Interstellar: 2. I Viaggiatori della Galassia

Il primo nome che mi è venuto alla mente è stato “I Viaggiatori”.
Da diversi anni col mio cliente e amico Roberto stiamo facendo un lavoro sulla Nuraxia attraverso la trance multidimensionale. Un paio d’anni fa nel corso di una meditazione in cui stavamo esplorando i nostri legami con la Nuraxia ed eravamo quindi in quei tempi, mi sono ritrovato a guidare nella trance il mio amico verso un edificio megalitico che mi è apparso un po’ strano perché, pur essendo indubitabilmente una struttura megalitica dell’antica Sardegna, non riuscivo a trovargli riscontri con i numerosi siti nuragici che avevo visitato. Era un edificio rettangolare di enormi pietre anch’esse piuttosto squadrate. Dall’esterno sembrava più simile ad alcuni edifici megalitici che avevo visto a Pisac-Inca, in Perù. Era situato su un’altura, forse un “cuccuru” – così viene chiamata in sardo una collina di forma conica o troncoconica sulla cima della quale si trovano spesso nuraghi e altri monumenti megalitici.
Nella trance, io e Roberto siamo entrati nell’edificio. C’era un vestibolo rettangolare che dava accesso a una stretta scalinata verso il basso. Era in tutto simile alle scalette che portano verso l’acqua nei pozzi sacri che conoscevo, ma un po’ più larga e molto più lunga. Avrà avuto più di una cinquantina di gradini. La scalinata terminava nell’acqua. Il secondo locale a cui si accedeva (o meglio verso cui si scendeva) dal vestibolo era infatti un grande vasca d’acqua quadrata che prendeva tutto lo spazio tra le mura dell’edificio. La sala era in penombra, il che era comprensibile visto che in realtà la maggior parte di quel locale di pietra si trovava sottoterra.
Seguendo le istruzioni (che ci vengono sempre date nel corso della trance) io e Roberto siamo entrati nella vasca e abbiamo fatto un rituale di purificazione, poi siamo risaliti nel vestibolo e ai lati della scala, appoggiati alla parete che divideva il vestibolo dalla sala della vasca, c’erano ad aspettarci due Sacerdoti. Uso questo termine non del tutto preciso perché il loro aspetto era ieratico. Indossavano entrambi una lunga tunica, l’uno gialla l’altro rossa, dai colori molto vivi e brillanti. E la cosa che più mi colpì fu la loro altezza. Erano alti 3 metri o forse più.
I loro occhi e la loro espressione erano colmi di benevolenza e di allegria, il che non impediva un’aura di serietà che probabilmente era mirata a farci capire che anche se l’incontro poteva essere giocoso e gioioso, il motivo per cui i due sacerdoti si erano presentati era molto importante. Percepivo con forza che loro erano molto antecedenti alle epoche della Nuraxia che attraverso la trance avevo esplorato ormai numerosissime volte. Erano molto più antichi.
Nel corso di quell’incontro i Sacerdoti, in rappresentanza del loro popolo, iniziarono a spiegarci chi erano e qual era il loro legame con gli antichi Sardi. Dissero di venire da un pianeta molto lontano, vicino al Sole Centrale della Galassia, e di essere giunti in Sardegna, quando gli abitanti dell’isola vivevano in maniera ancora primordiale, per insegnare ai Sardi le loro conoscenze spirituali e la maestria che avevano raggiunto nel manifestare e modificare la materia attraverso un utilizzo consapevole delle energie sottili. Quell’edificio in cui ci trovavamo, e che era ovviamente un pozzo sacro, era stato creato da loro e per questo aveva delle differenze con la forma dei pozzi sacri nuragici.
Mentre il racconto dei sacerdoti si dipanava e io ero focalizzato sul rendere il più possibile puri e puliti i canali attraverso i quali stavano comunicando con noi, mi venne inevitabilmente il desiderio di sapere il loro nome, e immediatamente nella mia mente arrivarono queste parole: Siamo i Viaggiatori.

