Caos calmo

Il conto alla rovescia è ormai iniziato. Oggi è l’ultimo portale energetico, l’11/11, prima del 12/12 e del 21/12, simbolico inizio della nuova era.
Cosa sta succedendo ora? Cosa succederà il 21 dicembre? Molto. E nulla.
Ci sveglieremo la mattina del 22 dicembre e il mondo sarà più o meno lo stesso di prima. Molto probabilmente non succederà nulla di particolarmente eclatante, con buona pace dei catastrofisti che si aspettano l’inversione dei poli, o lo scoppio della terza guerra mondiale o l’arrivo del pianeta Nibiru; degli ottimisti ingenui che immaginano che entro fine anno di punto in bianco la pace e l’armonia verranno stabiliti sulla Terra per decreto divino e i “cattivi” saranno puniti o cacciati; o dei “contattisti” che assicurano l’imminente sbarco delle lucenti astronavi della Federazione Galattica, sbarco che verrà rimandato di qualche mese per qualche fantasioso e plausibile motivo che non inficia però il piano globale dell’instaurazione della Nuova Età dell’Oro da parte dei nostri fratelli extraterrestri — questo probabilmente sarà l’annuncio canalizzato nei giorni successivi, come è già successo in occasione di altre date previste per il contatto.
Il mondo invece il 22 dicembre, ne sono abbastanza convinto, sarà più o meno lo stesso di prima. Ma la domanda è: saremo cambiati noi?

L’11/11 mi sembra un buon giorno per fare un primo bilancio di un anno particolare, atteso da tanto, e da tanti, e che apparentemente forse non è stato particolarmente diverso da quelli precedenti. Ma il cambiamento in atto è di quelli poco visibili per i sensi fisici, in quanto è un cambiamento prima di tutto interiore ed energetico, e solo dopo, di conseguenza, potrà produrre cambiamenti apprezzabili nella realtà cosiddetta materiale, a livello individuale e collettivo.
Per quanto mi riguarda il 2012 è stato un anno estremamente impegnativo, ricco di illuminazioni e gratificazioni ma anche di molti momenti difficili in cui la tentazione di “chiamarmi fuori” in un modo o nell’altro, di rinunciare a un cammino con troppe salite, è stata forte.
Secondo lo psicologo Victor Frankl, ebreo sopravissuto all’internamento in un lager nazista, gli internati dei campi di sterminio che per un motivo o per l’altro si convincevano di una loro imminente liberazione, una volta constatato che l’agognata liberazione non avveniva, per la delusione si lasciavano morire in un brevissimo lasso di tempo.
Questo fenomeno è probabilmente simile a quello che, con meno drammaticità, sta accadendo, o rischia di accadere nel prossimo periodo, a molti operatori di luce e ricercatori spirituali che, a causa di un ingenuo ottimismo o di altri fraintendimenti, hanno caricato il 2012 di aspettative eccessive. Aspettative che — apparentemente, ripeto — non si stanno realizzando e difficilmente si realizzeranno pienamente nei quaranta giorni che ci separano dal fatidico 21 dicembre.
Perciò è utile fermarsi a riflettere, fare dei bei respiri profondi, e cercare di capire dove siamo e dove stiamo andando. E soprattutto dove vogliamo andare, visto che il libero arbitrio è pur sempre la principale caratteristica di questo pianeta e dell’umanità che lo abita.

Cercando di definire le mie sensazioni di quest’ultimo periodo mi è subito venuto alla mente il titolo di un famoso film interpretato da Nanni Moretti: CAOS CALMO.
Fuori, una staticità spossante e melassosa in cui nulla sembra progredire e ogni piccolo passo richiede una forza spropositata. Dentro, un turbinio incontrollabile di emozioni, pensieri e stati d’animo spesso connotati dal malessere, da una sensazione di inutilità e ripetitività, e dal dubbio. Dubbio se me stesso, sul senso della vita, sull’effettiva esistenza degli esseri di luce e delle altre dimensioni. Tutt’attorno, le solite energie a bassa frequenza della preoccupazione, dell’immobilismo, dell’impotenza, dell’ansia, della paura — che a Cagliari, come ho già accennato in un altro post, sono particolarmente opprimenti.
Il contatto con gli esseri di luce spesso è simile a una conversazione telefonica fortemente disturbata, per non parlare di quelle volte in cui proprio “non c’è campo” ed è impossibile comunicare.
E quando finalmente riesco a prendere la linea, dall’altro capo del filo viene la solita confortante rassicurazione: non preoccuparti, tutto sta andando per il verso giusto, tutto è bene in tutta la creazione!
Ma allora perché questo malessere diffuso, che la maggior parte delle persone che incontro in un modo o nell’altro mi rimandano, come in una teoria di specchi?

