Contatti cosmici. 6: Astronavi megalitiche

Nuraghe Santa Barbara, Villanova Truschedu - Volta a tholos
Nuraghe Santa Barbara, Villanova Truschedu – Volta a tholos

– I nuraghi sono stati abbandonati perché non servivano più per lo scopo per il quale li avevano fatti.
– I nuraghi da quando è caduta la luna nera si sono incurvati troppo e perciò non possono ricevere le voci mute delle altre umanità.
– Nelle campagne della Sardegna regna il silenzio e perciò è possibile intendere le voci mute che arrivano da tutti i mondi lontani.
– Ogni parte del corpo riceve i suoni muti e li trasmette alla mente.
– Gli antichi usavano i suoni muti della mente per parlare con gli uomini di altri mondi.
– Gli antichi affermano che bisogna trovare di nuovo i punti in cui è possibile ricevere notizie dagli uomini degli altri mondi.
– Forse, come credono molti della nuraxia, un giorno gli uomini riusciranno a ritrovare le capacità perdute di ricevere i suoni muti.
– La morte e il pianto verranno sepolti quando i nuraghi torneranno a essere utili all’umanità.

(da Is contus de sa Nuraxia – I racconti della Nuraghelogia, di Raimondo De Muro)

 La pietra di questa terra è una pietra antica che permane nei tempi sempre uguale a sé stessa e porta la memoria di vicende occorse in innumerevoli eoni di tempo. Nella storia dei tempi questa pietra ha dato forma a quelli che chiamate nuraghi che sono i luoghi della civilizzazione perduta. In altri fotogrammi di tempo i nuraghi erano antenne che consentivano le comunicazioni interstellari e multidimensionali, e il movimento energetico con altre dimensioni di esistenza. Questa potente vibrazione produceva un fenomeno risanatore che avvantaggiava tutte le parti. Esiste nella memoria cellulare di tutti gli esseri che popolano quest’isola la consapevolezza di una civiltà del rispetto che è andata perduta.
 I nuraghi servivano come antenne energetiche che portavano un equilibrio dell’energia e aiutavano a mantenere intatte le identità delle razze in comunione con i loro pianeti. Gli esseri di tanti pianeti si incarnavano qui in una forma più o meno rispettosa della loro alienità e del loro essere, e con quella forma come con un’astronave riuscivano a entrare in una dimensione di comunicazione che qui esisteva. Così si formò un lussureggiante ambiente pieno di culture. Ogni cultura scambiava le sue peculiarità come doni con le altre, e tutto fioriva in un’armonia infinitamente preziosa e bella. E il nuraghe costruito dall’uomo serviva per avere un’antenna energetica importante nella comunicazione, sia coi pianeti sia con la multidimensionalità, in modo che ogni essere incarnato qua in quella forma mantenesse viva la relazione con la sua cultura stellare di provenienza. L’antenna facilitava questa comunicazione. Ma niente è impossibile in questo periodo in cui l’ondata energetica porta un avvicinamento e una rarefazione che funzionano quasi come un’antenna. Se rifletti su quanto ti ho detto, ripristini le consapevolezze che ti aiutano ad avere la giusta impostazione per incontrare davvero un extraterrestre.

(l’Anima sarda canalizzata insieme a me dalla mia amica C.)

Il seminario con Ricardo per me – e credo per molti altri, se non per tutti – era stato un bomba energetica ed emotiva.
Mi si era aperto un nuovo cammino, in piena sintonia con quello che già da anni sto percorrendo.
Nel corso del seminario Ricardo ci aveva informato che lui, Sol e Corinna insieme ad altre sei persone a fine luglio avrebbero iniziato una missione in Siberia che gli era stata indicata dagli extraterrestri sette anni prima. La meta era il Monte Belukha, nella catena degli Altai, che è un portale di connessione con Shambhala, la Terra interna, e un importante santuario di pace della Terra.
La missione era stata preparata in questi sette anni, e ora si compiva in un momento particolarmente difficile e delicato per il pianeta, aggravato dalla guerra in Ucraina e quella in Palestina.
Ricardo e gli altri, in rappresentanza di tutta l’umanità, avrebbero affrontato un difficile cammino di ben 100 chilometri per arrivare al Belukha e fare il lavoro energetico che gli era stato richiesto. Il giorno previsto per questo importante evento era il 1 agosto. Ricardo ci invitò a unirci a loro spiritualmente e a sostenere il loro viaggio.
Non potei fare a meno di restare colpito dalla coincidenza che proprio nei giorni in cui iniziava la loro spedizione io avevo programmato un breve viaggio sulle Dolomiti, ospite di un amico che da alcuni anni vive a Belluno. Iniziavo il mio lavoro di sostegno alla spedizione all’imponente presenza di maestose e potenti montagne.
Siamo stati per due giorni immersi nella splendida natura ai piedi delle Pale di San Martino, alte oltre tremila metri, e un pomeriggio, in un angolo di paradiso nelle vicinanze del Laghetto Welsperg, ho coinvolto gli amici con cui ero in una meditazione. Insieme abbiamo recitato il mantra Zin-Uru, che come ho già accennato mi era piaciuto molto. Nel recitarlo lo avevo trovato molto potente e in piena risonanza con le mie frequenze. Questo mantra si trova nelle Tavole Smeraldine di Ermete Trismegisto, che dicono: «Pronuncia la parola Zin-Uru e troverai il Potere». Letteralmente zin-uru significa chiave. È un mantra che attiva la ghiandola pineale, apre le connessioni con le altre dimensioni e aiuta ad aprire porte di luce.
Dopo avere finito di recitare il mantra restammo una decina di minuti in silenziosa meditazione. Io guardavo davanti a me una delle Pale che gradualmente veniva avvolta dalle nubi bianchissime, con l’intento di entrare in collegamento con gli Altai e la spedizione di Riccardo.
Quei due giorni di camminate in mezzo alle montagne mi ripulirono da tutte le energie pesanti e dalla stanchezza mentale che avevo accumulato in quegli ultimi mesi.