La prima volta che sono entrato in contatto con l’antica sapienza sciamanica e spirituale della Nuraxia è stato quasi dieci anni fa. Gli esseri incorporei con cui ero in contatto da un paio d’anni mi dissero che avrei dovuto comunicare con la coscienza dei luoghi naturali. Mi dissero che per noi umani i luoghi erano esseri alieni, con una coscienza e un modo di comunicare enormemente diverso dal nostro. Imparare a comunicare con loro sarebbe stato un primo passo per entrare in contatto con altri esseri alieni, compresi quelli che noi chiamiamo extraterrestri.
Seguendo quel consiglio, iniziai ad andare nei luoghi naturali, ed essendo in Sardegna la scelta dei luoghi non poteva che coincidere con i siti megalitici di cui la nostra isola abbonda. Durante quelle escursioni, insieme ad alcuni amici ci ritrovammo senza averlo programmato al nuraghe Arrubiu, il Gigante rosso di Orroli, il nuraghe più grande e più complesso tra quelli attualmente riportati alla luce.
La vista del nuraghe mi suscitò un’onda emozionale molto intensa. Non vedevo l’ora di avvicinarmi, di poter entrare all’interno. Quando finalmente arrivammo al nuraghe, mentre entravo mi venne istintivo toccare l’architrave sopra la mia testa in segno di affetto e di saluto, così come si bacia e si abbraccia una persona cara che non si vede da molto tempo. E nella mia mente emerse con assurda chiarezza questo pensiero: «Sono tornato.» Io non ero mai stato in quel nuraghe prima d’allora nella mia vita attuale. Fino a poche ore prima quasi neanche sapevo che esisteva.
E infatti non ero “io” ad avere parlato ma un’altra mia identità con cui in quell’occasione entrai in contatto, lo sciamano Nur, uno sciamano molto potente e rispettato dell’epoca della Nuraxia, che aveva come sua sede il nuraghe di Orroli. Dal punto di vista lineare lo sciamano Nur potrebbe considerarsi una mia vita precedente, ma per la nostra coscienza è una diversa identità attraverso la quale essa si manifesta e che esiste contemporaneamente a me al di fuori del tempo.
Più o meno contemporaneamente, nelle mie canalizzazioni con la mia amica C. si presentò l’anima sarda, che disse di essere la coscienza collettiva degli antichi sardi che durante il periodo di degrado della civiltà della Nuraxia, prima che fosse totalmente contaminata, avevano lasciato la Sardegna e si erano trasferiti su un pianeta di Alpha Centauri.
Si presentò anche la sciamana nuragica Luna, una Capoclan, che ci raccontò alcuni dettagli di come si viveva ai tempi della Nuraxia, descrivendo ad esempio dei rituali che venivano fatti per comunicare con esseri di altre dimensioni; e poi ci parlò anche del degrado causato da esseri di una dimensione contigua, a energia differente, che avevano sedotto gradualmente i sardi spingendoli a introdurre nella loro cultura il dominio, lo stupro, la violenza, e addirittura i sacrifici di animali e di esseri umani.
Su Alpha Centauri i Sardi nuragici espatriati poterono superare il loro grande dolore per la fine della loro splendida e armoniosa civiltà, e proseguirono sulla via della conoscenza e dell’evoluzione.
Grazie alla loro evoluzione, ora erano in grado di contattarci nel nostro tempo allo scopo di ricucire i tempi in maniera armoniosa, così che anche il tempo del degrado – che di fatto dura tuttora – possa essere integrato e superato.
Con l’aiuto dello sciamano di Nur, del mio maestro sciamano incorporeo Gundrum e delle altre entità a frequenza elevata che stanno agevolando il mio percorso, ho iniziato a recuperare dal mio DNA i poteri e le conoscenze dell’epoca della Nuraxia, non attraverso dei ricordi logici e concreti, che sono sempre stati sporadici e frammentari, ma attraverso una memoria energetica ed emotiva, la memoria del cuore.

Com’è possibile dedurre anche solo da questo stringato racconto, nel corso delle mie trance – sia quando meditavo in solitudine sia quando guidavo il viaggio di altre persone – ho esplorato realtà appartenenti ad altri tempi e altri luoghi della nostra isola, e sono entrato in contatto con gli antichi sciamani della Nuraxia e poi con i discendenti dei sardi nuragici che avevano trovato una nuova felice sistemazione su un pianeta di Alpha Centauri.
Non avevo fatto nulla di diverso da ciò che facevano i sardi nuragici entrando in “galazzone” e riportando poi anche per gli altri, una volta tornati, i contatti e le esperienze che avevano vissuto in altri pianeti e in altre dimensioni.
Ma come aveva avuto inizio tutto questo? Com’era nata questa civiltà così armoniosa e spiritualmente evoluta, che era riuscita e costruire le potenti macchine megalitiche che costellano la nostra isola? I Viaggiatori hanno spiegato che quand’era arrivato il momento erano venuti in Sardegna per trasmetterci la loro saggezza e insegnarci la loro maestria spirituale. Hanno detto che si considerano i nostri genitori perché sono stati loro ad aiutarci a costruire una civiltà felice e armoniosa, e il nostro legame è molto forte.
Dopo alcuni contatti i Viaggiatori dissero al mio amico Roberto il loro nome: i Saar. I Viaggiatori della Galassia.

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