Facciamo un respiro profondo. Tutto è proprio così come dev’essere, tutto è perfetto in tutta la creazione, mi ripetono gli esseri incorporei. Dal loro punto di vista fuori dal tempo il passaggio epocale è già avvenuto, l’umanità ha già attraversato il guado, la nuova era è iniziata. E il 21 dicembre 2012 è solo una comoda data per ricordarcelo. Quello che resta da fare dal 21 dicembre in poi è “semplicemente” manifestare nella fisicità ciò che nei livelli elevati della coscienza è già stato creato. Mantenendo la consapevolezza che i tempi divini sono molto diversi da quelli umani, che la vecchia energia è dura a morire — e per moltissimi umani, soprattutto per quelli nei posti di potere, è molto difficile staccarsene — e che ognuno di noi — anche chi è consapevolmente in un percorso di evoluzione spirituale già da molti anni — deve ancora rilasciare molte “vecchie energie”, e deve far morire tante parti di sé stesso, tante vecchie identità che hanno esaurito il proprio tempo e devono ricongiungersi al nucleo della nostra anima. E queste morti, talvolta, comportano un’agonia più o meno lunga.
La cosa migliore da fare, perciò, è armarsi come sempre di pazienza, cercare per quanto possibile di non seguire le logiche della mente, ancorate a una percezione del tempo lineare e a una visione parziale e distorta della realtà, e abbandonare ogni tipo di agende, programmi, scadenze e previsioni. In parole povere, rinunciare al controllo. Arrendersi. Accettare che tutto è bene in tutta la creazione e che ogni cosa sta andando per il meglio, per quanto la maggior parte delle volte noi non siamo minimamente in grado di sapere neppure cosa accadrà domani. Perciò tanto vale tuffarsi nella corrente senza opporre resistenza e scoprire dove ci porterà.
Per poterlo fare con serenità e spirito di avventura è necessario essere centrati e radicati. Nel corpo e nella mente. E prima di tutto nel corpo. “Mens sana in corpore sano”, dicevano gli antichi romani. E non avevano torto, anche se poi questo concetto viene comunemente inteso in maniera piuttosto riduttiva.
Il corpo è il veicolo che ci permette di fare l’esperienza nella fisicità, ed è attraverso il corpo che agiscono le energie. Perciò mantenere il corpo in equilibrio è la chiave per attraversare indenni il “caos calmo”. Nulla di così complicato. Non sono necessarie — per quanto a tanti possano essere utili — diete salutiste, tecniche yoga o massaggi ayurvedici. Basta prima di tutto respirare. E poi camminare, correre, danzare, cantare, recitare un mantra, meditare, stare in silenzio, rilassarsi. Evitare gli eccessi nell’alimentazione e nei ritmi quotidiani. Immergersi nella natura. E soprattutto prendersi un po’ di tempo per dialogare col corpo, ascoltare le sue esigenze, ringraziarlo, lodarlo, coccolarlo. Come è giusto fare col più prezioso dei nostri alleati.
Perché il salto di coscienza che l’umanità sta facendo avviene nella fisicità, e il nostro corpo ha bisogno di essere aiutato a staccarsi dalle vecchie energie e a sintonizzarsi con le frequenze elevate della luce che — anche se a tanti può sembrare il contrario — stanno inondando il pianeta. Il corpo quindi è il protagonista di questo cambiamento, e deve essere pronto allo tsunami di energie ad alta frequenza che si sta preparando per il prossimo mese. Pronto a riceverlo senza farsi travolgere. In questo modo, quando la mattina del 21 dicembre ci sveglieremo, ci renderemo conto che il mondo sarà più o meno lo stesso di prima, ma noi saremo molto cambiati, anche se, come ho detto, ci vorranno ancora mesi e anni perché questo cambiamento si manifesti pienamente nella nostra quotidiana realtà.

Una ventina di giorni fa sono tornato a visitare gli olivastri millenari di Luras, vicino a Tempio. Il più antico, che io chiamo “la Madre”, ha fra i tre e i quattromila anni. Come una madre, ti accoglie tra le sue braccia amorevoli e protettive. Ti aiuta a liberarti di tutte le tossine fisiche, psichiche ed emotive. Ti ripulisce dalle energie pesanti e negative e ti ricarica, aiutandoti a riconnetterti alle energie benefiche e nutritive della terra. Solo pensare a lei mi fa stare già meglio. E la vita ha di nuovo senso e colore.
Ecco, questa è forse una buona immagine per definire il cambiamento in atto: stiamo diventando come alberi millenari profondamente radicati nella terra. Un amorevole ponte tra la Terra e il Cielo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.