Il primo agosto, per connetterci col lavoro che Ricardo e il suo gruppo dovevano fare sul Monte Belukha, con le due amiche che avevano partecipato con me al seminario avevamo deciso di andare in un sito nuragico per fare un rituale e una meditazione. Il luogo ideale mi sembrò il nuraghe Santa Barbara, a Villanova Truschedu. È uno dei nuraghi più potenti tra quelli che conosco. Un portale ancora parzialmente attivo. C’ero stato altre volte e avevo percepito che quel nuraghe era una porta di passaggio per gli extraterrestri in visita.
Arrivammo al nuraghe verso mezzogiorno. La giornata era splendida e a quell’ora, come prevedevamo e speravamo, il nuraghe era deserto e perciò potemmo fare il nostro rituale con assoluta tranquillità.
La stanza della torre principale del nuraghe ha la sacralità di una cattedrale. È una stanza circolare con un diametro di più di 7 metri e la volta a tholos, e ha due ampie e alte nicchie a destra e a sinistra. Una caratteristica particolare è che per circa una settimana a cavallo del Solstizio d’inverno i raggi del sole che passano attraverso una finestrella posta al di sopra dell’architrave dell’ingresso proiettano sulla parete della stanza l’immagine di una protome taurina. All’entrata della torre, sulla destra, davanti alla scala che porta ai piani superiori, c’è un’altra nicchia di forma ogivale, molto alta. Mi era stato detto che era così alta perché lo erano anche gli extraterrestri che lo utilizzavano come portale.
Ora che ci tornavo dopo il seminario non potei fare a meno di collegare quell’informazione col fatto che Antarel, la guida principale di Ricardo, è alto 2 metri e 70.
Dopo avere purificato la sala, io e le mie amiche ci sedemmo su alcune pietre che si trovano sul pavimento della sala e recitammo il mantra. Finito di recitare andammo al centro della sala per creare una colonna di energia che dal nuraghe si collegasse con il monte Belukha per poi irradiare una frequenza di pace in tutto il pianeta.
La cosa che mi colpì è che mentre col nostro intento stavamo creando la colonna di energia, la percepii intensamente con le mani, che tenevo aperte con le palme rivolte verso il centro. Man mano che la colonna si formava e si allargava sentivo una pressione sulle mani così forte che in pochi minuti mi ritrovai con le braccia spalancate per contenerla.
Alla fine del rito io e le mie amiche ci separammo per continuare una meditazione silenziosa ognuno per conto proprio. Io sentivo un forte contatto con il nuraghe e percepii la presenza di Antarel, contento e divertito. Mi sembrò che mi dicesse che tra gli Apuniani di Alpha Centauri e i sardi dei tempi della nuraxia c’era un forte legame, e che quel nuraghe era uno dei portali di collegamento.
Ma come ho detto altrove, prendo le mie canalizzazioni con beneficio di inventario, sapendo benissimo che talvolta è la mia mente che interferisce e, per così dire, canalizza sé stessa.
In ogni caso non avevo il minimo dubbio che quel semplice rituale che avevamo fatto era servito a creare una forte connessione con la spedizione di Ricardo e aveva dato il suo piccolo contributo alla riuscita della loro missione.
Il pomeriggio del giorno dopo, col mio amico R. andammo al nuraghe di Orroli come ci era stato indicato dai sardi nuragici di Alpha Centauri, e ci mettemmo in contatto con loro. Ma per raccontare quest’altra storia è necessario approfondire prima il tema della nuraxia, e lo farò in un prossimo futuro.
Per ora preferisco chiudere qui questo lungo resoconto della mia esperienza collegata al seminario di Ricardo Gonzalez, citando ancora un brano da Is Contus de Sa Nuraxia di Raimondo Demuro: «Quando dentro l’essere dei sardi i riflettori che si sono spenti si accenderanno nuovamente per vedere nel buio, allora in Sardegna, come al risveglio della primavera, tornerà di nuovo l’era dei nuraghi attivati.»

Nota: il mantra Zin Uru viene cantato dalla splendida voce di Sol Sanfelice all’interno dell’album “Mantra”. Se volete potete scaricare l’albun gratuitamente sul sito MINTAKA

Se volete ascoltare uno dei messaggi che Ricardo ha ricevuto durante la missione sugli Altai, potete vedere questo breve video (in italiano): Mesaggio di Emuriel. Altai, Siberia. Agosto 2014

Una risposta a “Contatti cosmici. 6: Astronavi megalitiche”

  1. Caro Momi,
    ciò che ha dell’incredibile è che il giorno in cui hai pubblicato questa splendida esperienza mi sono domandata a cosa fossero serviti i nuraghi. Nello stesso istante in cui me lo sono domandata ho percepito che fossero un qualche strumento sacro o mezzo di comunicazione con altre dimensioni, ma era solo una mia teoria. Il giorno seguente, ho sentito un forte desiderio di entrare nel tuo blog e quando ho letto questa canalizzazione ho provato una gioia intensa. Era proprio ciò che volevo sapere. Ora ho chiaro cosa fossero i nuraghi e tutto ciò che oltre a questo ci hanno voluto comunicare.
    Grazie infinite perché condividi sempre con noi queste affascinanti esperienze.

    PS: il mantra è bellissimo.

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