Conversazione con gli Elohim. 1

A giugno dell’anno scorso ho partecipato a un seminario di tecniche energetiche delle Ande che si è svolto in alcuni siti megalitici sardi tra cui il santuario nuragico di Santa Vittoria di Serri. Vi ero già stato diverse volte ed è uno dei miei luoghi preferiti, con cui sento un profondo legame.
Una delle tecniche proposte doveva essere effettuata nel pozzo sacro, purtroppo ormai asciutto ma egualmente suggestivo e carico di energia.
Le tecniche energetiche delle Ande, che sono state tramandate nella maniera più pura fin dai tempi dell’impero Inca dai Maestri Q’ero, sono davvero molto potenti e affascinanti, ed è per questo che dal marzo dell’anno scorso ho intrapreso un percorso che finora si è articolato in cinque seminari, uno dei quali con la partecipazione di due Maestri Q’ero venuti appositamente dal Perù. La pratica che avremmo dovuto svolgere all’interno del pozzo era quella cosiddetta della nascita. L’avevo già imparata e sperimentata in uno dei seminari precedenti, e devo confessare che non è tra le mie preferite, non perché non la ritenga utile o importante ma perché propone un lavoro affine a quello che ho già svolto e approfondito per anni attraverso la trance regressiva e il lavoro energetico con le mie guide incorporee. Per di più, per tutto il corso del seminario mi ero sentito fastidiosamente diviso tra l’impegno con le tecniche andine, che erano il motivo per cui stavo partecipando al seminario, e il desiderio di raccogliermi in meditazione per comunicare con i luoghi nuragici, come sempre faccio quando vado a visitarli.
Roberto, il paqo (praticante della tradizione andina) che guidava il seminario, ci invitò a scendere i 13 gradini della scala per entrare nel pozzo, ci chiese di sistemarci in cerchio con la schiena appoggiata alla parete circolare del pozzo e prima di dare inizio alla pratica ci ricordò di “sfruttare” l’energia del luogo. Quell’ultima frase fu per me illuminante. Mi decisi ad ammettere con me stesso che in quel momento non avevo la minima voglia di fare la pratica della nascita e che invece desideravo solo entrare in connessione con il pozzo sacro e l’energia del luogo. Così feci.
L’effetto fu immediato e sconvolgente. Fui colpito da una potentissima scarica di energia che dalla parete del pozzo attraverso la mia schiena  esplose in tutto il mio corpo. Un altro potente flusso mi attraverso in verticale dalla testa ai piedi. Persi quasi l’equilibrio e rimasi per qualche istante frastornato senza sapere cosa mi stesse succedendo. Ormai lavoro da diversi anni con le energie, e con le energie dei siti nuragici in particolare. Ho avuto tante esperienze profonde, intense e fuori dal comune, ma una cosa del genere non mi era mai capitata. Sentivo il mio corpo vibrare e avevo difficoltà a stare dritto in piedi. L’energia che mi attraversava era sicuramente molto benefica e mi dava un senso di grande apertura, ma ebbi il timore di non riuscire a reggerla, tanto che mi venne la tentazione di uscire subito dal pozzo.
«Puoi reggerla benissimo» mi venne detto. «Rilassati e centrati su te stesso.»
Ovviamente non sentivo “le voci”. Non sono schizofrenico e non soffro di alcun disturbo mentale. Quando “canalizzo” le entità mi parlano attraverso i miei pensieri, senza alcun suono. Ma la sensazione che io ho è che stia avendo luogo un vero e proprio dialogo. Se a parlare è un’entità che già conosco solitamente capisco subito di chi si tratta, ma in quel caso ero sicuro di non conoscere l’entità che stava parlando. Comunque seguii il consiglio, feci alcuni respiri profondi, focalizzai la mia attenzione sulle gambe e sui piedi per radicarmi a terra e mi centrai su me stesso. L’intensità del flusso di energia non diminuì, ma io riuscii a riprendere la padronanza di me stesso.
«Noi siamo gli Elohim» mi fu detto allora. «Siamo i costruttori, i creatori. Siamo noi che abbiamo aiutato gli antichi sardi a costruire i nuraghi e le altre macchine megalitiche. Tu sei uno di noi. Bentornato.»

