrebbero andare meglio. L’energia non diminuirà certo di intensità, ma la resistenza della vecchia energia sarà sempre più debole e di conseguenza la pressione dovrebbe attenuarsi. Poi, ovviamente, ognuno è in un punto diverso del percorso, e all’interno di una situazione generale comune le circostanze individuali sono peculiari e uniche.
In ogni caso, come sempre, il modo migliore per affrontare il radicale cambiamento in atto è non resistere, lasciare andare, affidarsi, permettere.
Come ha ribadito il professor Adamus nella sua lezione mensile di sabato scorso, l’energia è qui per servirci. Non è buona o cattiva, non ha direzione, non ha agende o secondi fini. Vuole solo servirci. Perciò, anziché temere di esserne schiacciati e cercare di resisterle, sentendoci così sempre più pressati e imprigionati, la cosa più sensata da fare è lasciarla entrare. Respirare profondamente. Lasciarci attraversare senza timore da questa nuova, potente, magnifica energia. Goderci la traversata e imparare a fare miracoli.

 

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