Naturalmente avevo già sentito parlare degli Elohim. Elohim è un termine ebraico che compare nella Bibbia ed è stato tradotto con “Dio”, benché sia una parola plurale e andrebbe quindi più esattamente tradotto come “dei”. Ma su questo è tuttora in corso un ampio dibattito tra gli studiosi. La parola ebraica Elohim indica “coloro che sono venuti dal cielo” ma anche “coloro che hanno vita in se stessi” (cioè, che sono fonte di vita) e ne rimarca la natura divina.
Capire chi o cosa sono gli Elohim è impresa praticamente disperata. Il pensiero esoterico e New Age ne parla e ne discute da anni. Secondo molti gli Elohim sono degli esseri extraterrestri evolutissimi venuti sulla Terra in tempi antichissimi che furono considerati come dei dagli esseri umani e che modificarono il corso della storia umana e probabilmente  anche il nostro DNA. Per alcuni gli Elohim corrispondono agli Annunaki, gli antichi dei della civiltà sumera, creature aliene e non particolarmente benevole provenienti dal decimo pianeta Niburu.
Claude Vorilhon, più noto come Rael, nel 1973 ha fondato il movimento religioso raeliano, che è basato sulla credenza che alcuni extraterrestri molto evoluti, chiamati appunto Elohim, avrebbero creato la vita sulla terra grazie all’ingegneria genetica in cui sono maestri. Rael ha annunciato il ritorno imminente degli Elohim, i nostri creatori, e sta lavorando per accoglierli nell’Ambasciata che hanno chiesto sia costruita entro il 2035.
Il pensiero gnostico, che si occupa dell’insegnamento esoterico di Gesù, fornisce un’altra interpretazione. Secondo la Gnosi, Gesù avrebbe rivelato ai suoi discepoli più intimi la natura degli Elohim, che sarebbero stati sette arconti (fra cui colui che chiamiamo abitualmente Dio) cui spettò il compito di “fabbricare” il nostro mondo. Gli Elohim sarebbero dunque i responsabili della creazione dell’uomo, al quale avrebbero impedito di conoscere la verità, cioè di riconoscere in noi la scintilla divina che ci accomuna al vero Dio nascosto. A questa verità interiore possiamo avvicinarci solo attraverso la conoscenza segreta, la gnosi appunto.
Secondo il contattista Eugenio Siragusa, che asseriva di averli incontrati, gli Elohim sono esseri con caratteristiche multidimensionali. Il loro reale elemento è la luce, che essi manipolano così come noi manipoliamo la materia.
E se spulciassi ancora su internet probabilmente troverei moltissime altre ipotesi e teorie sugli Elohim.
Insomma, il solito minestrone New Age in cui è davvero quasi impossibile distinguere il vero — o almeno il credibile — dal falso e dalle mistificazioni.
Per fortuna la cosa mi interessa poco, non avendo né il compito né la presunzione di poter ricostruire la vera storia dell’umanità e dei contatti che sicuramente ha avuto con esseri provenienti da altri pianeti e da altre dimensioni. Per di più, concordo totalmente con Kryon quando spiega che i termini e i nomi che noi esseri umani usiamo per cercare di comprendere le realtà che trascendono la nostra dimensione lineare non hanno alcun senso in quelle realtà che, appunto, non sono lineari e non possono perciò essere rinchiuse nella nostra logica, nelle nostre definizioni e nel nostro pensiero limitato e limitante. E le mie guide incorporee, in tanti modi diversi, mi hanno sempre detto esattamente la stessa cosa (per approfondire questo concetto potete leggere o rileggere il post Gli arcangeli non esistono).
Perciò per me il termine Elohim è solo il termine che le entità che sono entrate in contatto con me hanno trovato nel mio archivio mnemonico e che hanno ritenuto il più adatto per definire se stesse come creatrici. E questo, almeno per ora, mi basta.

Lo scopo della conversazione con gli Elohim, a quanto mi parve di capire, era proprio quello di risvegliarmi alla mia natura di essere creatore e di farmi riconoscere e accettare la maestria alla quale, come tanti, stavo giungendo grazie alla nuova energia che aveva iniziato a riversarsi sul pianeta dal 21 dicembre del 2012. Durante quella sconcertante esperienza sperimentai un ampliamento di coscienza mai provato prima. Gli Elohim mi mostrarono anche chiaramente il funzionamento dei pozzi sacri come canali tra la loro dimensione e la nostra, che rendevano possibile addirittura creare e modificare la materia. In questo processo, l’acqua aveva una fondamentale funzione catalizzatrice e stabilizzatrice. In quel momento e in quello stato di coscienza in cui ero entrato tutto questo mi era chiarissimo, ma già dopo l’uscita dal pozzo la mia comprensione si annebbiò e ora non sarei minimamente in grado di spiegarla in dettaglio a parole senza banalizzarla e impoverirla.
Pur essendomi ormai rilassato e centrato, l’intensità di quel contatto era talmente forte che dopo che trascorse un ragionevole lasso di tempo fui nuovamente tentato di uscire dal pozzo. La pratica della nascita infatti viene fatta silenziosamente e ognuno decide da solo quando terminarla. Ma mi venne invece detto di aspettare, e che dovevo essere l’ultimo a uscire. Perciò aspettai che tutti gli altri terminassero la pratica, poi mi avvicinai anch’io all’uscita del pozzo, come gli altri avevano fatto mi fermai sul primo gradino della scala per essere purificato da Roberto con la sua misha (il telo di stoffa ripiegato che racchiude le kuya, gli oggetti di potere dello sciamano andino). Poi risalii i 13 gradini della scala e ritornai all’aperto. Ero contento ma anche piuttosto turbato. L’unica cosa che avevo chiara è che mi era successo qualcosa di molto profondo.

Alcuni giorni dopo, durante una canalizzazione fatta con una mia amica, chiesi all’arcangelo Michele se potesse darmi qualche delucidazione in merito all’esperienza che avevo avuto nel pozzo sacro.
«Ciò che è successo nel luogo sacro» mi rispose l’arcangelo, «è stato un tentativo di comunicazione molto ampia e molto profonda per mettere in contatto un  nucleo di te con i livelli spirituali della creazione, ma la fortificazione e la purificazione del corpo è il presupposto perché questa comunicazione possa trovare la sua piena espressione. Così una potente energia ha pervaso il corpo e l’ha messo nella condizione di produrre un effetto fisico. Ma questo non è successo perché il fisico ancora non ha quella potenza. Eppure è ciò che noi stiamo per far succedere.»
Da quell’ormai lontana estate del 2013 il mio lavoro sul corpo è progredito, ma ancora c’è molto da fare. Nella nuova era il corpo è fondamentale e da quello che ho capito non serve più a molto una spiritualità che non riesca a trovare piena espressione anche nella fisicità. Ma questo è un altro discorso — per me molto difficile e spinoso — e non è ancora venuto il momento di affrontarlo pubblicamente su questo blog.

4 Risposte a “Conversazione con gli Elohim. 1”

  1. Ciao,

    Seguo da tempo i tuoi post e li trovo sempre piuttosto interessanti, credo che le “coincidenze ci guidino verso quello che ci serva o che possa aiutare gli altri”, infatti mentre leggevo questo post mi venivano continuamente in mente le parole “fortificare il corpo e potenziarsi”, così non ho potuto fare a meno di pensare ai vari anni di pratica di gong-fu interiore taoista e qi-gong, i cui dettami servono proprio a questo… non so se possa esserti utile come spunto o se sia solo un mio “vaneggiamento”.

    Saluti,

    Alessandro

    1. No, certo, il tuo non è un vaneggiamento. Per potenziare il corpo e renderlo ricettivo alle nuove energie il movimento è un fattore imprescindibile. Così anche le tecniche che citi possono essere di aiuto. Ma per chi non si sente in grado al momento di seguire una disciplina specifica, anche semplicemente camminare, danzare o correre sono un ottimo punto di partenza

  2. Leggendo la tua esperienza, specialmente la fine, mi è sembrato di capire che scindi le due figure tra ”Elohim” e ”San Michele Arcangelo”, vorrei condividerti il mio punto di vista sulla cosa: ”El Ohim” significa ”Uomini di El” ed ”El” significa ”Lui”, ”Lui” significa ”Uno”, ”Uno” è ”Dio”, e ”Dio” è L’Universo che è tutte le cose visibili ed invisibile che si manifestano nelle infinite dimensioni in cui la sua espansione giunge. Elohim e gli arcangeli sono la stessa cosa, solo che la parola arcangelo e il suo concetto appartiene ad un livello di evoluzione di frequenza inferiore rispetto al concetto evolutivo di Elohim che è superiore. Ad un Livello di frequenza supremo niente ha bisogno di nome per essere chiamato ne etichettato, perché la consapevolezza della propria evoluzione giunge a stadi dimensionali così supremi che niente ha bisogno di essere chiamato per divenire quantificato, in quanto gia esiste. Tutto è tutto e niente è niente, esistere e non esistere equivale allo stesso concetto della dualità: il bianco è il nero e il nero è il bianco e la loro coesione genera l’evoluzione suprema. Per uscire dalla dualità si necessita non compiere azioni nel tempo (osservazione del tempo che scorre senza esistere quindi senza compiere alcuna azione) ogni volta che prendiamo una scelta ci schieriamo da un lato negativo o positivo, lo scopo è giungere alla neutralità del proprio essere. Quindi bisogna prima assimilare infinite informazioni dalla realtà collettiva che possano attivare i vostri geni nella stringa di DNA umano, affinché esse attivino altre informazioni che gia contenete, per elevare la vostra frequenza e quindi evolvervi secondo gli archetipi universali, che sono le Volontà di Uno su cui tutti dovranno adattarsi per vivere ciò di cui hanno bisogno e non ciò di cui ne vogliono l’esistenza. Quando il vostro ”punto di vista” della realtà sulla realtà sarà evolutivamente supremo allora potrete capire che tutto è tutto, ma da un punto di vista supremo, e questo vi farà comprendere e conoscere infinite cose. Grazie

    1. In linea di massima sono d’accordo col tuo commento. D’altra parte, se a un livello di coscienza tutto è uno e non c’è distinzione, per lo strumento umano è ancora utile, se non necessario, dare un nome alle diverse “energie informate autocoscienti” (per usare la terminologia di Emiliano Soldani) che fanno parte del tutto. Da questa prospettiva, i termini “Arcangeli” e “Elohim” a mio parere indicano una differenza di funzioni e di frequenza, e in questo senso si presentano in modo differente nel mio lavoro spirituale e nelle mie canalizzazioni. Per capire meglio il mio punto di vista ti invito a leggere il mio post “Gli arcangeli non esistono” del 13 agosto 2013. Grazie per la tua attenzione

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